Oggi, l’Estonia ha già implementato 13 misure di intelligenza artificiale in cui i lavoratori vengono sostituiti per essere più efficienti, ma il progetto più ambizioso e controverso del Paese ha a che fare con la creazione di “giudici robot”. Il ministero estone ha chiesto a Velbsberg e al suo team di implementare l’intelligenza artificiale in processi più piccoli, quelli in cui ci sono controversie da 7.000 euro o meno. L’intelligenza artificiale consentirebbe di accelerare dozzine di arretrati che i giudici e gli impiegati dei tribunali non sono attualmente in grado di affrontare.g
I “giudici robot” sono ancora agli inizi e per la fine dell’anno è previsto un test pilota incentrato sulle controversie contrattuali. La tua domanda funzionerà come segue: le due parti caricheranno i loro documenti e le informazioni rilevanti del caso su una piattaforma, dove l’IA prenderà una decisione che può essere impugnata da un giudice “umano”. Il sistema è ancora in vigore e Velsberg ha spiegato che potrebbe essere modificato in base al feedback che stanno ricevendo da avvocati e giudici.
Il paese baltico è forse il paese ideale per implementare i “giudici robot”. L’Estonia ha un database di 1,3 milioni di cittadini con una carta d’identità nazionale con cui vengono eseguiti servizi online, come il voto elettronico o la dichiarazione dei redditi digitale.
I database governativi sono collegati tra loro da un sistema chiamato X-road; un’infrastruttura digitale che facilita lo scambio di dati. Inoltre, i cittadini stessi possono verificare chi ha avuto accesso alle loro informazioni, se lo desiderano.
Per quanto riguarda la sicurezza, Tanel Tammet, professore di informatica alla Tallinn University of Technology, sottolinea: “Le informazioni private e riservate non sono nelle mani del governo, ma nelle mani delle banche e delle telecomunicazioni”. Da parte sua, David Engstrom (Stanford University), esperto di governance digitale, spiega che i cittadini estoni possono fidarsi dell’uso dei dati digitali da parte del loro governo ma che in futuro la situazione potrebbe cambiare “se il processo decisionale basato sull’IA fallisce”.
L’Estonia non è il primo paese a unificare l’intelligenza artificiale e la legge, anche se potrebbe essere il primo a darle autorità decisionale. Negli Stati Uniti, ad esempio, gli algoritmi aiutano a raccomandare condanne penali in alcuni stati. Il caso più noto è quello della chat di DoNotPay, con sede nel Regno Unito, che negli ultimi anni ha aiutato a invalidare 160.000 multe per il parcheggio a Londra e New York.
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Avete applaudito quando ci hanno chiusi in casa? Quando ci hanno detto che era “per il nostro bene”, e voi, obbedienti, avete accettato senza fare domande, senza sollevare dubbi, senza pretendere trasparenza? Avete approvato ogni misura, ogni decreto, ogni restrizione, convinti che fosse la scelta giusta, che il governo sapesse cosa stava facendo. Avete detto sì al coprifuoco, sì ai permessi per uscire, sì al distanziamento tra bambini, sì alle mascherine all’aperto, anche da soli, anche in pieno sole.
E, soprattutto, avete detto sì all’obbligo vaccinale. Avete accettato che un trattamento sanitario venisse imposto per decreto. Avete tacciato di egoismo chiunque chiedesse chiarezza, chiunque invocasse il diritto di scegliere. Non avete difeso il principio del consenso informato, né la libertà personale. In nome di una “scienza” ridotta a dogma, avete voltato le spalle alla Costituzione, ai diritti dell’uomo, alla dignità dell’individuo.
Avete accettato anche l’installazione lampo del 5G a 60 Hz, senza chiedervi perché tanta urgenza, senza pretendere un vero dibattito pubblico, senza la minima garanzia di sicurezza, salute o trasparenza. Tutto è stato deciso, e voi avete acconsentito.
Intanto, mentre voi vi adattavate — con la mascherina ben indossata e il Green Pass sempre pronto — venivano stracciati i principi fondamentali della Costituzione, ignorate le tutele sancite dalla Carta dei Diritti dell’Uomo, e calpestate le linee guida della Convenzione di Oviedo, che parlano chiaramente di consenso informato e dignità umana.
E adesso? Adesso ci dicono che il futuro sarà “sostenibile”. Ma sostenibile per chi? Di certo non per chi lavora. Perché presto, molto presto, il lavoro come lo conosciamo non esisterà più. Altro che smart working: saremo confinati a casa non per lavorare, ma perché non servirà più la nostra presenza. Saremo superflui. Verrà introdotto il reddito universale, così tutti avranno il minimo indispensabile per vivere e nessuno avrà più voce in capitolo. In cambio? Silenzio e obbedienza.
Non illudetevi: l’intelligenza artificiale non si fermerà nei tribunali. Non sarà applicata solo a giudici, avvocati e traduttori. Raggiungerà anche medici e infermieri, impiegati e contabili, autisti e operai, cuochi, baristi e commessi. Chiunque svolga un lavoro che può essere digitalizzato, automatizzato, schedato, sarà sostituito. E il cambiamento non è teorico: è già in atto.
La Sony, ad esempio, possiede una fabbrica interamente automatizzata che produce una PlayStation 4 ogni 30 secondi, senza l’intervento di un solo operaio. Questo non è un sogno futuristico: è il presente. Eppure ci continuano a parlare di progresso, di sviluppo sostenibile, di transizione ecologica. Ma sostenibile per chi? Per le macchine? Per i profitti?
Benvenuti nel futuro: un mondo “green”, pulito, automatizzato. Un mondo senza lavoratori, senza dissenso, senza esseri umani. Perché gli esseri umani, si sa, sono scomodi. Consumano risorse, hanno bisogni, esprimono opinioni… ed emettono CO₂.

Il cancro dell’itaGlia sono gli itaGli-ani, il gregge più scemo e credulone del mondo intero, da una parte ben venga l’estinzione umana, tanto oramai questo pianeta lo hanno trasformato in un inferno
Nuovo. ordine mondiale…ora di qua ora di la’ si procede in quella direzione e noi tutti tranne pochi eletti, faremo la fine dei sorci.