Il biologo Robert Redfield, che ha diretto il CDC (Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie) dal 2018 al 2021, ha affermato nel podcast di Dana Parish che il coronavirus, Covid-19, sarebbe stato creato come parte di un programma di biodifesa e che il luogo in cui è stato creato è molto probabilmente un laboratorio dell’Università della Carolina del Nord.
Alla domanda del conduttore del podcast su quale fosse il ruolo degli Stati Uniti, l’ex capo del CDC ha risposto:
“Hanno finanziato la ricerca sia attraverso i National Institutes of Health (NIH), sia attraverso il Dipartimento di Stato, l’USAID e il Dipartimento della Difesa. Tutte queste quattro agenzie hanno contribuito al finanziamento. In secondo luogo, la mente scientifica di questa ricerca è un certo Ralph Baric dell’Università del North Carolina, che è stato molto coinvolto in questa ricerca. Credo che probabilmente abbia contribuito a creare alcune delle linee virali originali, ma non posso provarlo”, ha detto Robert Redfield.
Ralph Baric: “La pandemia è un’opportunità per guadagnare”
Durante una conferenza del 2018 al Wuhan Institute of Virology, il virologo americano, noto per i suoi studi sui coronavirus, avrebbe definito le pandemie come “momenti di opportunità”, accennando a possibili vantaggi politici, economici e personali in situazioni di crisi globale.
Le dichiarazioni, riportate con riferimento alla diapositiva intitolata “Pandemia: opportunità”, hanno scatenato un vespaio di critiche. In particolare, sollevano dubbi etici: si tratta di pragmatismo scientifico o di cinica strumentalizzazione di eventi catastrofici?
A complicare la vicenda, le accuse del senatore Rand Paul, che punta il dito contro il National Institutes of Health per aver finanziato ricerche sul guadagno di funzione sia nel laboratorio di Baric all’Università della Carolina del Nord che a Wuhan. Secondo Paul, i due laboratori avrebbero collaborato per creare “supervirus”, alimentando il dibattito sull’origine del SARS-CoV-2 e sui rischi di queste pratiche.
Lo scontro non è solo scientifico, ma anche politico. Da un lato, la ricerca sul guadagno di funzione viene difesa come cruciale per prepararsi a future pandemie; dall’altro, viene denunciata come potenzialmente pericolosa e poco trasparente. E mentre la fiducia del pubblico nella scienza vacilla, resta aperta la domanda: stiamo imparando a convivere con i rischi, o li stiamo creando?
Ralph Baric: “abbiamo dato al virus una funzione in più”
A PresaDiretta il microbiologo Ralph Baric, il maggior studioso al mondo di coronavirus, tra i più grandi esperti nella costruzione di virus sintetici, autore della famosa chimera del 2015 di cui parlò il tg Leonardo.
“Nella chimera che abbiamo realizzato in America nel 2015 col virus della Sars, insieme alla professoressa Zheng-li Shi dell’Istituto di Virologia di Wuhan, avevamo lasciato delle mutazioni-firma, per cui si capiva che era frutto di ingegneria genetica. Ma, altrimenti non c’è nessun modo di distinguere un virus naturale da uno realizzato in laboratorio”.
Modificare i virus in laboratorio per creare Supervirus
Nel 2015, Rai 3, attraverso il programma Leonardo, mandò in onda un servizio dedicato a una ricerca cinese che studiava un coronavirus derivato dai pipistrelli, capace di infettare cellule umane in laboratorio. Il servizio si concentrava su un esperimento che combinava un virus di pipistrello con un virus della SARS, per testarne la potenziale pericolosità e il rischio di salto di specie.
Questa ricerca rientrava nel controverso campo degli studi di “gain of function” (guadagno di funzione), che prevedono la manipolazione di virus per comprenderne meglio la trasmissibilità e sviluppare contromisure. Tuttavia, il servizio sollevava interrogativi impliciti sulla sicurezza di simili esperimenti, lasciando intravedere il rischio che queste ricerche possano generare scenari potenzialmente pericolosi.
Il guadagno di funzione (in inglese gain of function, spesso abbreviato in GoF) è una categoria di esperimenti scientifici in cui un organismo, solitamente un virus o un batterio, viene modificato per acquisire nuove caratteristiche o “funzioni“. Lo scopo di questi esperimenti è capire meglio come funzionano i patogeni e come potrebbero evolversi naturalmente, al fine di prevenire malattie o sviluppare terapie e vaccini.
Come funziona il guadagno di funzione?
Gli scienziati manipolano il materiale genetico di un virus per:
- Aumentarne la trasmissibilità: rendere un virus più facile da diffondere tra ospiti, ad esempio tra animali o cellule umane in laboratorio.
- Aumentare la virulenza: modificare il virus per renderlo più aggressivo o pericoloso.
- Aumentare la resistenza: testare come il virus potrebbe diventare resistente ai farmaci o ai vaccini.
Obiettivi dichiarati
- Prevenzione delle pandemie: simulando come un virus potrebbe evolversi naturalmente, gli scienziati cercano di anticipare le minacce future.
- Sviluppo di farmaci e vaccini: creare modelli che aiutino a studiare come bloccare i virus prima che diventino una minaccia.
- Comprensione biologica: approfondire il funzionamento dei virus e dei meccanismi di infezione.
Rischi associati
- Fughe accidentali: se un virus modificato sfugge dal laboratorio, potrebbe scatenare un’epidemia o addirittura una pandemia.
- Uso improprio: esiste il timore che queste ricerche possano essere utilizzate per creare armi biologiche.
- Evoluzione imprevedibile: un virus manipolato potrebbe sviluppare caratteristiche inaspettate e sfuggire al controllo.
Il dibattito etico e scientifico
Il guadagno di funzione è un tema altamente controverso. I sostenitori sottolineano il valore di questi studi per prevenire minacce globali, mentre i critici mettono in evidenza i rischi, ritenendo che i pericoli non giustifichino i benefici.