C’era una volta un pozzo, tranquillo e limpido, che si trovava al centro di un prato silenzioso. Un giorno, l’Inganno e la Verità s’incontrarono lì per caso. L’Inganno, con il suo solito sorriso affabile e una voce che sapeva ammaliare, disse:
“Che giornata splendida! L’acqua del pozzo oggi è così fresca e piacevole. Perché non facciamo un bagno insieme?”
La Verità, sempre cauta e riflessiva, lo guardò con sospetto. Sapeva che l’Inganno raramente diceva qualcosa senza secondi fini. Tuttavia, avvicinandosi al pozzo, immerse una mano nell’acqua per verificarne la temperatura. Era sorprendentemente fresca, pura e invitante, tanto che la Verità si convinse che forse, per una volta, l’Inganno stesse dicendo la verità.
Si spogliarono entrambi e scesero nel pozzo per fare il bagno. L’acqua era davvero rigenerante, e per un momento la Verità si sentì libera, rilassata e in pace. Tuttavia, l’Inganno, che non si era mai tolto di dosso la sua natura, aspettava solo il momento giusto per agire.
All’improvviso, mentre la Verità era distratta, l’Inganno sgusciò fuori dal pozzo, afferrò i suoi vestiti e si rivestì con essi. Si guardò allo specchio d’acqua e rise soddisfatto. Con le vesti della Verità addosso, sembrava completamente diverso: autorevole, affidabile, quasi radioso. Senza pensarci due volte, fuggì via, lasciando la Verità sola e nuda nel pozzo.
Quando la Verità si accorse di ciò che era successo, uscì dall’acqua e si guardò intorno. Era disperata, i suoi abiti non c’erano più, e non c’era traccia dell’Inganno. Nonostante ciò, decise di cercarlo, perché non poteva tollerare che l’Inganno andasse in giro spacciandosi per lei.
Ma quando uscì dal pozzo e camminò per il mondo nella sua nudità, le persone si voltarono dall’altra parte. Alcuni la guardarono con disprezzo, altri con imbarazzo, molti con rabbia. La Verità nuda era troppo difficile da guardare: mostrava la realtà per ciò che era, senza veli, senza abbellimenti, senza conforto.
“Vai via!” gridavano alcuni. “Sei oscena!” dicevano altri. La Verità, ferita e umiliata, tentò di spiegare, ma nessuno volle ascoltarla. Alla fine, col cuore spezzato, tornò al pozzo e si nascose nelle sue profondità, dove nessuno avrebbe più potuto vederla.
Da quel giorno, l’Inganno vaga per il mondo indossando le vesti della Verità. Ovunque vada, viene accolto con entusiasmo, ammirato e ascoltato. La gente, infatti, preferisce l’Inganno travestito da Verità: è più dolce, più piacevole, e soprattutto non mette in discussione le loro illusioni.
La Verità, invece, rimane sola, sepolta nel pozzo, temuta e dimenticata. Solo pochi, i più coraggiosi, sono disposti a cercarla, a guardarla per ciò che è, e ad affrontare la sua nudità, che rappresenta tutto ciò che è reale, ma spesso scomodo da accettare.
Questo racconto è una bellissima metafora che illustra la complessità del rapporto tra verità e inganno nella società umana. La Verità nuda è spesso difficile da accettare, mentre l’inganno mascherato da Verità è più facile da tollerare, perché si conforma ai desideri e alle aspettative delle persone.
La storia invita a riflettere su come la verità, pur essendo autentica e pura, venga spesso respinta perché scomoda o dolorosa. Al contrario, l’inganno, abilmente travestito, si diffonde perché soddisfa il bisogno di illusione e conforto.