Paolo Sottocorona, il “grande saggio” del meteo su La7, sembra aver compiuto una vera e propria conversione mediatica degna di un’epopea biblica. Dopo anni passati a sminuire con tono ironico le scie chimiche — battute su gabbiani dispettosi e scie di condensazione “pettinate” dal vento — ora il nostro eroe climatologo ha deciso di fare marcia indietro. O forse, di rifare il look. Dal palco del suo spazio previsionale, un tempo dedicato a spiegare con pacato scetticismo che no, non c’è un complotto internazionale dietro ogni nuvola lunga, ora Sottocorona ci ammonisce sui pericoli nascosti nel cielo. Sì, proprio lui, che non molto tempo fa ridacchiava sull’argomento, ora ci parla di sostanze chimiche come il cloruro d’argento che, secondo la sua nuova visione, potrebbero accumularsi nel terreno, con effetti devastanti sull’ambiente.
Lui, che una volta spiegava pazientemente che le scie nel cielo non sono altro che vapore acqueo rilasciato dagli aerei e trasformato in nuvole temporanee dal freddo delle alte quote, ora alza la bandiera dell’allarme ambientale, paventando scenari distopici. Come Paolo, folgorato sulla via di Damasco, Sottocorona si è trasformato da scettico navigato a profeta della geoingegneria. Ora ci racconta come l’uso di queste sostanze per manipolare le precipitazioni potrebbe sfuggire di mano, con cambiamenti climatici imprevedibili e fuori controllo, che potrebbero scatenare un effetto domino di disastri globali.
Non solo, ci ricorda, come in una specie di lezione di politica internazionale, che un paese che manipola il proprio clima potrebbe letteralmente rubare l’acqua ai suoi vicini, innescando tensioni geopolitiche e guerre dell’acqua.
E così, Sottocorona, il meteorologo di sempre, sembra aver trovato nuova linfa in questo ritrovato impegno a sensibilizzare il pubblico su questioni che fino a poco tempo fa trattava con scetticismo e una buona dose di ironia. La metamorfosi è evidente e, come ogni buon meteorologo, anche lui ha saputo cogliere il vento del cambiamento, trasformando la sua missione da divulgatore del meteo in un oratore dei pericoli della geoingegneria. Forse ci sta solo preparando a un futuro in cui, oltre a chiederci se domani pioverà, dovremo preoccuparci di chi controlla quelle nuvole.
Il problema è che così facendo c’è desertificazione del terreno stanno provocando la carestia delle carestie figli di baldracca