Intervista a Jean Marc Sabatier su France Soir
Salve, Professor Sabatier. Lei è un direttore di ricerca presso il CNRS e ha un dottorato in biologia cellulare e microbiologia, è affiliato all’Istituto di neurofisiopatologia dell’Università di Aix-Marseille. Ha partecipato a nuovi studi di modellazione insieme a ricercatori e ai professori Jacques Fantini, Patrick Guérin, Nouara Yahi, Fodil Azzaz e Henri Chahinian.
Sì è così.
Questo studio si è concentrato sulle nuove varianti, sull’efficacia dei vaccini secondo le nuove varianti, sulle risposte immunitarie, cellulari e umorali. E per quest’ultimo argomento, ciò che viene chiamato equilibrio tra anticorpi neutralizzanti e anticorpi facilitanti l’infezione. Si tratta di un argomento che potrebbe non essere familiare a tutti. Quando pensiamo agli anticorpi, pensiamo unicamente alla neutralizzazione. Il che potrebbe essere un errore. Può ricordarci che cosa succede durante un’infezione o una vaccinazione con i diversi tipi di anticorpi?
Sì. Quando si inietta un antigene in un ospite o un vaccino che produrrà l’antigene, ad esempio vaccini a RNA messaggero o adenovirus che produrranno la proteina Spike, si presenta l’antigene, la proteina Spike, al sistema immunitario. Il sistema immunitario si mobilita per combattere questo antigene. Impara a riconoscerlo con la vaccinazione. Il sistema immunitario ha due braccia. La prima è l’immunità umorale, che si basa sugli anticorpi. La seconda è quella che si basa sull’immunità cellulare. Queste due immunità vanno di pari passo.
La prima volta che il corpo incontra un antigene o un virus, entra in gioco l’immunità innata. È un’immunità prima di tutto immediata, cioè non appena si entra in contatto con il microbo (questo può essere un virus, ma anche un batterio, un parassita o un fungo). Si dice anche essa è aspecifica, vale a dire che sarà globalmente la stessa, qualunque sia il microbo con cui ci confrontiamo. Questa immunità coinvolge un certo numero di tipi di cellule del sistema immunitario, principalmente monociti circolanti, macrofagi, cellule dendritiche, granulociti. Tra i granulociti ci sono granulociti eosinofili, neutrofili, basofili e mastociti. E poi anche le cellule NK (Natural Killer = cellule killer), che costituiscono l’interfaccia tra l’immunità innata e l’immunità adattativa o acquisita. Questa immunità innata è immediata e molto potente, in particolare nei bambini.
Per quanto riguarda l’immunità adattativa o acquisita, questa si manifesta alcuni giorni (circa 4 giorni) dopo l’immunità innata, è specifica per il microbo ed è di lunga durata. Si basa sui linfociti B che producono anticorpi (immunità umorale) quando vengono attivati differenziandosi e maturandosi in plasmacellule, così come sui linfociti T CD8 citotossici, chiamati così perché esprimono il recettore CD8. E queste sono anche le cellule coinvolte nel riconoscimento di antigeni microbici quando sono espressi sulla superficie di cellule infette, in questo caso la proteina Spike, e altri antigeni virali nel contesto di un’infezione naturale.
Se prendiamo l’esempio del Sars-CoV-1 del 2002, le persone che lo hanno contratto erano ancora immuni 17 anni dopo.
Sì, è vero. Questo avviene grazie all’immunità adattativa o acquisita (linfociti T CD8+ e linfociti B) che ha la caratteristica di essere specifica. Viene attivata più tardi dell’immunità innata, diversi giorni dopo che una persona ha contratto il virus.
Quella che viene chiamata immunità umorale, quella testata con la sierologia, sono gli anticorpi, le immunoglobuline G, A e M (IgG, IgA e IgM). Questa immunità umorale diminuisce dopo alcuni mesi – motivo per cui è necessario eseguire dei richiami. Per questa immunità umorale esistono tre tipi di
anticorpi.
Sì, ci tre tipi di anticorpi. Se ci concentriamo sull’immunità umorale, cioè sulla produzione di anticorpi… Quando l’organismo vede un antigene, produrrà globalmente tre tipi di anticorpi. Ci saranno anticorpi
neutri, cioè in grado, ad esempio, di legarsi alla proteina Spike. Ma a priori, non faranno nulla. Si potrebbe pensare che siano inutili. Non proteggono dalle infezioni, vengono prodotti, ma non neutralizzano.
Il secondo tipo di anticorpi prodotti sono gli anticorpi neutralizzanti. Sono questi che sono importanti nel programma di immunizzazione. E sono questi anticorpi che stiamo cercando di produrre con i richiami.
Cerchiamo di avere quanti più anticorpi neutralizzanti possibile, perché sono questi anticorpi che si attaccano ai virus e impediscono loro di infettare le cellule. Neutralizzano l’infezione.
E poi c’è il terzo tipo di anticorpo: gli anticorpi facilitanti. Questi faranno esattamente l’opposto degli anticorpi neutralizzanti. Faciliteranno l’infezione delle cellule da parte del virus. Sono quindi problematici e non li vogliamo assolutamente nell’ambito della vaccinazione.
Secondo quanto riferito, oggi ci sono problemi con il vaccino che è stato sviluppato dal ceppo selvatico di Wuhan. Il virus muta costantemente e quando le mutazioni sono molto significative si parla di varianti. Per quasi due anni, ci sono state alcune varianti e alcune sotto varianti. E lo studio a cui ha partecipato, insieme con gli altri ricercatori, mostra che ci sono molto più anticorpi facilitanti che anticorpi neutralizzanti che compaiono con le nuove varianti.
Sì è così. Quando si inietta una composizione vaccinale come vaccini mRNA o adenovirus, le cellule dell’ospite producono la proteina Spike. Questa proteina Spike, presentata al sistema immunitario, ha un numero di domini all’interno della proteina che il sistema immunitario riconoscerà (questi sono chiamati epitopi).
Quando il sistema immunitario vede la proteina Spike, non la riconosce nella sua interezza. Si immagini, ad esempio, che la proteina Spike sia una stringa di perline e che ogni perlina sia un residuo di amminoacidi, abbiamo una collana che produce 1.273 perline corrispondenti ai 1.273 residui di amminoacidi della proteina Spike. Tuttavia, il sistema immunitario non riconoscerà tutte le perle della collana. Riconoscerà gruppi di perle. Occorre anche sapere che ci sono globalmente 20 diversi tipi di perline per fare una collana, ed alcune di queste perline possono essere modificate.
Trattandosi di una catena di perline, il sistema immunitario riconoscerà un dominio della collana dove sono presenti, ad esempio, sei perline, un’altra area dove sono presenti, ad esempio, sette o otto. E queste aree sono distribuite lungo la collana.
Il sistema immunitario può anche riconoscere le disposizioni di perline nello spazio, cioè, si possono avere perline nella collana che sono lontane nella successione all’interno della collana, ma si trovano vicine nello spazio della collana, a causa della forma particolare della collana.
E si può avere un anticorpo che sarà diretto contro diverse perline che si trovano in punti diversi (lontani) sulla collana, ma che sono vicine nello spazio. Queste perle costituiscono un epitopo conformazionale.
Quindi, a livello della proteina Spike, ci sono domini chiamati epitopi conformazionali che saranno riconosciuti da anticorpi diretti contro disposizioni di perline che sono normalmente distanti all’interno
della collana.
Ad esempio, l’anticorpo potrà eventualmente riconoscere la perlina che si trova in posizione 1 e una perlina in posizione 100 o una perlina in posizione 250. In sintesi, l’anticorpo riconosce sia epitopi lineari, cioè sequenze, perle successive, ad esempio, riconoscerà le perle da 7 a 14 (quindi perle 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14). E ci sono anche anticorpi conformazionali, quindi diretti contro epitopi conformazionali, che potrebbero riconoscere, ad esempio, le perline 10, 12, 120, 250. Ma come avviene che queste si trovino
tutte molto vicine nello spazio? Questo può accadere perché la collana ha assunto una forma specifica nello spazio, cioè una certa struttura tridimensionale che avvicina queste perline. E a quel punto hai il sistema immunitario in grado di riconoscere un dominio così fatto.
Ci sono anche regioni nella proteina Spike – o in altre proteine – che sono immuno-silenziose, cioè che il sistema immunitario non può vedere.
Quando si fa produrre al corpo la proteina Spike con RNA messaggero (ad esempio, nel caso dei vaccini Pfizer/BioNTech o Moderna), si produrrà questa lunga serie di 1273 perline e il sistema immunitario riconoscerà spontaneamente i domini, cioè i raggruppamenti di perle , sia i raggruppamenti sequenziali (perline che si susseguono), che anche perline solo spazialmente vicine. E quindi gli anticorpi prodotti riconosceranno alcuni domini chiamati epitopi B (riconosciuti dai linfociti B). E queste sono le aree che genereranno la produzione di anticorpi che possono essere neutri, o neutralizzanti, o facilitanti.
Nello studio ha scritto che gli anticorpi neutralizzanti vengono riconosciuti in modo molto aleatorio in base alle varianti, mentre gli anticorpi facilitanti si conservano in tutte le varianti circolanti. E se torniamo alla storia con tutte le varianti principali che abbiamo avuto e le confrontiamo con la vaccinazione, sappiamo fino a quale variante la vaccinazione ha funzionato?
È una deriva progressiva. Il passaggio non è immediato. Si tratta di effettuare un’analisi predittiva, vale a dire che non si basa sulla sperimentazione, non ci sono rilevamenti di fenomeni di facilitazione che sono stati osservati con una determinata variante e non con un’altra. Si tratta di predizioni rispetto ai diversi siti antigenici, cioè ai diversi epitopi che sono presenti sulle varianti.
Per il Sars-CoV-1 dell’epidemia del 2002 sono stati effettuati studi e sono stati evidenziati alcuni epitopi facilitanti. Ciò significa che ci sono regioni della proteina Spike di Sars-CoV-1, l’ex coronavirus, che sono
note per produrre anticorpi che, invece di neutralizzare l’infezione, facilitano l’infezione.
Quindi, questi sono i cosiddetti epitopi facilitanti che comportano il fenomeno ADE. ADE è l’abbreviazione di Antibody-Dependent Enhancement che significa: facilitazione dell’infezione da
parte degli anticorpi.
Un membro del team di ricerca ha spiegato perché la forma era più grave a Wuhan che altrove. Alcune persone in Cina erano già state infettate da Sars-CoV-1 del 2002 ÷ 2003. E quando Sars-CoV-2 è arrivato a Wuhan alla fine del 2019, l’infezione era più grave poiché anticorpi facilitanti per il nuovo coronavirus erano già presenti.
Sì. Per spiegarlo schematicamente, quando presenti un virus, ad esempio il virus Sars-CoV-2 di Wuhan, al tuo sistema immunitario, produrrai anticorpi contro questa proteina Spike di Wuhan. Questa è la struttura del virus 2019. Gli epitopi sono ben definiti a livello della sua proteina Spike, poiché il ceppo è ben caratterizzato. Quindi ci sono aree che sono facilitanti, altre neutralizzanti ed altre neutre. Avrai quindi sia epitopi B che sono neutri, epitopi B che saranno neutralizzanti ed epitopi B che saranno facilitanti. In questo momento, il sistema immunitario ha risposto nel modo classico e non c’è stato nessun problema specifico a questo punto.
Il problema può sorgere in seguito e verificarsi quando sei infettato da un altro sierotipo virale, cioè un’altra variante di Sars-CoV-2 che comporti il fenomeno ADE, vale a dire per il quale esiste il fenomeno ADE di facilitazione da parte degli anticorpi. A quel punto, la situazione diviene problematica perché avrai anticorpi che faciliteranno l’infezione. Ciò significa che se le persone che sono state vaccinate con il vaccino ricavato dal virus originale Sars-CoV-2, quello di Wuhan, vengono successivamente infettate da un’altra variante (Delta, Omicron o altro), potrebbero sviluppare forme più gravi della malattia, proprio perché ci sono questi anticorpi facilitanti (questi anticorpi facilitanti si legheranno alla nuova variante/sierotipo del virus).
Questi complessi tra il nuovo virus e gli anticorpi facilitanti saranno riconosciuti dalle cellule dell’immunità innata, in particolare monociti, macrofagi e cellule dendritiche perché queste cellule hanno sulla loro superficie un recettore chiamato Fc-gamma R2A (o anche un altro recettore Fc-gamma R2B), che ha la particolarità di riconoscere la frazione costante degli anticorpi.
Gli anticorpi hanno una struttura schematica a Y. Hai le due barre a Y che contengono i paratopi alle loro estremità. Questi paratopi sono entrambi identici e riconoscono epitopi, cioè regioni della proteina Spike contro cui sono diretti. E la barra Y, la frazione costante dell’anticorpo, sarà riconosciuta dal recettore Fc-gamma R2A (o anche Fc-gamma R2B). Pertanto, le cellule del sistema immunitario innato (monociti, macrofagi, cellule dendritiche) che esprimono questi recettori riconosceranno i complessi binari dell’anticorpo facilitante fissato sul virus e fagociteranno questi complessi avendo lo scopo di eliminare il virus (NdR: che però potrebbe non essere stato denaturato in modo che non si possa replicare). In questo modo, le cellule si infettano con la nuova variante di Sars-CoV-2. In altre parole, questi anticorpi facilitanti fanno l’opposto degli anticorpi neutralizzanti: aiutano il virus a infettare queste cellule del sistema immunitario e a promuovere l’infezione delle cellule dendritiche, monociti e macrofagi. Tutto ciò estende ulteriormente il tropismo cellulare del virus, poiché il fenomeno ADE aiuta anche il virus a infettare nuovi tipi di cellule. Questo fenomeno rende il virus più pericoloso
perché facilita l’infezione.
In questo caso, se possiamo pensare che la vaccinazione possa avere un’azione sul ceppo selvatico e magari su alcune varianti successive ad esso, che dire delle nuove varianti?
L’equilibrio anticorpo neutralizzante/anticorpo facilitante era favorevole per le varianti alfa e beta di Sars-CoV-2. Per queste ultime varianti comprendenti Gamma, Delta, Lambda e Mu si osserva il trend
inverso, con un equilibrio anticorpo neutralizzante /equilibrio facilitante sfavorevole. Ciò significa che l’equilibrio è più favorevole a favore degli anticorpi facilitanti rispetto agli anticorpi neutralizzanti mentre inizialmente l’equilibrio anticorpo neutralizzante/anticorpo facilitante era molto favorevole per gli anticorpi neutralizzanti, cioè il vaccino era efficace in termini di neutralizzazione. C’è stata così una deriva graduale che ha portato a un equilibrio anticorpo neutralizzante/anticorpo facilitante sfavorevole.
E quando vengono somministrati più richiami (terza, quarta o anche quinta iniezione, ecc.), il rapporto
rischio/beneficio della vaccinazione sarà sempre più sfavorevole. Volendo proteggere troppo producendo anticorpi neutralizzanti, in definitiva, facciamo il contrario. Aumenteremo quindi la proporzione di anticorpi facilitanti rispetto agli anticorpi neutralizzanti. Non avremo più protezione vaccinale, ma al contrario facilitazione vaccinale, con infezione cellulare facilitata. Pertanto, le persone che saranno infettate dalle nuove varianti potrebbero avere forme più gravi che se non fossero state vaccinate.
Fortunatamente la variante altamente contagiosa dell’Omicron, che attualmente si sta diffondendo nel
mondo, è poco pericolosa con una letalità ad oggi 7 volte inferiore a quella della variante Delta (ancora in
maggioranza), essa stessa 4 volte meno letale del virus di origine da Wuhan. L’emergere di varianti meno
letali, sebbene più contagiose, di Sars-CoV-2 rende l’ADE meno problematico.
Lei e gli altri ricercatori avete deciso di pubblicare uno studio in pre-print, con lo scopo di sollecitare che il vaccino venga adattato il più rapidamente possibile, poiché l’attuale vaccino pone seri problemi di efficacia e sicurezza.
Esatto, volendo migliorare l’immunità delle persone al Sars-CoV-2 con booster vaccinali basati su una proteina Spike obsoleta (perché proviene dal virus Wuhan iniziale che non circola da quasi 18 mesi),
facciamo il contrario, cioè è come dire che li indeboliremo. Le persone infettate da determinate varianti potrebbero sviluppare più facilmente forme gravi o letali della malattia.
Considerando quanto appena detto e le proprietà di questo virus in rapida mutazione, la vaccinazione è lo strumento appropriato. E anche se la produzione di un nuovo vaccino può andare più veloce con la tecnica dello RNA messaggero, la velocità di mutazione del virus non sconfiggerà la vaccinazione ?
Ci sono due cose. Abbiamo una possibilità (relativa) con Sars-CoV-2. Osserviamo un’evoluzione classica in virologia, poiché questi virus diventano sempre più contagiosi, ma sempre meno cattivi. Le nuove varianti (Delta, Omicron) sono in grado di infettare più facilmente le cellule e quindi di diffondersi più velocemente grazie a una maggiore contagiosità. Si evolvono per essere più contagiosi. Ma allo stesso tempo, vediamo che le varianti emergenti (Omicron) sono sempre meno virulente e letali. Queste varianti compaiono ad un ritmo accelerato a causa della pressione selettiva esercitata dalla vaccinazione, soprattutto in periodo di pandemia.
Lo abbiamo visto infatti con il Delta, che era molto più contagiosa. Se prendiamo l’indice calcolato dal professor Jacques Fantini per Omicron, il risultato è che la variante Omicron sarebbe praticamente 3
volte meno contagiosa della Delta. In questo caso, se è meno contagiosa, significa che è più pericoloso?
Per il momento, non ne abbiamo l’impressione. Quindi aggiunge in uno studio finale che Omicron dovrebbe vincere solo a livello regionale e che Delta dovrebbe rimanere dominante poiché il T-Index di
Delta è 10,67 mentre quello di Omicron è 3,90. Volevo avere la sua impressione, sapere cosa sta succedendo oggi, dal momento che questo studio ha già pochi giorni e le cose stanno andando molto
velocemente. E vorrei riprendere anche una riflessione del professor Bernard la Scola che dice che un virus, per esempio Delta, è molto trasmissibile in partenza ma che le cose possono cambiare quando
arriva a fine corsa. Tuttavia, Delta ha già infettato molte persone.
Effettivamente, la variante Delta rimane molto presente in tutto il mondo, ma sta per essere soppiantata dalla variante Omicron.
I dati attuali suggeriscono fortemente che la variante Omicron soppianterà Delta nel prossimo futuro. I suoi progressi nei vari paesi sono spettacolari, soprattutto nei paesi per i quali il tasso di vaccinazione è molto alto. Questa variante è particolarmente resistente ai vaccini e il suo trofismo delle mucose delle prime vie aeree la rende meno accessibile al sistema immunitario ma anche meno pericolosa e più trasmissibile rispetto ad altre varianti. (NdR: Anche se meno contagiosa della Delta, la Omicron consegue un vantaggio evolutivo nei suoi confronti perché è maggiormente capace di aggirare il vaccino.)
Il T-index di Omicron è 3,90. È quindi molto minore di quello di Delta, che è 10,67 e quindi ha quasi tre volte più trasmissibilità. Tuttavia, nonostante questo fattore, tenuto conto del fatto che Delta è già presente da diversi mesi e in tutto il mondo, possiamo immaginare che Delta sia alla fine della corsa e che Omicron possa subentrare e affermarsi come la nuova variante dominante?
Sì, Omicron dovrebbe prendere rapidamente il posto della Delta. L’importante è che la sua pericolosità sia inferiore a quella del Delta e, ovviamente, molto inferiore al ceppo iniziale di Wuhan. La Delta è circa
quattro volte meno pericolosa del ceppo Wuhan scomparso in pochi mesi, e che non circola da circa 18
mesi. La variante Omicron non sembra essere mortalmente pericolosa. Si sta diffondendo ad alta velocità da alcune settimane, sebbene il ceppo fosse già stato rilevato mesi fa. La bassa letalità della variante Omicron ad oggi mostra chiaramente che induce principalmente forme lievi di Covid-19. Quindi Omicron non è chiaramente peggiore di Delta in termini di pericolosità. I ceppi stanno diventando sempre più contagiosi, ma in ogni caso, allo stesso tempo, stanno diventando sempre meno pericolosi.
Dato che hanno rilanciato la campagna di vaccinazione anche in Inghilterra e se tengo conto di tutte le vostre analisi con gli anticorpi facilitanti che dominano con questa nuova variante, possiamo pensare che Omicron si imporrà e che il suo successo potrebbe essere facilitato da questa campagna di 3e dosi ?
Sì, perché più vacciniamo e moltiplicheremo le dosi di richiamo, più selezioneremo le varianti resistenti al vaccino, cioè le varianti che emergeranno dalla vaccinazione. Dal momento che Omicron non è molto
cattiva, non è davvero un problema.
D’altra parte, quello che più preoccupa della vaccinazione e quello che mi preoccupa di più non è il fenomeno ADE nell’immediato, è la tossicità che è legata alla proteina Spike del vaccino. Se vuoi che un vaccino sia un ottimo vaccino, deve rispondere a due cose. Deve prima essere efficace contro il microbo contro cui è diretto, quindi subito efficace nel neutralizzare Sars-CoV-2.
Efficace sia nel neutralizzare l’infezione cellulare che nel bloccare la trasmissione del virus da una persona infetta a una persona sana e non infetta. E l’altro punto davvero molto importante è la sicurezza del vaccino, cioè che il vaccino non sia pericoloso per l’organismo che lo riceve. In altre parole, che non ci siano effetti collaterali legati all’iniezione del vaccino. Deve essere sicuro, non pericoloso per il corpo del vaccinato. E questo, attualmente, non è così.
Vediamo molti effetti collaterali a brevissimo termine, con miocardite, pericardite, sindromi di Guillain-Barré.
Trombosi, trombocitopenia, miocardite e pericardite, malattie autoimmuni come diabete, emofilia acquisita, tiroidite di Hashimoto, sclerosi multipla, sclerodermia, artrite reumatoide e altre. Di conseguenza, molte malattie autoimmuni compaiono o peggiorano. Idem per tumori e disturbi neurologici.
Se ci si sofferma a diversi tipi di diabete, il diabete di tipo 2 è causato dall’intolleranza al glucosio mentre il diabete di tipo 1 è di origine autoimmune. Vediamo apparire entrambe le forme.
Da parte mia, è stato sull’emergere di tutte queste malattie che ho alzato un’allerta.
Questi molteplici richiami sono ad alto rischio per la salute – a più o meno lungo termine – delle persone che li ricevono. Come mai ? Perché l’efficacia del vaccino è diventata quasi obsoleta, mentre gli effetti deleteri visibili e ancora invisibili della proteina Spike sono sempre ben presenti e si intensificano ad ogni richiamo.
Se all’inizio è vero che il vaccino sia riuscito a neutralizzare il virus, oggi invece l’efficacia del vaccino sta crollando. Oggi, la reale efficacia del vaccino è vicina al 20 o 30%. Presto, in pochi mesi, sarà vicino allo zero, cioè non proteggerà dall’infezione o dalla trasmissione. Possiamo già vederlo. Si dice che protegga dalle forme gravi, dalle forme letali della malattia, questo è molto probabile ma scompare anche questa
protezione nel tempo.
Si dice che il vaccino protegga dalle forme gravi. Se torniamo agli studi clinici di Pfizer, vediamo che ci sono stati zero decessi nel gruppo placebo e zero decessi nel gruppo che ha ricevuto il vaccino. E ho imparato che in epidemiologia si definiscono forme gravi in relazione alle morti. Come in questo caso dire che il vaccino protegge le forme gravi?
Questo non è chiaro perché di recente ho visto che nei loro processi c’erano stati morti in entrambi i gruppi. Queste prove richiedono un po’ di tempo e siccome c’erano persone piuttosto anziane e/o con comorbilità, è normale che ci fossero dei decessi. E a quanto pare c’erano leggermente più morti nei gruppi vaccinati rispetto ai non vaccinati. Il problema è che da allora hanno fatto vaccinare tutte le persone che facevano da controlli, i non vaccinati. Hanno quindi distorta ogni valutazione, dicendo che dovevamo proteggere le persone che non erano state vaccinate. Quindi queste persone avevano diritto a dosi di vaccino Pfizer.
E questo pone un problema perché non possiamo più confrontare formalmente le popolazioni, le coorti dei vaccinati contro le coorti dei non vaccinati, perché alla fine tutti sono stati vaccinati.
Inizialmente c’era un gruppo placebo e un gruppo di vaccinati e poco dopo abbiamo vaccinato tutti. Quindi, a lungo termine, non possiamo più fare confronti, giusto?
Sì, personalmente penso che sia stato probabilmente volontario perché non è più possibile tornare indietro. E questo (NdR: per lo studio) non significa più nulla, perché non possiamo più studiare il risultato.
È quasi una frode?
È in qualche modo fraudolento se se ne scopre l’intenzionalità. Comunque non tutto è veramente chiaro con questo vaccino. Quel che è chiaro è che con tutti i problemi di effetti collaterali segnalati, se si trattasse di “normali vaccini”, non ci sarebbe mai stata l’autorizzazione ad effettuare e poi proseguire una vaccinazione di massa su scala planetaria, con molteplici richiami. Con ciò intendo dire che questi vaccini sarebbero già stati sospesi poiché gli effetti collaterali sono 10 volte in più rispetto a qualsiasi altro vaccino esistente. Un aumento di 10 volte rispetto ai vaccini convenzionali che sono stati utilizzati per 20 o 30 anni, mentre per questo abbiamo un utilizzo solo dalla fine del 2020 al 2021. Inoltre, gli effetti collaterali relativi alla vaccinazione potrebbero essere molto sottostimati. Esiste infatti un problema di potenziale pericolosità del vaccino, in particolare per l’immunità innata dei vaccinati.
Se diamo uno sguardo agli eventi, ci accorgiamo che tutte le barriere di sicurezza sono state abbattute. Peter McCullough, che ha partecipato a diverse certificazioni negli Stati Uniti per la Food and Drug Administration (FDA), ha affermato che nel 1976 il vaccino contro l’influenza suina era stato interrotto al 25° decesso quando un quarto della popolazione americana era già vaccinato . E dopo questo stop, c’è stato qualche decesso in più e sono arrivati a 54 decessi. Oggi, con questa vaccinazione contro Sars-CoV-2, sembra che il numero dei decessi sia ben più grande, dato che il problema è globale.
Sì, potrebbero esserci centinaia di morti per il vaccino a causa della tossicità della proteina Spike prodotta.
Ha scritto che i bambini, a causa del loro sistema immunitario, non erano a rischio. Mi sembra che faccia paura vaccinare bambini, adolescenti e anche giovani soprattutto con questi booster.
In effetti, e questo è il motivo per cui voglio avvisare perché fino ad oggi sono partiti per fare le dosi di richiamo, come negli Stati Uniti e in altri paesi. Abbiamo appena iniziato la terza dose e già le autorità, compreso il professor Delfraissy, stanno parlando della quarta dose. Possiamo vedere che siamo partiti per più iniezioni di richiamo.
Tuttavia, ci sono voci che iniziano a parlare contro queste iniezioni multiple in tutto il mondo. Ad esempio, c’è un comitato consultivo sulla sicurezza dei vaccini in Israele che molto recentemente si è opposto dando un parere sfavorevole sulla quarta dose. (NdR: La politica ha poi raccomandato in Israele la quarta dose per i “fragili” decidendo di ignorare il parere degli scienziati…).
Va inteso che questo tipo di richiamo non ha senso, dal momento che l’attuale vaccino è ancora basato sulla proteina Spike del virus Wuhan che è scomparsa, e l’efficacia dei cosiddetti vaccini di prima generazione è in fase di declino, sta per crollare completamente.
Tuttavia, non è innocuo avere questa proteina Spike prodotta da vaccini mRNA o vettori virali. Le viene detto che stiamo facendo un richiamo con una terza dose del vaccino, poi eventualmente una quarta dose, per aumentare il livello di anticorpi neutralizzanti. Ma il problema principale è che quando facciamo un richiamo del vaccino per fare in modo che le nostre cellule producano questa proteina Spike, produrremo anche anticorpi facilitanti. C’è inoltre una tossicità diretta dalla proteina Spike prodotta.
E più lunga è la molecola – come nel caso della proteina Spike che è una molecola grande, più è probabile che produca anticorpi facilitanti, perché il numero di epitopi si moltiplica. In altre parole, più lunga è la molecola, più siti ci sono che saranno potenzialmente riconosciuti dal sistema immunitario.
Se, ad esempio, stai lavorando su una proteina Spike molto ridotta che è lunga 50 residui di amminoacidi, potresti avere uno o due epitopi. Pertanto, iniettandolo, produrrete anticorpi contro una o due regioni.
D’altra parte, se produci una molecola molto lunga, ci saranno molti anticorpi diretti contro diverse regioni della molecola. Più lunga è la molecola, più epitopi avrai: epitopi che sono sia neutralizzanti, ma anche facilitatori e epitopi neutri.
In proporzione, la regione del RBD (Receptor Binding Domain), cioè la regione della proteina Spike che riconosce il recettore ACE2 (enzima di conversione dell’angiotensina-2) delle cellule bersaglio, è piuttosto
limitata. E per il resto, ad eccezione della regione N-terminale, la NTD, per la quale esistono anche anticorpi neutralizzanti, hai potenzialmente parecchi epitopi facilitanti. Quindi, se con una terza o quarta dose booster, ad esempio, aumenti la proporzione di anticorpi neutralizzanti di un fattore 10, forse aumenterai di un fattore 20 o 30 la proporzione di anticorpi facilitanti.
Pertanto il rapporto beneficio/rischio diminuisce, ovvero l’equilibrio tra anticorpi neutralizzanti/anticorpi facilitanti diventa ancora più sfavorevole.
E, naturalmente, più iniezioni ci sono, più diventa sfavorevole. Il rischio maggiore è, vorrei ricordarvi, la deregolazione dell’immunità innata e altri effetti deleteri indotti dalla proteina Spike del vaccino.
Stiamo agendo contro la natura? Riassumendo, questo virus diventa sempre meno virulento man mano che muta. Tuttavia, una vaccinazione impropria potrebbe sconvolgere Madre Natura e, in tal caso, potremmo trovarci molto peggio con questo virus?
Sì, proprio così. Le iniezioni con i vaccini di prima generazione potrebbero e dovrebbero essere interrotte.
Le varianti attualmente presenti, la Delta e la Omicron, sono molto meno pericolose. Mentre poche persone le più fragili – possono avere infezioni più gravi, la letalità risulterebbe essere molto bassa e, per la stragrande maggioranza delle persone che contraggono hanno queste varianti, l’infezione dovrebbe essere lieve.
D’altra parte, se continuiamo a iniettare all’intera popolazione più richiami di questi vaccini che sono obsoleti, in quanto sono di prima generazione e basati sulla proteina Spike di Wuhan, potremmo aumentare le patologie e la letalità a medio-lungo termine in modo notevole. E invece di essere ad una mortalità di una frazione di un percento, potrebbero esserci molte più forme fatali – in percentuale.
Tuttavia, al di là del fenomeno ADE che è preoccupante, l’altro problema di questi richiami è legato ad un’azione diretta della proteina Spike. Questa proteina del vaccino Spike non è perfetta. Una delle ragioni di ciò, è verosimilmente la modifica inappropriata apportata alla proteina Spike. Ci sono state due modifiche: alle posizioni 986 e 987. Hanno introdotto due residui di prolina.
La proteine Spike del vaccino ha un grosso problema che lo rende pericoloso per le persone vaccinate. Il pericolo è che una certa parte di questa proteina Spike è in grado di riconoscere il recettore ACE2 (l’enzima di conversione dell’angiotensina 2, che è il recettore riconosciuto dal virus).
Infatti, il virus Sars-CoV-2 si lega al recettore ACE2 tramite la sua proteina Spike. E questo recettore, quando funziona normalmente in assenza di virus, ha la funzione di degradare un ormone chiamato angiotensina 2.
Ma quando il virus è presente e occupa il sito (si lega al recettore ECA2), questo interferirà con la degradazione dell’angiotensina 2.
Ciò porterà ad un aumento della concentrazione plasmatica di angiotensina 2. C’è meno angiotensina 2 degradata, quindi la quantità di angiotensina 2 attiva aumenta. Questa angiotensina 2 ha un proprio recettore chiamato AT1R. Poiché ci sarà un eccesso di angiotensina 2 in presenza del virus, poiché il virus occupa il recettore ACE2 ostacolando così la degradazione dell’angiotensina 2, questo eccesso di angiotensina 2 sovraattiverà il recettore AT1R. Ed è proprio questo recettore ad essere deleterio poiché è lui il responsabile della malattia da Covid-19.
Questo recettore da solo è responsabile dell’attivazione di molte vie metaboliche che possono essere molto dannose per l’organismo. Queste sono vie metaboliche essenziali per il normale funzionamento del corpo umano, cioè questo recettore è necessario per il corretto funzionamento del corpo umano. Pertanto, quando viene iperattivato dal virus o dalla proteina Spike del vaccino, inizia a funzionare male. Essendo legato a molti organi e tessuti che controlla, diventa molto deleterio.
E questo è ciò che talvolta osserviamo con le persone vaccinate che hanno effetti collaterali importanti, che possono essere estremamente gravi. Fortunatamente, questi effetti sono rari.
Secondo me, si tratta principalmente di persone carenti o insufficienti di vitamina D, o persone con comorbilità significative che manifestano effetti collaterali. Questi possono causare trombosi, coagulopatie, malattie autoimmuni e altre patologie. L’arresto cardiaco, sebbene estremamente improbabile, è teoricamente possibile (attraverso la sindrome da stress respiratorio acuto) dopo la vaccinazione. Tutto questo perché la proteina vaccinale Spike è in grado, in una certa misura, di legarsi al recettore ACE2. E attaccandosi a questo recettore, fa la stessa cosa del virus, vale a dire, attiva eccessivamente il recettore AT1R. Questo recettore AT1R è ipertensivo, cioè provoca ipertensione nei vasi sanguigni. È anche proinfiammatorio, cioè lancia la tempesta di citochine che è molto deleteria (la tempesta di citochine è la produzione di interleuchina-6, interleuchina-1-beta, TNF-alfa, interferone-gamma, ecc.). Questo recettore AT1R iperattivato può anche causare stress ossidativo poiché provoca la produzione di particelle reattive di ossigeno che sono molto dannose per i mitocondri e per le cellule perché le mettono in apoptosi. L’apoptosi è la morte cellulare programmata.
È quello che si chiama suicidio cellulare?
Giusto. L’apoptosi sono le cellule che si mettono in una condizione di morte cellulare con una frammentazione del materiale genetico e una distruzione delle centrali energetiche della cellula, i mitocondri. E questo è associato ad un rilascio di quelle che vengono chiamate ROS (Reactive Oxygen Species), cioè le particelle reattive dell’ossigeno. Quello che succede è che questo recettore AT1R, che viene iperattivato da un eccesso di angiotensina 2 in presenza del virus o della proteina Spike del vaccino, ha un effetto pro-ossidante, cioè rilascerà queste particelle reattive di ossigeno che vanno ad uccidere le cellule. Quindi c’è un effetto molto deleterio.
Mi sembra che questo sia ciò che a volte accade nella seconda fase della malattia. Dopo alcuni giorni si può avere una fase infiammatoria che si dice sia la più pericolosa.
Esiste lo stress ossidativo, associato alla fase proinfiammatoria. Questo è il motivo per cui, nella cura del Covid-19, si consiglia di assumere vitamina C (preferibilmente liposomiale), che è un antiossidante che
permette di intrappolare le particelle reattive dell’ossigeno che risultano dall’iperattivazione dell’AT1R recettore. Infatti, quando il recettore AT1R è iperattivato in presenza di un eccesso di angiotensina 2,
vengono prodotte particelle reattive dell’ossigeno che altereranno e quindi uccideranno le cellule distruggendo i mitocondri e il materiale genetico del nucleo cellulare.
Ora, questo recettore AT1R, oltre ad essere pro-ossidante, è pro-trombotico, cioè provoca trombosi. E di quelle trombosi, con miocardite, pericardite, ecc. Questo è davvero un importante effetto collaterale che
vediamo con la vaccinazione o con le infezioni da virus Sars-CoV-2. Vediamo anche coagulopatie con deficit di piastrine nel sangue (trombocitopenia), così come malattie autoimmuni che compaiono o peggiorano. E tutto questo è dovuto all’iperattivazione del recettore AT1R che è davvero al centro delle malattie da Covid-19. Questo recettore AT1R, come ti dicevo, è ipertensivo, proinfiammatorio, proossidante e anche proangiogenico, cioè permette una migliore vascolarizzazione dei tumori. Può quindi favorire lo sviluppo di tumori latenti o addirittura aiutare i tumori a crescere poiché aiuterà la vascolarizzazione del tumore.
Spesso i farmaci antitumorali sono antiangiogenici.
Questo recettore è pro-angiogenico, quindi è l’opposto, vascolarizza i tumori e li fa crescere. Il recettore AT1R è anche pro-fibrosi e ipertrofizza gli organi e provoca una caduta dell’ossido nitrico.
Per tornare al problema del cancro, alcuni oncologi hanno trovato forme di cancro che non avevano mai visto prima, e questo dopo la vaccinazione.
Sì, questo non mi sorprende.
Cosa consigliereste alle persone che hanno avuto entrambe le dosi, che nel frattempo sono venute a conoscenza della pericolosità di questa vaccinazione e che non vogliono continuare con i richiami. Cosa puoi consigliare loro in modo che non si ammalino?
Ciò che è essenziale è che controllino i loro livelli di vitamina D (calcidiolo) e li reintegino fortemente, se necessario. Hanno anche bisogno di prendere lo zinco. Infatti, la vitamina D attiverà molte vie metaboliche e lo zinco è spesso un cofattore delle proteasi coinvolte in queste vie metaboliche. Queste sono le metalloproteasi dello zinco, che sono molecole che scindono proteine o peptidi solo in presenza di zinco.
Ma lo zinco è anche importante perché consente a determinati fattori di trascrizione di trascrivere i geni.
E quando si prende la vitamina D, si permette di attivare centinaia di geni. Affinché questi geni vengano
attivati, deve esserci una trascrizione di questi geni in modo che gli RNA messaggeri risultanti da queste
trascrizioni possano essere tradotti in proteine. Devono quindi esistere fattori di trascrizione in grado di
trascrivere i geni; alcuni fattori di trascrizione funzionano solo in presenza di zinco. Se non c’è zinco, la
trascrizione di questi geni non avviene.
Insieme allo zinco, c’è anche bisogno di magnesio. Il magnesio è importante perché molti enzimi lavorano con il magnesio (è un cofattore di numerosi enzimi). Ancora più importante, questo è importante rispetto alla vitamina D perché gli enzimi idrossilasi (25-idrossilasi e 1-alfa-idrossilasi) che convertono la vitamina D inattiva in calcitriolo bioattivo funzionano correttamente solo in presenza di magnesio. Perché quando prendi la vitamina D3 (colecalciferolo) che assorbi sotto forma di fiale o capsule, quella forma è completamente inattiva. Ha bisogno di essere modificata due volte, per diventare attiva. Viene modificato la prima volta nel fegato e deve essere modificata una seconda volta nel rene. Nel fegato è modificata da una 25-idrossilasi (è un enzima che si idrossila in posizione 25). La (25-idrossi) -vitamina D3 (detta calcidiolo) circola nel sangue e deve migrare al rene per essere trasformata una seconda volta da una 1-alfa idrossilasi in (1 alfa, 25) diidrossi-vitamina D3, detta calcitriolo. Quindi il calcitriolo è la forma attiva della vitamina D che è stata modificata due volte. Pertanto, con una carenza di magnesio, non è possibile convertire la vitamina D3 in calcitriolo.
Insieme al magnesio, devi avere anche vitamina K2, la vitamina C liposomiale, ma anche glutatione o selenio, e altre. Tutto ciò aiuterà le vie metaboliche, permettendo al corpo di funzionare correttamente, in modo ottimale perché non c’è carenza di vitamine, oligoelementi e minerali. Prendendo la vitamina D, attiverai molte vie metaboliche. E affinché tutti si attivino correttamente e in modo ottimale, tutto deve essere lì, vale a dire che tutti i possibili cofattori degli enzimi devono essere presenti.
Ha spiegato al Consiglio Scientifico Indipendente che viviamo in paesi dove d’inverno c’è poco sole. Il motivo per cui è difficile avere un corretto livello di vitamina D su base giornaliera poiché sarebbe necessario mangiare 80 uova o 1,5 chilogrammi di salmone o esporsi per 7 ore al sole: è impossibile. Ed è per questo che è necessario ricorrere alla supplementazione di vitamina D che si consiglia di assumere quotidianamente.
Infatti, è meglio assumere vitamina D tutti i giorni e in dosi maggiori rispetto a quanto consigliato fino ad ora. Ad esempio, in Inghilterra, hanno integrato la popolazione con vitamina D, a differenza della Francia, ma l’integrazione è stata effettuata con 400 UI al giorno, il che è insufficiente. Tuttavia, per una persona normale che pesa 70 chili, ci vorrebbero circa 4000 UI di vitamina D al giorno.
Ha spiegato che c’era poco rischio di overdose di vitamina D. Forse dovremmo stare un po’ più attenti con le overdose di zinco o selenio?
Assolutamente no, quando prendi vitamina D il rischio di sovradosaggio è quasi nullo. Per essere sovradosato, dovrebbe essere assunta per un lungo periodo di tempo e dovrebbero essere assunte dosi particolarmente elevate per avvicinarsi alla dose tossica dopo poche settimane o mesi. Perché la dose tossica, cioè la dose per cui inizia la tossicità della vitamina D, è stimata in 150 nanogrammi di calcidiolo per ml di sangue (o anche 200 nanogrammi di calcidiolo per ml), cioè il limite è molto alto. Si noti che l’aumento della vitamina D durante l’integrazione con vitamina D è generalmente lento, ma dipende dall’individuo.
Se prendi, ad esempio, due fiale da 100.000 UI di vitamina D, che producono istantaneamente 200.000 UI, e se esegui il test per la vitamina D pochi giorni dopo, potresti scoprire che il livello di calcidiolo non è
aumentato molto. Ad esempio, se fossi stato precedentemente a 30 nanogrammi di calcidiolo per ml, probabilmente non sarai nemmeno a 40 nanogrammi di calcidiolo per ml. Quindi l’ideale perché questo sia efficace è che venga assunto ogni giorno, con una dose soddisfacente e senza interruzioni. Come promemoria, è importante seguire l’evoluzione del livello di calcidiolo con il proprio medico, attraverso esami del sangue.
Vorrei tornare anche sulla vitamina C poiché Linus Pauling, premio Nobel per la chimica, grande promotore della vitamina C, diceva che va assunta in grammi.
Sì, è da uno a tre grammi. In caso di Covid-19 si consiglia di assumere due grammi di vitamina C al giorno (per qualche giorno).
E questo è qualcosa che è raramente consigliato. Inoltre, si presenta piuttosto in milligrammi e non sempre in forma liposomiale.
Sì, la forma liposomiale è adatta perché la vitamina C è liposolubile. È come la vitamina D, che idealmente dovrebbe essere assunta a mezzogiorno con un pasto leggermente grasso. La vitamina D è solubile nei grassi ma è insolubile in acqua. Assumerlo con un pasto grasso aumenta l’assorbimento della vitamina D di circa il 30%.
Molti temi sono stati discussi. Ci sono cose che vorrebbe aggiungere a questa intervista?
Sì, il punto importante su cui desidero nuovamente allertare (in particolare le autorità sanitarie) sono i pericoli associati alle vaccinazioni multiple di richiamo, legate alla tossicità diretta della proteina Spike (organi, tessuti e sistema immunitario), nonché all’ADE e Fenomeni ERD.
ERD è l’abbreviazione di Enhanced Respiratory Diseases.
Questa facilitazione delle malattie respiratorie include il fenomeno ADE. In ERD hai ADE e anche tutto ciò che rende più facile per le cellule essere infettate dal virus, ma ciò non dipende dagli anticorpi. Vi ricordo
che ADE è l’abbreviazione di Antibody Dependent Enhancement, cioè una facilitazione dell’infezione dipendente dagli anticorpi. Ma puoi anche avere una facilitazione dell’infezione che non dipende dagli anticorpi. Questo è presente nel fenomeno ERD. Parliamo principalmente di ADE ma dovremmo parlare di più di ERD perché si tratta del fenomeno globale.
Ad esempio, una sostanza che promuoverà una tempesta di citochine molto deleteria è associata all’ERD.
Il fenomeno non è quindi basato sull’ADE, poiché è indipendente dagli anticorpi.
Così, una molecola proinfiammatoria che attiri localmente numerose cellule del sistema immunitario che produrranno citochine deleterie per la cellula deve essere associata al fenomeno ERD.
Pertanto, il fenomeno ERD risponde anche all’immunopatologia cellulo-mediata.
Tuttavia, al di là dei fenomeni ERD/ADE, volevo tornare sul fatto che tutti questi booster portano a disfunzioni dell’immunità innata (e di conseguenza, dell’immunità adattativa/acquisita).
Esistono lavori scientifici che dimostrano che la proteina Spike, o l’iniezione ripetuta e massiccia di un vaccino, può portare a una deregolazione duratura del sistema immunitario.
Ciò suggerisce che le cellule dell’immunità innata non saranno più in grado di svolgere correttamente il loro lavoro. E questo può portare all’inizio di malattie autoimmuni. Se si effettuano iniezioni multiple e massicce dello stesso vaccino, si avrà un’inevitabile disfunzione dell’immunità innata, con l’insorgenza o l’aggravamento di malattie autoimmuni, o addirittura tumori, disturbi neurologici e altre patologie.
Pochi giorni fa è apparso uno studio su questo argomento su Lancet.
Effettivamente. Ci sono anche due documenti attualmente inviati per la pubblicazione:
https://grandeinganno.it/wp-content/uploads/2022/01/2020.07.29.227462v1.full_.pdf
e
https://grandeinganno.it/wp-content/uploads/2022/01/2021.08.11.455921v1.full_.pdf
Mostrano che la proteina Spike provoca una disfunzione dell’immunità innata. Diversi articoli già pubblicati puntano in questa direzione. Una pubblicazione del 2009 indica che immunizzazioni ripetute dello stesso antigene, oltre la soglia di tolleranza/criticità autorganizzata del sistema immunitario, determinano una disfunzione dell’immunità innata.
L’immunità innata riconosce le proteine del sé e del non sé. Quando l’immunità innata non funziona correttamente, può riconoscere una proteina del sé come una proteina estranea. Questo può avviare una
malattia autoimmune. Nel contesto delle malattie da Covid-19 derivanti da infezioni da Sars-CoV-2, sono già stati descritti problemi con l’immunità innata. Come mai ? Perché il sistema renina-angiotensina, che è iperattivato dal virus, controlla l’immunità innata. Ogni volta che il sistema renina-angiotensina è disfunzionale – e diventa disfunzionale a causa del virus – può deregolare l’immunità innata.
L’insorgenza di malattie autoimmuni può essere osservata con la presenza di anticorpi anti-ACE2, in alcune persone. Questi sono anticorpi contro il recettore cellulare per Sars-CoV-2 (l’enzima di conversione dell’angiotensina 2).
Talvolta si trovano anche anticorpi autoimmuni contro il fattore VIII della coagulazione (malattia autoimmune dell’emofilia acquisita) e anticorpi antipiastrinici (malattia autoimmune della porpora trombocitopenica immunologica). Alcuni anticorpi autoimmuni sono diretti contro la guaina mielinica (sclerosi multipla), ecc. Varie malattie autoimmuni possono essere scatenate e compaiono solo dopo diversi mesi o anche più di un anno. Questi effetti collaterali possono quindi essere latenti e manifestarsi
tardivamente. Per alcune persone con malattie autoimmuni, si può osservare un peggioramento della malattia.
Ci sono state testimonianze, in particolare negli Stati Uniti. Una madre ha testimoniato alla televisione americana sul caso della figlia di 13 anni che ha partecipato ai test Pfizer. Ora costretta a letto, si dice che questa ragazza abbia 13 malattie autoimmuni.
Questo è un caso estremo molto spiacevole. Ci sono due cose. Già, un articolo pubblicato nel 2009 suggeriva che, qualunque sia l’antigene, se vengono effettuati troppi booster (cioè se uno satura / fa traboccare il sistema immunitario), l’immunità innata sarà invariabilmente interrotta, portando all’insorgenza di malattie autoimmuni.
Inoltre, nel caso di Sars-CoV-2, per vaccinare, utilizzeremo un sistema biologico (mRNA, vettore virale) che produrrà la proteina Spike. Questa proteina Spike dregola un sistema (il sistema renina-angiotensina) che controlla l’immunità innata. Si ha quindi un doppio effetto. Da un lato, saturerai il sistema immunitario perché hai superato la soglia di tolleranza/criticità auto-organizzata del sistema, quindi scatenerai malattie autoimmuni. E in aggiunta, hai la proteina Spike che deregolerà questa immunità innata poiché agisce direttamente sul sistema renina-angiotensina che controlla questa immunità innata.
Personalmente temo che ci stiamo dirigendo verso una catastrofe sanitaria senza precedenti se continua la politica dei richiami multipli con vaccini quasi obsoleti e potenzialmente pericolosi (data la dimostrata tossicità della proteina Spike del vaccino). Poiché le autorità sembrano muoversi verso i richiami ogni 4-6 mesi, presto ci troveremo in una situazione critica. Pertanto, il problema non sarà più nemmeno ADE o ERD, ma potrebbe essere l’innesco di malattie autoimmuni, tumori e altre patologie. È proprio fondamentale ricordare che la proteina Spike sovraattiva il sistema renina-angiotensina che altera l’immunità innata e che il sistema renina-angiotensina, coinvolto in molte importanti vie metaboliche, è direttamente responsabile (quando iperattivato) di trombosi, coagulopatie, miocarditi, pericarditi, ecc.; Queste ultime sono infatti malattie da Covid-19 che saranno indotte o da un’infezione naturale con il virus Sars-CoV-2, o che saranno innescate direttamente dalla proteina Spike del vaccino.
Alla luce di quanto affermato in precedenza, dovremmo aspettarci una crisi sanitaria nei prossimi anni a causa non del coronavirus, ma di una politica di vaccinazione irragionevole?
Se questo continua sulla base di più richiami con i vaccini attuali, è a mio avviso molto probabile, per non dire inevitabile …
Dobbiamo fermare questa corsa precipitosa con vaccinazioni generalizzate (soprattutto dei bambini più piccoli) e richiami a tempi regolari, perché se proseguiamo con una quarta dose, una quinta dose, una sesta dose, ci sarà sicuramente una buona parte della popolazione che dovrà confrontarsi con questi effetti collaterali latenti e potenzialmente irreversibili.
Negli articoli di stampa si legge che non c’è nessun problema con la terza dose, che non ci sono quasi più effetti che con la seconda dose. Scrivono che gli effetti o sono equivalenti alla seconda dose del vaccino Pfizer, oppure ci sono alcuni effetti collaterali in più, ma niente di grave. Quindi, non ci sarebbero problemi con la terza dose del vaccino… questo è quello che affermano.
Personalmente ho fatto notare che ci sono problemi immediati con le dosi, soprattutto per le persone carenti di vitamina D, ecc. Ma gli effetti collaterali non si fermano agli effetti collaterali immediati. Solo perché una persona avrà la febbre per due giorni non significa che sia finita e il problema sia risolto. È molto più subdolo di così.
Quello che vediamo con gli effetti immediati è la punta dell’iceberg, vale a dire che c’è tutta una parte sommersa che non vediamo ma il giorno sarà visibile, sarà catastrofico perché non sarà possibile torna indietro. E lì, iniettando dosi consistenti di RNA messaggero durante le vaccinazioni di richiamo, cioè saturando il sistema, si va necessariamente verso una grossa disfunzione del sistema immunitario e verso malattie autoimmuni, e anche cancerose (malattie da Covid-19 che includono anche malattie autoimmuni e tumori). Comunque, il sistema renina-angiotensina ha molte funzioni, con possibili ripercussioni su molti tessuti e organi del corpo umano (cervello, polmoni, reni, cuore, milza, fegato, pelle, gonadi, ghiandole surrenali, sistema vascolare e intestino), perché controlla le funzioni renale, polmonare, cardiovascolare, l’immunità innata e il microbiota intestinale. Agisce sulla fibrosi e sull’ipertrofia d’organo (iperattivazione del recettore AT1R).
Anche vasculite? Poiché Sars-CoV-2 è una malattia respiratoria che agisce sui vasi.
Assolutamente. Il recettore ACE2 del sistema renina-angiotensina si trova sulle cellule endoteliali del sistema vascolare (cellule che rivestono la superficie interna dei vasi sanguigni), nonché sulle cellule epiteliali (cardiomiociti, ecc.) di vari tessuti e organi. È quindi possibile contrarre la vasculite proveniente dall’infiammazione dei vasi sanguigni. Anche l’endometrio femminile ed i testicoli sono ricchi del recettore ACE2, il che non esclude un possibile effetto diretto o indiretto della proteina Spike virale o vaccinale sul processo riproduttivo. Si ricorda che sono già stati segnalati problemi mestruali e aborti spontanei, ma non sappiamo ancora cosa accadrà sulla riproduzione.
A lungo termine, a forza di iniettarsi questi prodotti, l’effetto non può che essere dannoso.
Nella migliore delle ipotesi, non c’è effetto …
Ma, purtroppo, non sembra essere questo il caso, perché sono stati riportati effetti sulla coagulazione del sangue e sulle mestruazioni. E questo effetto sulla coagulazione del sangue è evidente perché il sistema renina-angiotensina si ritrova anche nel sistema vascolare. Cioè, su tutti i vasi sanguigni ci sono recettori ACE2 che sono recettori cellulari per il virus. E questo è il motivo per cui vediamo l’infiammazione perché il recettore AT1R che è iperattivato dal virus (tramite la sua proteina Spike) o dalla proteina Spike del vaccino è pro-infiammatorio, pro-ossidante, pro-angiogenico, pro-trombotico, pro- ipertrofico, pro-fibrosante e pro-ipertensivo. Pro-infiammatorio indica che induce questa tempesta di citochine e l’infiammazione. E poiché questo sistema si trova sui vasi sanguigni, produce infiammazione dei vasi sanguigni o vasculite.
Questo sistema si trova anche nel cervello; i disturbi neurologici sono possibili e persino già osservati.
Questo perché il virus ha dimostrato di essere in grado di infettare i neuroni o gli astrociti, che sono cellule che si trovano nel cervello.
A livello neuronale, questo si è manifestato in particolare con l’anosmia, che è la perdita dell’olfatto.
C’è anche la perdita del gusto, chiamata ageusia. Possiamo vedere che ci sono ripercussioni ovunque poiché questo sistema renina-angiotensina (che attacca Sars-CoV-2) si trova a livello di tutti gli organi. Si trova nel cervello, nelle gonadi, nell’intestino, nel cuore, nei polmoni, nel fegato, nei reni, nelle ghiandole surrenali, nella milza, nel pancreas, nel sistema vascolare, nella pelle. È davvero ovunque.
Quindi, questo significa che giocando a un piccolo apprendista stregone, e continuando a iniettare ripetutamente questa composizione di vaccino imperfetta, stiamo invariabilmente andando contro il muro.
Queste iniezioni multiple sono irragionevoli e pericolose per la nostra salute e non capisco – anche se c’è comunque un comitato scientifico – perché non se ne rendano conto (è ancora utile ricordare che la proteina Spike del vaccino è potenzialmente dannosa/tossica e disturba l’immunità innata ?).
È probabile che questo comitato scientifico sia obbligato ad allinearsi alla politica sanitaria del governo – perseguita da molti paesi – il cui scopo è la vaccinazione obbligatoria per tutti, indipendentemente dal contesto sanitario. Queste decisioni mi sembrano estremamente (follemente) pericolose. Vaccinando con richiami multipli e regolari, sembrano vedere solo una cosa: aumentare la proporzione di anticorpi neutralizzanti di dieci, venti o trenta per aumentare la protezione. Non vedono o tengono conto di tutti gli aspetti negativi di questi booster, sul corpo e sul sistema immunitario.
Tuttavia, questi effetti negativi sono molto maggiori dei vantaggi che si potrebbero avere con un aumento della produzione di anticorpi neutralizzanti, soprattutto contro le varianti Delta e Omicron che sono poco (Delta) o molto poco (Omicron) letali. Tra tossicità diretta della proteina Spike, potenziali malattie autoimmuni, tumori, trombosi, trombocitopenia, miocardite, pericardite, ecc. e poca protezione immunitaria residua contro un virus molto contagioso ma poco letale, la scelta è ovvia.
Per la prima volta, molto rapidamente, la vaccinazione è stata autorizzata mentre eravamo nella fase 3. Non ci sono state battute d’arresto quando abbiamo iniziato a vaccinare nella popolazione generale. Negli ultimi mesi abbiamo iniziato a vaccinare i giovani dai 12 anni e ora i bambini dai 5 anni. Come spiega che le autorità sanitarie come l’Haute Autorité de Santé (HAS) raccomandano la vaccinazione per questa fascia di età?
La vaccinazione di massa dei bambini è una decisione irrazionale perché i bambini non subiscono una forma letale, tranne in casi eccezionali di comorbidità estreme. Possono esserci solo fattori negativi per i bambini.
Come mai ? Perché possiedono un’immunità innata molto potente (oltre a favorevoli peculiarità fisiologiche a livello del sistema renina-angiotensina, un sistema tissutale BALT a protezione dei bronchi per l’eliminazione dei patogeni, ecc.), in grado di neutralizzare questo virus che è benigno per loro. Poiché hanno un sistema immunitario innato che risponde in modo molto forte, saranno ancora più sensibili agli effetti deleteri della proteina Spike, motivo per cui avranno più miocarditi, pericarditi, ecc. E queste patologie sono aumentate (fino a 40 volte!) nei bambini che hanno un sistema immunitario particolarmente efficace e molto reattivo.
La vaccinazione è iniziata logicamente in Francia e nel mondo con gli anziani e coloro che presentavano comorbidità significative. Oggi non esiste una logica sanitaria per vaccinare i bambini: la letalità è zero, la protezione è debole (e per loro non necessaria) e la trasmissione – materia controversa – è bassa o nulla. Il pericolo della vaccinazione per la salute dei bambini è invece massimo.
Per questa vaccinazione senza senno di poi ha parlato di una decisione folle. Credo che questa sia la prima volta nella storia della vaccinazione che le iniezioni vengono decise così rapidamente nella popolazione generale. È a conoscenza di una situazione simile a quella che stiamo vivendo?
Che prendiamo così poche precauzioni consuete con queste vaccinazioni multiple e continui richiami, senza avere salvaguardie e battute di arresto… Ho la sensazione che questa sia la prima volta che lo vediamo. Le decisioni di richiamo vengono prese senza essere state oggetto di studi. Quindi lanciamo i richiami, 3a dose e presto una 4a e una 5a dose? Questi non sono mai stati studiati dal produttore del vaccino perché non c’è alcuna esperienza in merito. E che dire dei booster quando si mescola un vaccino adenovirus con un vaccino RNA messaggero? Non è mai stato testato prima. Non esistono dati di sorveglianza e farmacovigilanza sulle iniezioni di vaccino, ad esempio per le persone che hanno ricevuto inizialmente un vaccino mRNA e successivamente un vaccino adenovirus, o viceversa.
La produzione e lo sviluppo di un vaccino sono generalmente lunghi e complessi, anche quando si sceglie una tecnica comprovata (vaccino con virus inattivato o vaccino con virus attenuato). Oggi, non siamo più nel lungo periodo. Quali sono i rischi?
Ci vogliono anni di esperienza e oggi non c’è proprio niente, vale a dire, stiamo camminando completamente alla cieca. Siamo nella nebbia totale. Le autorità vanno avanti a tastoni raccomandando vaccinazioni a tutto spiano, richiami a tutto spiano, senza alcuna base scientifica ed esperienziale.
Gli effetti collaterali possono richiedere molto tempo per manifestarsi. Dicono che se non hai visto effetti collaterali dopo due mesi, va tutto bene. Questo non è corretto. Possiamo avere problemi, ad esempio
malattie autoimmuni o tumori che impiegheranno mesi a manifestarsi. Ma il giorno in cui questi effetti collaterali si manifestano, sarà troppo tardi, perché non è possibile tornare indietro. Se il beneficio per i bambini è nullo, si dice che sia una misura a tutela dei più grandi… non è nemmeno così perché i vaccinati trasmettono ancora il virus. Esistono alcuni dati sperimentali che mostrano che le persone vaccinate trasmettono il virus allo stesso modo delle persone non vaccinate. Di conseguenza, tutti i benefici che ci si aspetterebbe all’inizio della vaccinazione sono ora scomparsi o stanno per scomparire. Questi vaccini di prima generazione stanno diventando obsoleti mentre rimangono potenzialmente pericolosi a causa della proteina Spike del vaccino e forse di alcuni adiuvanti (NdR. “Eccipienti”).
Trovo molto scioccante chiedere alle generazioni più giovani di correre dei rischi per le persone anziane. Ancora una volta bisogna tutelare questa popolazione anziana, possibilmente monitorarla. Ma chiedere alle giovani generazioni di correre dei rischi per favorire chi ha 75, 80 anni, è ancora qualcosa che non avevamo mai visto prima. Come lo spiega?
E, inoltre, non è nemmeno sicuro che li aiuti. Perché stiamo raggiungendo una fase in cui la situazione dei non vaccinati non è peggiore di quella dei vaccinati (ci sono articoli che mostrano che la trasmissione virale è paragonabile tra un non vaccinato e un vaccinato). Se fino ad ora c’è stata una riduzione, cioè quando siamo stati vaccinati abbiamo trasmesso meno virus rispetto a prima della vaccinazione, ora sembra che non sia più così. Dato che stiamo ancora utilizzando vaccini di prima generazione, più andiamo avanti, più questo diventerà più pronunciato: i prodotti diventeranno sempre meno efficaci quanto più saranno già vicini all’obsolescenza. Pertanto, non ci sarà efficacia per la protezione contro l’infezione, non ci sarà efficacia per la trasmissione. Ci saranno solo gli svantaggi di questi vaccini e questi possono essere molto gravi. Stiamo già vedendo gli effetti collaterali di questi vaccini. Sono sempre di più le pubblicazioni scientifiche che rivelano la pericolosità di questi vaccini e della proteina Spike del vaccino, e questo è un crescendo di fenomeni ADE/ERD ed effetti della tossicità diretta della proteina Spike. Andrà sempre peggio.
Tutta questa conoscenza che ha trasmesso in questa intervista, non la sentiremo nei principali media televisivi che censurano i ricercatori che non approvano una politica sui vaccini per tutte le categorie della popolazione. Il grande pubblico, quindi, non sempre vi ha accesso. Chi non ha avuto accesso a questa conoscenza pensa vaccino = protezione = neutralizzazione e non ha idea di che cosa possano essere gli anticorpi facilitatori. Si ha l’impressione che il dibattito scientifico, che avrebbe dovuto esistere come in ogni democrazia che si rispetti, non abbia avuto luogo. Cosa ne pensa di questa situazione?
In effetti, il dibattito scientifico non esiste. Quando scrivo alcuni post sui social media sugli effetti collaterali dei vaccini, questi vengono spesso eliminati. Non appena vengono segnalati i pericoli che possono essere collegati ai richiami, la segnalazione viene eliminata direttamente. Si parla di fake news e su LinkedIn i post spariscono. Personalmente, ho avuto cinque o sei post che sono stati fatti fuori. Ogni volta, questi erano post che mostravano che vaccinare non era innocuo, che ci possono essere effetti collaterali, soprattutto durante i richiami. E tutto ciò che vediamo in TV è solo a favore dei vaccini… I vaccini salvano vite… Tutto è fatto per promuovere la vaccinazione anti-Covid-19… Siete in una buona posizione per la conoscenza. Non sono contro i vaccini, ma sono contro un uso abusivo e irresponsabile di questi cosiddetti vaccini, a causa dei loro pericoli per la nostra salute, e in particolare quella dei più piccoli.
Non appena proponi un altro punto di vista scientifico, diventi un emarginato, un cospiratore, una persona a cui non dare voce. Peccato… le autorità hanno varato una politica di vaccinazione a tutti i costi… gli aspetti sanitari sembrano non importare. L’obiettivo è vaccinare, vaccinare e vaccinare tutto il mondo, che ciò sia utile o meno. E questo, chiaramente, non solo è diventato inutile con vaccini quasi obsoleti, ma è rischioso, perché pone grandi pericoli per la salute (a più o meno lungo termine) della popolazione e dei bambini. Questi molteplici richiami sono peggio di qualsiasi altra cosa. In un primo momento poteva essere discutibile perché c’era una certa efficacia del vaccino. Inoltre, i principali effetti collaterali indotti dalla proteina Spike del vaccino non erano immediatamente visibili all’inizio della vaccinazione di massa.
Ma ora il fatto è palese. Siamo di fronte a gravi pericoli ed è ora di allertare tutti. Le autorità hanno avviato la vaccinazione dei bambini a partire dai 5 anni. Ci sono già test in corso anche nei bambini più piccoli, così come nei neonati. Ciò che stupisce è che questo entusiasmo irragionevole per la vaccinazione di massa si stia manifestando su scala globale, vale a dire che abbiamo l’impressione che ci sia un accordo, una sorta di consenso tra molti paesi affinché il mondo possa mettersi al passo con vaccinazione totale e dell’intera popolazione. Questo è ciò che è incomprensibile in quanto vi è un numero crescente di dati scientifici che dimostrano gli effetti perversi di una proteina Spike del vaccino chiaramente deleteria. Ma questo non impedisce loro di continuare a voler vaccinare tutti… Il principio di precauzione che dovrebbe avere la precedenza nell’ambito della vaccinazione non viene applicato, siamo a ruota libera.
Sembra che la situazione stia evolvendo verso la consapevolezza. Purtroppo, questa consapevolezza spesso arriva dopo una tragedia. Un bambino ha la miocardite a 17 anni. Ovviamente, la famiglia è colpita. I vicini lo sanno. Ma avremmo preferito che ciò fosse evitato. Prima ha menzionato il caso di Israele, dove il comitato consultivo si è opposto ai colpi di richiamo. Credi che il suo consiglio verrà seguito?
Il comitato consultivo per la sicurezza dei vaccini israeliano ha detto no alla quarta dose. Questa è una buona cosa, perché è la prima volta che un comitato ufficiale ha emesso un parere negativo per la vaccinazione. Tuttavia, questo consiglio è stato rapidamente spazzato via dal governo, che ha imposto una quarta dose, per poi fare marcia indietro di fronte a una seria opposizione. Ciò dimostra che le considerazioni puramente sanitarie non sono una priorità. Quindi, sembra che vogliamo ripetere le vaccinazioni ogni quattro o cinque mesi, o anche ogni tre mesi. Ci sono persone che stanno iniziando a rendersi conto che ci stiamo dirigendo verso un’enorme catastrofe sanitaria e che è giunto il momento di tornare indietro.
NdR: Israele ha poi approvato la quarta dose, “per i più vulnerabili”, il 30 dicembre (l’intervista è stata effettuata prima di tale data).
C’è un contrasto anche negli Stati Uniti, dove c’è una pletora di appelli contro il mandato del presidente Biden che richiede la vaccinazione per tutti coloro che lavorano in un’azienda di oltre 100 persone. C’è resistenza in questo paese. Alcuni stati non richiedono più che la mascherina venga indossata per molto tempo. In alcuni stati, le aziende vengono multate per aver richiesto la vaccinazione dei propri dipendenti. È un Paese attualmente diviso, dove si combatte. Da noi è ancora l’opposizione molto timida anche se esiste.
Sì. Dopodiché, monitoreremo sicuramente la tendenza, se questa si sposta in altri paesi “leader” nella vaccinazione, come Stati Uniti, Inghilterra, Israele, Germania … Penso che lo farà. Si fermerà solo quando ci sarà una “rottura”. Il problema è che sarà troppo tardi. C’è un urgente bisogno di rendersi conto dei problemi di questi vaccini. E non è questione di essere NOVAX.
È una questione specifica di questo vaccino che pone un problema reale.
Certo, oggi siamo nella semplificazione di pensiero, non abbiamo più il diritto di esprimere dubbi su questo vaccino, a rischio di essere definitivamente classificati come NOVAX, cosa che permette di bloccare il dibattito, di non affrontare tutto ciò che è infinitamente più complesso e per impedire a un certo pubblico di accedere a conoscenze sempre più censurate. Ma grazie a persone come lei, grazie alle sue ricerche che noi trasmettiamo, speriamo che avvenga una presa di coscienza e che usciremo il prima possibile da questa pericolosa situazione. Grazie mille Professor Sabatier per questa affascinante intervista.
Sono io che ti ringrazio.
Abbiamo se ho ben capito un virus comparso nel 19 commissionato da più’ nazioni, per difese militari. La sua fuga ha costretto i paesi ad inoculare sieri sperimentali che oggi coprono circa 20 o 30% essendo obsoleti. l’ omicron e’ meno mortale ma il green pass resta ,piuttosto si liquidano i non vaccinati.Preziosi per confrontare i vaccinati ” sintetici” dai vergini no vax se parliamo di stabilire se un robot e’ meglio di un umano. I conti non tornano