Un’innovativa iniziativa è stata lanciata nel Regno Unito, dando il via al primo test di un Reddito di Base Universale mai sperimentato prima. Un gruppo selezionato di partecipanti sarà destinatario di pagamenti mensili senza vincoli, eliminando la necessità di dimostrare impegno nello studio, nel lavoro o nella ricerca di un’occupazione. Una sorta di “denaro gratuito” che segna un nuovo capitolo nell’ambito delle politiche sociali.
Questa sperimentazione, senza precedenti nell’Occidente, si presenta come un audace esperimento sociale. Trenta individui nel Regno Unito riceveranno un assegno mensile di 1.600 sterline, pari a circa 1.850 euro, senza alcuna condizione o restrizione, rappresentando un tentativo pionieristico di introdurre il concetto di Reddito di Base Universale in una nazione occidentale.
Cos’è, dunque, il Reddito di Base Universale e quali sono i suoi scopi? Il nome stesso fornisce un’indicazione: si tratta di un reddito garantito per ciascun individuo all’interno di una società, senza alcuna discriminazione, concepito per coprire le necessità essenziali delle persone e stabilire un livello minimo di reddito. Questa erogazione è destinata agli individui singoli anziché ai nuclei familiari, con pagamenti regolari invece che in una somma unica. Non esistono requisiti da soddisfare per ricevere questo reddito. Tutti ne beneficiano, indipendentemente dal loro reddito, dalla presenza o meno di un’occupazione (e quindi di un reddito aggiuntivo), dallo status di studente o dall’essere inattivi. Il Reddito di Base viene erogato in denaro contante, accreditato su un conto bancario, contrapponendosi in maniera decisa ad altre forme di assistenza come i voucher o i servizi erogati direttamente. In questo senso, il Reddito di Base si distingue nettamente, ad esempio, dal concetto di Reddito di Cittadinanza.
Tale iniziativa è innegabilmente un banco di prova: i trenta partecipanti sono stati selezionati da due precise aree geografiche, ovvero il centro di Jarrow, nel nord-est, e East Finchley, nel settentrione di Londra. L’ente gestore di questo progetto è il “think tank” Autonomy.
Gli studiosi accompagneranno da vicino i beneficiari del Reddito di Base per comprenderne l’impatto sulle loro vite. Parallelamente, un gruppo di controllo, privo del beneficio, è stato costituito per consentire agli studiosi di comparare i comportamenti di coloro che ricevono il Reddito rispetto a quelli che ne sono esclusi.
Quali sono le motivazioni dietro a questa audace sperimentazione del Reddito di Base Universale? I sostenitori di questa idea sostengono che essa potrebbe semplificare il sistema di assistenza sociale e contribuire alla lotta contro la povertà. Will Stronge, Responsabile della Ricerca presso Autonomy, ha dichiarato:
«Numerose evidenze dimostrano che questa misura potrebbe ridurre direttamente la povertà e migliorare il benessere di milioni di persone: i potenziali vantaggi sono troppo significativi per essere sottovalutati».
Uno dei possibili vantaggi del Reddito di Base potrebbe consistere nel liberare gli individui dai vincoli che caratterizzano altri modelli (ricerca di lavoro, monitoraggio, ecc.), oltre a evitare il “fardello” di ricevere un sostegno statale. Inoltre, il Reddito di Base potrebbe rappresentare una barriera contro le eventuali interruzioni future nello stile di vita e nel mondo del lavoro causate da fattori esterni, come l’intelligenza artificiale e l’automazione. Alcuni teorizzano addirittura che possa anticipare un modello di welfare futuro in cui pochi lavoreranno mentre le macchine intelligenti prenderanno il sopravvento, lasciando agli individui il tempo di “gustarsi” la vita.