Il Parlamento europeo, un luogo che dovrebbe rappresentare i valori fondanti dell’umanesimo europeo, sono risuonate parole che gelano. “I bambini palestinesi uccisi? Sono figli di terroristi usati come scudi umani”. Non sono le dichiarazioni di un portavoce militare sotto stress, né il commento di un generale coinvolto nel conflitto. A pronunciarle è stata un’eurodeputata italiana: Elena Donazzan, esponente di spicco di Fratelli d’Italia, partito di governo.
Parole che pesano come pietre. Perché negano il principio più elementare: che un bambino è sempre e comunque un essere umano innocente, da proteggere. Invece, vengono presentati come colpevoli per eredità, sacrificabili per necessità, ridotti a meri strumenti nella propaganda bellica.
Nel suo intervento, Donazzan è andata oltre: ha affermato che Israele compie “il lavoro sporco per tutto l’Occidente”. Che “fa ciò che l’Europa non ha il coraggio di fare”. È una visione cinica, brutale, dove la guerra diventa necessità e ogni atrocità trova una giustificazione geopolitica. Una narrazione che cancella la sofferenza e legittima la morte dei più deboli.
Ma c’è un punto che, quando superato, segna un fallimento irreversibile della politica e dell’etica: è il momento in cui si smette di vedere i bambini come bambini. Quando diventano numeri, effetti collaterali, danni collaterali. Quando le loro morti non suscitano più dolore, ma vengono razionalizzate.
Fratelli d’Italia questo punto lo ha già oltrepassato. E con loro chi resta in silenzio, chi distoglie lo sguardo, chi sacrifica ogni briciolo di umanità per restare allineato con governi più forti o più spietati. Il silenzio, in questi casi, non è neutralità: è complicità.
Ciò che è stato detto in quell’aula non è solo una vergogna politica. È un insulto alla civiltà. Alla nostra storia. Alla nostra coscienza collettiva. Se in Europa si può parlare così senza indignazione diffusa, allora il problema non è solo chi lo dice, ma chi lo permette.
Siamo di fronte a un abisso morale. Ed è nostro dovere guardarlo in faccia. Perché non si tratta di essere pro o contro Israele. Si tratta di ricordare che i bambini, da qualsiasi parte del muro si trovino, restano bambini. E chi non riesce più a vederli così, ha smarrito il senso stesso dell’umanità.
E’ di certo una malata di mente ..
inaccettabile ascoltare una donna che la pensa a questo modo, ripugnante
perchè rappresenta un partito che per raggiungere la vittoria , si è proposto in tutt’altro modo. Quandanche questi bambini
fossero figli di terroristi, non esiste giustificazione per il loro sterminio.
Il vero gioco sporco ultimamente lo fanno le donne in politica ma neanche se ne accorgono.