Nel 1967, Klaus Schwab ha conseguito un dottorato in economia presso l’Università di Friburgo, in Svizzera, nonché un master in amministrazione pubblica presso la John F. Kennedy School of Government di Harvard negli Stati Uniti. Mentre era ad Harvard, Schwab fu istruito da Henry Kissinger, che in seguito avrebbe detto essere tra le prime 3-4 figure che avevano maggiormente influenzato il suo pensiero nel corso della sua intera vita.
Henry Kissinger nacque a Fürth, in Baviera, in una famiglia ebraica tedesca originaria di Bad Kissingen; suo padre, Louis Kissinger (1887-1982), era un insegnante, sua madre Paula Stern (1901-1998) una casalinga che accudiva la casa e i due figli, Heinz e Walter (1924-2021). Kissinger sposò nel 1959 Ann Fleicher, rifugiata ebrea come lui, dalla quale aveva avuto due figli, Elizabeth e David, ma dopo 15 anni di matrimonio si separò da lei, che, qualche anno dopo, definì il loro matrimonio “totalmente infelice”. Suo figlio David è presidente del gruppo mediatico NBC.
L’uomo che lanciò Kissinger nella politica governativa fu Nelson Rockefeller, miliardario, persona di potere e di grande prestigio, repubblicano e collaboratore del presidente Eisenhower. L’incontro fra i due avvenne nel 1955, nel corso di un seminario che Rockefeller aveva organizzato a New York con istituti di cultura e organismi governativi per esaminare vari problemi di politica internazionale. Rockefeller offrì a Kissinger di lavorare alla Fondazione Rockefeller con il titolo di direttore degli studi speciali.
Kissinger ebbe un ruolo di sostegno attivo al colpo di Stato militare dell’11 settembre 1973, operato da Augusto Pinochet, instauratore di un regime autoritario accusato di commettere crimini contro l’umanità, organizzatore di un golpe in cui perse la vita il presidente socialista democraticamente eletto, Salvador Allende e altri 3000 cittadini cileni. Nel 2001 iniziarono a essere formalizzate accuse precise in merito (tra cui l’aver ordinato l’omicidio del generale René Schneider) e vennero aperte varie inchieste. Il 28 maggio 2001, a Parigi, Kissinger ricevette un mandato di comparizione dalla magistratura francese per testimoniare sulla sparizione di cinque cittadini francesi nei primi giorni della dittatura di Pinochet; Kissinger, però, lasciò la Francia la sera stessa.
Nel dicembre 1975 Ford e Kissinger incontrarono a Giacarta il presidente indonesiano Suharto e, secondo taluni, diedero la loro approvazione all’invasione di Timor Est, che porterà al massacro di 200.000 abitanti di quel territorio.
Nel 2001 il giudice argentino Rodolfo Corral emise nei suoi confronti un mandato di comparizione per la presunta complicità nell’“Operazione Condor”. Nonostante quest’incriminazione, e quella ricevuta della magistratura francese, nel 2002 il presidente George W. Bush lo nominò presidente della commissione incaricata di chiarire gli eventi dell’11 settembre 2001: questo suscitò aspre critiche da parte di coloro che lo accusavano di crimini di guerra; Kissinger si dimise dalla commissione il 13 dicembre 2002.
Discussa è stata la sua vita in più di un’occasione: il rapporto con Mao, la sua influenza durante il golpe cileno, l’intervista di Oriana Fallaci, con cui la giornalista cercava, invano, di scoprire importanti rivelazioni sulla politica post-moderna da uno dei protagonisti politici più controversi.
ROMA – L’apertura di Aldo Moro al Pci suscitò inopportune prese di posizione da parte degli Stati Uniti: lo rivelò Giulio Andreotti in una intervista all’Ansa sinora rimasta inedita e visibile sul sito Ansa.it. ‘Quando Moro e Rumor ebbero quella specie di preventiva lavata di testa nel loro viaggio a Washington, questo fu inopportuno. Forse era stata presa in considerazione qualche ipotesi dei loro servizi qui a Roma del tutto priva di fondamento’, spiegò il senatore a vita, invitando a mettere nel dimenticatoio certe vicende: ‘c’é da guadagnare per tuttì.
Il riferimento è a un viaggio dello statista democristiano in Usa nel 1974 quando, secondo alcune fonti tra le quali la moglie Eleonora, subì delle vere e proprie minacce dall’allora segretario di Stato Usa, Henry Kissinger. Al suo ritorno, Moro rimase a lungo fuori dalla scena politica, ufficialmente per una malattia.
Poi tornò in scena, per guidare la DC verso il compromesso storico con il Partito comunista di Enrico Berlinguer, che si realizzò solo all’indomani della sua morte, con Andreotti che divenne premier. Sul finire del 1977 lo statista democristiano confidò proprio al senatore a vita scomparso oggi di avere la sensazione che in Italia ‘fossero in azione agenti provocatori stranieri che volevano far saltare l’equilibrio politico del Paesé. ‘Non avevo degli elementi anche io – sottolinea Andreotti nell’intervista – certamente la situazione internazionale era molto tesa, piena di diffidenze. In essa si infiltravano anche elementi ‘strani’: pensavano di scrivere qualcosa di storico e sono finiti nel dimenticatoio totalé.