La stazione della metropolitana della 14th Street all’8th Avenue è un luogo ben noto sia ai newyorkesi che ai visitatori. Questa stazione, che ospita i treni A, C, E ed L, si estende per 2 isolati a nord. Durante il rinnovamento della stazione della metropolitana negli anni ’90, è stato destinato il 1% del budget, ovvero 200.000 dollari, per commissionare un’opera d’arte unica da parte di Arts for Transit. Questo programma della MTA si occupa di commissionare opere d’arte pubbliche permanenti nei principali snodi di transito di proprietà della MTA. “Life Underground” (La vita sotterranea) è una delle circa 200 opere realizzate attraverso questo programma ed è diventata una delle più famose e ampiamente pubblicizzate.
Per creare un’opera d’arte denominata “Life Underground” presso la stazione della metropolitana di 14th Street all’8th Avenue a New York è stato scelto Tom Otterness. L’artista è stato selezionato da un comitato, che ha esaminato 800 proposte. La scelta è stata effettuata nonostante il suo passato controverso abbia suscitato reazioni negative tra i cittadini newyorkesi.
La carriera di Tom Otterness, noto per le sue elaborate sculture pubbliche in tutto il mondo, fu segnata da un “atto indifendibile” del suo passato. Nel 1977, quando Otterness era un artista sconosciuto di 25 anni in difficoltà, adottò un cane salvato da un rifugio, lo incatenò a una recinzione e gli sparò a bruciapelo uccidendolo. Durante l’intero processo, filmò l’evento, dando vita al video in loop di Otterness intitolato “Shot Dog Film”.
Tom Otterness non fu mai sottoposto ad alcuna azione legale o sanzione nonostante abbia deliberatamente ucciso in maniera brutale un cane. Le sue scuse ripetute e la spiegazione di un presunto “profondo tumulto emotivo e disperazione” non possono cancellare la brutalità di tale gesto.
Nonostante la controversia che circonda questo episodio, Otterness ha continuato a creare opere di risonanza, tra cui la celebre serie di sculture “Life Underground”. Questa collezione di oltre 100 sculture in bronzo nelle stazioni della metropolitana di New York in cui le figure si siedono l’una sull’altra, si rubano a vicenda, pendono dalle travi e escono dalle fogne, rappresentano una vivida esplorazione della vita urbana quotidiana attraverso figure antropomorfe e animali stilizzati.
Uno dei pezzi più grandi dell’opera raffigura un alligatore che esce dalle fogne, ma qual è l’origine di questa opera e quale significato intrinseco porta con sé?
Il giornalista Michael Rundle presenta un’opera d’arte pubblica di notevole impatto, descritta con precisione nei dettagli. La creazione consiste in un imponente alligatore di bronzo vestito con giacca e cravatta, mentre un uomo, altrettanto elegante ma con un sacchetto di soldi al posto della testa, lotta per liberarsi dalle sue mascelle. La scena è suggestiva e comprende un altro personaggio in piedi, anch’esso con un sacco di soldi al posto della testa, che osserva la scena con le mani dietro la schiena, dando l’impressione di dire: “Ti avevo avvertito di non avvicinarti così tanto.”
Recentemente, a Brooklyn, una scoperta ha aggiunto un nuovo livello di complessità alla narrazione sull’arte e la realtà.
Un tunnel segreto è stato scoperto sotto il centro ebraico di New York, a pochi isolati dalla stazione metropolitana in cui è situata la l’opera. La sinagoga funge da centro per le attività religiose ebraiche, educative e sociali a livello mondiale.
Il tunnel è stato scoperto grazie alle segnalazioni dei residenti che hanno udito rumori insoliti sotto le loro abitazioni. Secondo i rapporti, un gruppo all’interno della sinagoga avrebbe utilizzato il tunnel per accedere a un’area balneare riservata alle donne, oltre ad altre zone all’interno e intorno a Brooklyn. Questo tunnel, scavato sotto la sede del movimento ebraico, evoca in modo sorprendente le opere di Otterness.
In un video andato virale in rete si vede un appartenente alla comunità uscire dalle fognature alimentando il parallelismo.
La serie “Life Underground” di Otterness, assume ora una risonanza diversa alla luce della scoperta fatta a Brooklyn. Le figure stilizzate, rappresentative della diversità cittadina, sembrano dialogare con l’evento del tunnel, creando una connessione simbolica tra l’arte e la realtà.
Le indagini in corso cercano di comprendere le intenzioni dietro la costruzione del tunnel, sollevando interrogativi riguardo alla connessione tra luoghi di culto e la vita quotidiana in città. Questa scoperta diventa un richiamo alla complessità delle relazioni tra arte, cultura e realtà, evidenziando come le opere d’arte possano nascondere eventi del mondo reale.
Attraverso il suo linguaggio simbolico e le metafore, l’arte apre le porte alla comunicazione di messaggi cifrati e riflessioni celate sulla vita di tutti i giorni e sulla società. In questo modo, chi osserva è incoraggiato a esplorare oltre la superficie artistica, cercando significati più profondi che si sfuggono all’apparenza convenzionale, dissolvendosi nell’ombra delle convenzioni superficiali.
La storia di Tom Otterness si intreccia con il tessuto urbano di Brooklyn, fornendo uno spunto per riflessioni approfondite sulla capacità dell’arte di riflettere e commentare la complessità della società.
quando uno è folle, disturbato, non merita visibilità ma di ignorarlo qualsiasi cosa faccia o dica. Potrebbe catturare l’attenzione di altro pazzo e non se ne
esce piu’.