Questo studio affronta il tema del tasso di mortalità infantile (TMI) e la sua possibile correlazione con il numero di vaccini somministrati ai neonati. Il TMI è un indicatore cruciale per valutare il benessere socio-economico e le condizioni di salute pubblica di un paese.
L’attenzione viene posta sull’immunizzazione dei bambini negli Stati Uniti, che ha uno dei più alti programmi di vaccinazione con 26 dosi di vaccini per i neonati sotto l’anno di età, il più alto a livello mondiale. Sorprendentemente, nonostante la maggior quantità di vaccini somministrati, ci sono ben 33 nazioni che presentano un TMI inferiore rispetto agli Stati Uniti.
Il metodo di studio utilizzato è la regressione lineare, che ha esaminato le programmazioni di immunizzazione di 34 nazioni e ha trovato una correlazione significativa tra il TMI e il numero di dosi di vaccino somministrate abitualmente ai neonati. Questo significa che nei paesi con un maggior numero di vaccini somministrati, il tasso di mortalità infantile tende ad essere più alto.
Inoltre, le nazioni sono state divise in cinque gruppi in base alle dosi di vaccino somministrate, e si è notato che i paesi che somministrano da 12 a 14 dosi di vaccino hanno tasso di mortalità infantile significativamente più bassi rispetto a quelli che somministrano da 21 a 23 e da 24 a 26 dosi. Questo suggerisce che esistono differenze statisticamente significative nei tasso di mortalità infantile in base alle diverse quantità di vaccini somministrati.
Le implicazioni di questo studio indicano che esiste una relazione tra i vaccini e il tasso di mortalità infantile, ma è necessario essere cauti nell’interpretazione dei risultati.
IN questo studio è menzionata anche la Sindrome della Morte Improvvisa del Lattante (SIDS).
La SIDS è un fenomeno in cui i neonati muoiono improvvisamente e inaspettatamente, senza una spiegazione chiara dopo un’indagine approfondita.
Prima dell’introduzione dei programmi di vaccinazione moderni, la SIDS era così rara da non essere considerata un fattore significativo nelle statistiche sulla mortalità infantile.
Tuttavia, tutto cambiò quando, per la prima volta nella storia, la maggior parte dei bambini statunitensi iniziò a ricevere diverse dosi di vaccini per DPT, poliomielite, morbillo, parotite e rosolia.
Negli anni ’60, vennero introdotti e raccomandati attivamente diversi nuovi vaccini negli Stati Uniti, e poco dopo si verificò un aumento dei casi di SIDS. Nel 1969, il termine “SIDS” fu coniato dai certificatori medici, e nel 1973, una nuova categoria di cause di morte venne aggiunta alla Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD) per identificare la SIDS.
Questo fenomeno continuò a crescere fino a diventare la principale causa di mortalità post-neonatale (morte di neonati da 28 giorni a un anno) negli Stati Uniti nel 1980.
La SIDS è caratterizzata da un decesso improvviso, senza sintomi specifici associati, ma spesso evidenzia congestione ed edema dei polmoni e alterazioni infiammatorie dell’apparato respiratorio durante l’autopsia.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3170075/
Saranno tutte giuste le considerazioni descritte però va aggiunta la riflessione del dottor Raul Vergini che nel suo libro “Curarsi con jl magnesio” afferma che la causa delle morti in culla dono dovute a carenza di magnesio nelle donne in cinta.
Ne ho avuto conferma da una conoscente che ha controllato il suo magnesio nel sangue ed è risultato basso.
Ha cominciato ad assumerlo, ha avuto una nuova bambina e adesso ha almeno 15 anni ed e bellissima.