L’invenzione del popolo ebraico, pubblicato nel 2009 dal professore di storia Shlomo Sand dell’Università di Tel Aviv, è uno studio che ha scosso le fondamenta della narrativa storica tradizionale riguardante l’identità ebraica. L’opera ha suscitato un acceso dibattito e si è affermata come un best-seller in Israele, rimanendo in cima alle classifiche per diciannove settimane.
Nel libro, Sand esplora l’idea che l’identità ebraica, come comunemente intesa, non sia un dato di fatto storico ma piuttosto una costruzione culturale e politica. Sostenendo che l’immagine di un “popolo ebraico” unificato con radici storiche comuni sia in gran parte una narrazione creata nel XIX secolo, Sand invita i lettori a riconsiderare le origini degli ebrei ashkenaziti e la loro storia.
Una delle tesi principali è che, oltre agli antichi israeliti, l’identità ebraica si sia formata attraverso diverse migrazioni e conversioni, incluso il fenomeno dei kazari, un popolo turco che si convertì al giudaismo. Questo ha portando a un riesame delle radici storiche degli ebrei ashkenaziti e della loro connessione con il Medio Oriente.
Sand sostiene che molte delle convinzioni tradizionali riguardo al popolo ebraico, comprese le idee di una diaspora uniforme e di un ritorno alla Terra di Israele, siano in gran parte costruzioni moderne.
Iniziando la sua ricerca, Sand si aspettava di trovare studi approfonditi riguardanti l’esilio forzato degli ebrei dalla sua terra natale, considerato un evento fondante nella narrativa storica ebraica. Tuttavia, con sorpresa, si è reso conto che non esisteva una base documentaria robusta a sostegno di questa narrazione.
L’assenza di fonti accademiche ha sollevato interrogativi e ha spinto Sand a indagare ulteriormente. La sua ricerca lo ha condotto a una conclusione radicale: l’espulsione degli ebrei dalla regione non è mai avvenuta. Invece di una diaspora forzata e uniforme, Sand suggerisce che la diaspora ebraica sia, in gran parte, una costruzione moderna, creata per giustificare le narrazioni nazionali e sioniste.
La sua opera ha avuto un impatto significativo e ha ispirato ulteriori ricerche e discussioni sull’identità ebraica e sulla sua evoluzione nel tempo. Non solo ha messo in discussione le narrazioni storiche prevalenti, ma ha anche stimolato una riflessione più ampia su cosa significhi essere ebreo nel contesto contemporaneo.
L’invenzione del popolo ebraico è molto più di una semplice tesi; è un’opera di storiografia importante che ha sfidato le convinzioni consolidate e ha aperto un dibattito fondamentale sull’identità e sulla storia del popolo ebraico. La sua rilevanza persiste nel contesto attuale, dove le questioni di identità, origine e narrazione storica continuano a giocare un ruolo cruciale nelle dinamiche sociopolitiche globali.
Scrivendo sul Financial Times, lo storico britannico Tony Judt ha commentato:
“Shlomo Sand ha scritto un libro straordinario. In una prosa fredda ed erudita ha, molto semplicemente, normalizzato la storia ebraica. Non ci dice nulla che già non sappiamo“
La traduzione inglese di L’invenzione del popolo ebraico è stata pubblicata da Verso Books nell’ottobre 2009, ma il libro ha trovato lettori anche in molte altre lingue, tra cui tedesco, italiano, spagnolo, portoghese, arabo, francese e russo, dimostrando la sua risonanza globale. Entro la fine del 2009, erano in corso ulteriori traduzioni, il che evidenzia l’interesse internazionale per le argomentazioni di Sand.