Il rapporto dell’Australian Strategic Policy Institute evidenzia come la Cina utilizzi aziende tecnologiche, tra cui Huawei, per sorvegliare e reprimere la minoranza musulmana degli Uiguri nello Xinjiang. Huawei fornisce telecamere di sorveglianza, sistemi di riconoscimento facciale e collabora con le forze di sicurezza cinesi nella regione. Nel corso degli ultimi anni, il Partito Comunista Cinese ha aumentato la sua influenza nelle società private, in particolare nel settore tecnologico e di Internet. Si stima che molte imprese straniere in Cina abbiano organizzazioni del partito al loro interno.
La Cina ha sviluppato sofisticati sistemi di controllo, come droni robotizzati simili ad uccelli, che vengono utilizzati per la sorveglianza delle persone in diverse province. Questi droni sono dotati di telecamere ad alta definizione, riconoscimento facciale e GPS, consentendo l’identificazione di individui ricercati in pochi secondi. Inoltre, la Cina ha sviluppato una tecnologia avanzata di riconoscimento facciale basata su un vasto database di immagini, permettendo un’identificazione precisa dei volti.
Il controllo esteso si estende anche all’ambito lavorativo, ad esempio con l’utilizzo di sensori wireless nei caschetti degli operai per monitorare le loro onde cerebrali e regolare le pause in base alle emozioni rilevate, al fine di massimizzare la produttività.
La Cina ha anche implementato un sistema di monitoraggio dei debitori, rendendo pubblici i dati sulle persone che non pagano le multe o i debiti. È stata sviluppata un’applicazione chiamata Laolai Map che consente alle persone di identificare i debitori nelle vicinanze, con foto, nome e indirizzo, limitando loro l’accesso a servizi come i viaggi in aereo o in treno, l’iscrizione a scuole costose e l’acquisto di case.
Questo modello di controllo autoritario abilitato digitalmente, sviluppato in Cina, sta influenzando anche altri regimi non democratici nel mondo, che adottano tecnologie simili per reprimere le libertà individuali, limitare l’accesso a Internet e sorvegliare attivisti e giornalisti. L’assistenza tecnica della Cina viene spesso fornita per l’installazione di sistemi di controllo in questi paesi, come nel caso del Myanmar, dove esperti cinesi hanno aiutato ad implementare un “grande Firewall” per controllare il traffico Internet.