Nel contesto della Spagna del XV secolo, l’impresa di Cristoforo Colombo rappresentò un audace tentativo di offrire rifugio agli ebrei perseguitati sotto il regno di Ferdinando e Isabella di Castiglia. Secondo Simon Wiesenthal, noto autore e cacciatore di nazisti, Cristóbal Colón (Cristoforo Colombo) era un sefardita, appartenente alla comunità ebraica spagnola.
Nel marzo del 1492, i Re Cattolici, Isabella I di Castiglia e Ferdinando II di Aragona, firmarono il verdetto dell’espulsione degli ebrei dai loro territori. L’editto ordinava l’espulsione degli ebrei dal regno di Aragona e dai suoi territori, che includevano anche la regione della Catalogna il 31 luglio 1492 e scadeva entro la mezzanotte del 2 agosto 1492. Pochi anni dopo un provvedimento di tal genere e dai medesimi effetti entrò in vigore anche nel regno portoghese con il sovrano Manuele I.
Testo Originale (Spagnolo):
“Mandamos a los judíos que de aquí en adelante no osen venir ni pasar a estos reinos ni a ninguno de ellos, ni residir en ellos, ni en parte alguna de los Reinos y Señoríos, salvo en aquellas ciudades y lugares que vosotros y cada uno de vosotros tenéis de los concejos de cada ciudad, en donde podéis morar y haber vuestras casas y bienes y tratar en ellos y tener tratos y contratos y en ninguna otra parte.”
Traduzione in Italiano:
“Ordiniamo ai Giudei che d’ora in poi non possano più entrare o passare in questi regni o in uno di essi, né risiedervi, né in alcuna parte dei regni e delle signorie, se non in quelle città e in quei luoghi che voi e ciascuno di voi avete nei consigli di ogni città, dove potete abitare e avere le vostre case e i vostri beni e trattare in essi e avere accordi e contratti, e in nessun altro luogo.”
L’Editto dell’Alhambra, pur senza menzionare direttamente le operazioni finanziarie, si inseriva saldamente nel contesto economico dell’epoca, soprattutto in relazione alla partecipazione degli ebrei in settori come il prestito di denaro e le transazioni finanziarie.
Il decreto stabiliva che gli ebrei non potevano stabilirsi nei regni di Castiglia e Aragona, con alcune eccezioni circoscritte alle città specifiche in cui avevano ottenuto il diritto di residenza. Ciò ebbe un impatto rilevante sulle attività economiche degli ebrei, che erano spesso attivi nel campo finanziario. La limitazione nell’accesso a molte regioni comportava essenzialmente l’esclusione degli ebrei da importanti centri economici, compresi quelli legati alle transazioni finanziarie.
Pur senza approfondire gli aspetti specifici della finanza, l’editto faceva implicitamente riferimento alla connessione tra l’espulsione degli ebrei e le loro attività economiche, tra cui la finanza. La decisione di confinarli in determinate località rifletteva una preoccupazione per il loro coinvolgimento economico e finanziario sull’intero territorio.
Un’ora prima della scadenza di questa misura (mezzanotte del 2 agosto 1492), Colombo salpò alla volta delle Indie, avviando la sua celebre spedizione. Una mossa sorprendente che segnò la fine di secoli di presenza ebraica nella penisola iberica. Al contrario di Francia e Inghilterra, dove gli ebrei erano stati già cacciati tra il XIII e il XIV secolo, questa decisione rappresentò una svolta radicale per la Spagna.
La motivazione di Colombo era intrisa di una convinzione diffusa: la speranza di scoprire una nuova “terra promessa” nelle Indie, una regione ritenuta nel cuore dell’Asia, dove si pensava potessero esistere regni ebraici.
Così, l’odissea di Colombo si intrecciò con il dramma degli ebrei spagnoli, creando un capitolo complesso e affascinante nella storia della scoperta del Nuovo Mondo. La sua spedizione, che all’inizio aveva come obiettivo principalmente un percorso verso le Indie, si trasformò in una ricerca carica di simbolismo e speranza per coloro che cercavano rifugio e una nuova patria.
Wiesenthal, attraverso una meticolosa analisi di documenti poco conosciuti, offre una nuova e affascinante analisi che intreccia la scoperta del Nuovo Mondo con la lunga storia della persecuzione degli ebrei. Il suo sguardo acuto su fonti meno conosciute gettano una nuova luce sulla motivazione di Colombo e sul contesto storico dell’epoca.
Wiesenthal passa in rassegna documenti poco noti, dandone un’interpretazione suggestiva che colloca la scoperta del Nuovo mondo all’interno della persecuzione millenaria nei confronti degli ebrei.
Simon Wiesenthal (1908-2005), reduce dai campi di concentramento, ha svolto un ruolo chiave nel dopoguerra collaborando con i servizi segreti americani per smascherare numerosi criminali nazisti, inclusi personaggi di spicco come Adolf Eichmann. Oltre alla sua attività investigativa, Wiesenthal è stato uno studioso dei problemi storico-culturali ebraici, con una prolifica produzione letteraria che include opere come “Gli assassini sono tra noi” (1973), “Giustizia, non vendetta” (1999), “Il girasole” (2006) e “Max e Helen” (2015).