Donald Trump è nato il 14 giugno 1946 da Fred Trump e Mary Anne MacLeod. La sua linea paterna è di origine ebrea ashkenazita, un dettaglio che aggiunge un’interessante sfumatura alla sua storia familiare.
Il primo antenato ashkenazita conosciuto della famiglia Trump è legato alla moglie di Johann Philipp Drumpft (1667-1707), Juliana Maria Ro(d)senroth, della prestigiosa famiglia Rosenroth, influente nel circolo ebraico cabalista. Questo antenato, insieme agli altri membri della famiglia, contribuisce a delineare la complessa e variegata storia genealogica di Donald Trump.
I Rosenroth, una famiglia di origine ashkenazita, nota principalmente per il loro contributo alla storia ebraica e alla cultura tedesca. Uno dei membri più celebri è il barone Christian Knorr von Rosenroth (1636 -1689), un ebraista cristiano e cabalista tedesco studioso delle lingue orientali, noto per la sua opera “Kabbala Denudata” (La Kabbalah Svelata). Quest’opera, pubblicata postuma nel 1677, è una delle prime e più influenti traduzioni della letteratura kabbalistica in una lingua europea, e ha avuto un impatto significativo sull’interesse europeo per la mistica ebraica.
La famiglia Rosenroth ha giocato un ruolo importante nella diffusione della conoscenza della Kabbalah ebraica in Europa, e Christian Knorr von Rosenroth in particolare è ricordato come un pioniere nel campo degli studi ebraici e delle lingue orientali nella Germania del XVII secolo.
Hillary Clinton e Donald Trump condividono antenati comuni.
L’analisi delle linee di sangue, un campo di ricerca che prende in considerazione 15-20 rami genealogici, può rivelare caratteristiche comuni nelle principali linee familiari. In questo contesto, è interessante notare che Donald Trump è anche un lontano parente di Hillary Rodham Clinton: i due sono infatti cugini di 17° grado. Questa connessione, seppur remota, evidenzia le intricate reti genealogiche che possono esistere tra figure pubbliche di rilievo.
Il loro legame risale ai loro 18º bisnonni, John of Gaunt, primo duca di Lancaster, e Katherine Swynford, duchessa di Lancaster. Sono anche imparentati con i reali, essendo il re Edoardo III d’Inghilterra il loro diciannovesimo bisnonno.
John of Gaunt e Katherine Swynford hanno avuto diversi figli, tra cui Joan Beaufort, contessa di Westmorland, che è la 17º bisnonna di Hillary Clinton, e John Beaufort, il primo conte di Somerset, che è il 17º bisnonno di Donald Trump.
- John of Gaunt (1340-1399): John of Gaunt era il terzo figlio del re Edoardo III d’Inghilterra e di Filippa di Hainaut. È stato uno dei principali personaggi politici e militari del suo tempo. Ha ricoperto un ruolo significativo durante il regno del padre e, successivamente, durante il regno del nipote Riccardo II. John of Gaunt è noto per aver avuto un’influenza considerevole sulla politica interna e estera dell’Inghilterra del XIV secolo. Ha svolto anche un ruolo importante nella guerra dei cent’anni contro la Francia.
- Katherine Swynford (1350-1403): Katherine Swynford era la figlia di un cavaliere inglese e visse in un periodo in cui la sua famiglia aveva legami con la corte reale. È diventata nota principalmente per la sua lunga relazione con John of Gaunt, che ha avuto inizio mentre entrambi erano ancora sposati con altre persone. Dopo la morte dei loro rispettivi coniugi, Katherine e John si sposarono nel 1396, legalizzando così la loro unione. I loro figli furono legittimati dal re Riccardo II nel 1397 e, in seguito, dal cugino di Riccardo II, Enrico IV d’Inghilterra.
Geni’s World Family Tree, frutto della ricerca collaborativa di milioni di genealogisti, sta rapidamente diventando il riferimento mondiale per la ricerca genealogica. Quasi 95 milioni di persone sono collegate a Geni’s World Family Tree, consentendo a tutti di scoprire come sono legate celebrità, personaggi storici e molto altro. Ogni giorno vengono create e ampliate nuove connessioni mentre un gruppo dedicato di curatori volontari aiuta a mantenere l’accuratezza dell’albero genealogico mondiale.
Se qualcuno si stesse chiedendo come mai Trump e Hillary, nonostante siano cugini con antenati comuni, siano in conflitto, il parallelo con la Prima Guerra Mondiale è rivelatore.
Durante quel conflitto, Nicola II di Russia e Wilhelm II di Germania, entrambi discendenti della Regina Vittoria del Regno Unito e cugini di primo grado, si trovarono a guidare nazioni schierate su fronti opposti: Nicola II con gli Alleati (Russia, Francia, Regno Unito) e Wilhelm II con le Potenze Centrali (Germania, Austria-Ungheria).
Questo episodio storico sottolinea come interessi politici e alleanze internazionali possano prevalere su legami familiari, anche tra individui strettamente imparentati.
Aristocrazia del sangue
Nonostante le apparenti differenze, alcune famiglie mantengono da secoli il controllo del potere, trasmettendolo di generazione in generazione attraverso le loro linee di discendenza.
Questo fenomeno, conosciuto come “aristocrazia del sangue“, rappresenta un modello in cui il potere politico, economico o sociale è concentrato tra poche famiglie o gruppi di esse, che lo tramandano nel tempo.
Questo avviene attraverso l’ereditarietà di titoli nobiliari, l’accumulo di influenza economica nel corso degli anni, l’accesso privilegiato alle risorse e da reti di solidarietà come quelle massoniche.
Tale fenomeno non è limitato alle monarchie, ma si riscontra anche in repubbliche e democrazie, riflettendo una concentrazione del potere e delle risorse che spesso limita la mobilità sociale e l’uguaglianza delle opportunità.
L’elite vince sempre
Nonostante le apparenti differenze tra le fazioni politiche o partiti, esse sono controllate e gestite da un’unica élite dominante da secoli.
Molte persone ignorano che l’elite orchestra uno spettacolo politico studiato per ingannare gli elettori facendo loro credere di avere una scelta autentica. Manipolano risorse, nomine e media per creare un’artificiosa competizione tra partiti e fazioni. Mentre gli elettori si identificano come sostenitori appassionati dei loro beniamini, sono di fatto guidati verso una scelta predeterminata dalle élite stesse.
Questa strategia perpetua un ciclo in cui i cittadini credono di esercitare il loro diritto democratico, mentre il potere resta fermamente concentrato nelle mani di pochi. I politici, spesso sono strumenti inconsapevoli nelle mani di queste élite, agiscono come pedine per mantenere e consolidare il loro controllo.
Quando l’illusione viene messa in discussione, le élite impiegano il loro potere mediatico e finanziario per riaffermare il dominio, garantendo che ogni risultato elettorale, nonostante le apparenze democratiche, continui a favorire i loro interessi e a consolidare la loro autorità.