Durante il dibattito della scorsa settimana, Donald Trump ha suscitato indignazione utilizzando l’aggettivo “palestinese” in modo sprezzante, trasformandolo in un insulto durante un contesto del tutto inappropriato come quello di un dibattito politico.
Trump ha affermato:
“Per quanto riguarda Israele e Hamas, Israele è quello che vuole andare avanti — ha detto che l’unico che vuole continuare è Hamas. In realtà, è Israele quello che vuole continuare. E dovresti lasciargli finire il lavoro. Lui non vuole farlo. È diventato come un palestinese. Ma a loro non piace, perché è un pessimo palestinese. È un debole.”
Inoltre, ha affermato che Israele dovrebbe “finire il lavoro”, ignorando completamente il devastante bilancio di oltre 26.000 bambini uccisi o feriti a Gaza. Questo commento non solo riflette una totale insensibilità e disprezzo verso la sofferenza e la vita umana, ma rappresenta anche una grave violazione del diritto internazionale e dei principi umanitari. Le sue parole, condite con un linguaggio derisorio, hanno mostrato un’assoluta mancanza di empatia e responsabilità verso la crisi umanitaria che ha colpito pesantemente la popolazione civile, distruggendo infrastrutture vitali e privando intere comunità di cibo, acqua e cure mediche adeguate.
Tale sostegno a un’escalation militare in questo contesto fragile e doloroso rappresenta non solo una negazione dei valori fondamentali di giustizia e diritti umani, ma anche un pericoloso incoraggiamento alla violenza e alla devastazione indiscriminata.
di bene in meglio………….