Il reportage di Science, supportato dal Pulitzer Center e dalla Heising-Simons Foundation, descrive come The Lancet stia cercando di affrontare le conseguenze della ritrattazione di un articolo controverso sull’idrossiclorochina.
Questo studio, pubblicato a maggio 2020, riguardava l’idrossiclorochina, un farmaco antimalarico, suggerendo che aumentasse il rischio di morte nei pazienti affetti da COVID-19. L’articolo, basato su dati forniti dalla società Surgisphere, è stato ritirato a giugno dopo che i revisori e la comunità scientifica hanno sollevato seri dubbi sull’affidabilità dei dati, che non sono stati messi a disposizione per un audit indipendente. Surgisphere sosteneva di aver raccolto e analizzato le cartelle cliniche di centinaia di ospedali in tutto il mondo, ma queste affermazioni non sono mai state confermate, e l’azienda ha rifiutato di condividere i dati originali.
La ritrattazione ha avuto conseguenze significative. In risposta, The Lancet ha annunciato nuove politiche volte a evitare che situazioni simili si ripetano in futuro. Le nuove linee guida includono requisiti più rigorosi per i revisori paritari e gli autori, obbligandoli a garantire la validità dei dati utilizzati e a descrivere chiaramente i loro piani di condivisione dei dati. Un’attenzione particolare è rivolta ai grandi set di dati reali, come quelli utilizzati nello studio di Surgisphere, e gli autori dovranno certificare che più di uno di loro abbia avuto accesso ai dati sottostanti e li abbia verificati. Inoltre, negli studi che coinvolgono collaborazioni tra accademici e aziende commerciali, almeno uno degli autori accademici dovrà certificare di aver esaminato personalmente i dati.
La rivista richiederà anche che tutti gli autori specifichino chiaramente quali dati verranno condivisi, come verranno resi disponibili e a quali criteri di accesso saranno soggetti. Questa trasparenza, precedentemente richiesta solo per gli studi clinici, ora sarà applicata anche agli studi retrospettivi come quello di Surgisphere. Parallelamente, The Lancet garantirà che i revisori degli studi che utilizzano grandi set di dati abbiano le competenze necessarie per valutarne i punti di forza e di debolezza. La rivista coinvolgerà esperti in statistica e scienza dei dati per assicurarsi che la revisione paritaria sia adeguata alla complessità dei dati analizzati. In aggiunta, chiederà ai revisori di segnalare eventuali preoccupazioni sull’integrità della ricerca o l’etica della pubblicazione.
Nonostante queste riforme, le critiche alla rivista non si sono placate. Alcuni, come il ricercatore svedese Lonni Besançon, ritengono che le nuove misure non siano sufficienti. Besançon ha sottolineato la necessità di garantire che i dati degli studi siano verificabili da una terza parte indipendente, un aspetto che, secondo lui, non è stato affrontato adeguatamente.
Il danno causato dalla diffusione iniziale dei risultati di Surgisphere non è stato completamente contenuto.
La disinformazione derivante dalla pubblicazione ha avuto un impatto duraturo, e persino un rapporto del 16 settembre dell’Autorità nazionale francese per la salute ha citato l’articolo ritirato di The Lancet come uno dei motivi per la revoca dell’uso di emergenza dell’idrossiclorochina, senza menzionare che lo studio era stato successivamente screditato.
In conclusione, The Lancet ha cercato di rispondere alle pressioni della pandemia e agli errori commessi nel processo di revisione paritaria, introducendo nuovi standard per aumentare la trasparenza e l’affidabilità dei dati pubblicati. Tuttavia, le preoccupazioni sulla qualità della revisione paritaria e la necessità di maggiore responsabilità continuano a essere discusse nella comunità scientifica.
La questione dell’idrossiclorochina è stata molto controversa. Inizialmente, c’erano speranze che potesse essere un trattamento efficace per il COVID-19, basate su studi preliminari e dichiarazioni pubbliche. Tuttavia, lo studio ritirato da The Lancet ha avuto un impatto notevole, screditando l’idrossiclorochina come alternativa valida. Questo studio aveva sostenuto che l’uso del farmaco aumentava il rischio di morte nei pazienti affetti da COVID-19.
La pubblicazione di studi falsi può influenzare profondamente la percezione pubblica riguardo ai trattamenti. Se i trattamenti alternativi vengono screditati, la speranza nei vaccini può aumentare, poiché vengono percepiti come l’opzione più valida per combattere la malattia. Questo effetto può contribuire a spingere le persone verso la vaccinazione, soprattutto quando le alternative vengono bollate come pericolose e non sicure.
a Milano in questi giorni si cercano operatori per ulteriore campagna vaccinale.
Si rende evidente che i datori di lavoro / industriali o che, sanno in
anticipo le mosse del Ministero della Sanità. altro che commissione
anti covid, una sonora presa per i fondelli .