La minaccia nucleare di Putin riguarda anche l’Italia. Sì, perchè il nostro paese ospita ben 113 tra basi americane e Nato e circa 100 bombe a idrogeno di fabbricazione americana, custodite nelle basi di Ghedi, circa 18mila anime in provincia di Brescia e Aviano, 9mila abitanti in provincia di Pordenone. Un dato che, secondo gli esperti, sarebbe il più alto tra tutti i paesi d’Europa. Il condizionale è d’obbligo, in quanto l’Alleanza non comunica ufficialmente quante sono le armi nucleari nei singoli Paesi, e nemmeno la loro localizzazione.
Mentre Francia e Gran Bretagna hanno proprie armi nucleari, l’Italia non produce né possiede armi di questo tipo ma partecipa al “programma di condivisione nucleare”, a cui aderiscono anche Germania, Belgio, Olanda e Turchia. Gli ordigni presenti nel nostro territorio dunque non sono utilizzabili dall’Italia, ma appartengono agli Stati Uniti e possono essere utilizzati solo sotto comando della Nato negli strettissimi casi previsti dall’alleanza.
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Armi nucleari in Italia, dove si trovano
Dal 2021 il Pentagono ha deciso di rendere segreti i report delle ispezioni di sicurezza che riguardano la presenza di queste armi nel nostro territorio. Per questo la stima sul numero e la localizzazione delle armi nucleari rimane un’ipotesi, formulata soprattutto sui dati forniti dalla Federation of American Scientists, importante organizzazione scientifica con sede a Washington.
Si sa però quali sono le due basi che ospitano gli ordigni: Ghedi e Aviano. Le due basi operano con modalità operative differenti. Nel dettaglio, Aviano è una sede militare dove gli americani si muovono in autonomia mentre a Ghedi ci sono regole condivise tra i Paesi Alleati.
A Ghedi il paese ospitante (ossia l’Italia) mette a disposizione un vettore su cui poi viene istallata la bomba fornita dagli Stati Uniti. Nell’aeronautica italiana in particolare sono i Tornado e a breve gli F35, a trasportare armi di questo tipo.
Ad Aviano invece sono custodite Le B-61 «vale a dire «bombe nucleari di fabbricazione americana per l’impiego tattico e strategico da caccia e bombardieri» come spiega il direttore di Rid (Rivista italiana DIfesa) Piero Batacchi. In Europa sono schierate le varianti tattiche Mod.3 e Mod.4, con un potenziale regolabile fino ai 45-60 Kt. In poche parole, come spiega al Sole 24 Ore, in caso di utilizo di questi dispositivi nucleari, a Ghedi questi ultimi verrebbero trasportati dalla nostra aeronautica, ad Aviano decollerebbero invece aerei americani attrezzati.
Basi Nato e porti “nucleari” in Italia
L’Italia è un paese fortemente strategico per l’alleanza Atlantica, come testimonia il fatto che nel nostro territorio sono presenti 113 basi Nato-Usa. Ci sono poi diversi porti attrezzati per l’attracco di navi o sottomarini che trasportano ordigni nucleari (Cagliari e La Maddalena, La Spezia, Napoli, Gaeta, Taranto, Brindisi, Trieste, Augusta…). La portaerei Truman, ad esempio la primavera scorsa ha attraccato a Napoli e Trieste.
Il programma nucleare Nato in Europa
Secondo l’Alleanza, lo scopo di mantenere bombe atomiche in Europa è proteggere la pace, prevenire le minacce e dissuadere da eventuali aggressioni contro i Paesi membri. Le circostanze in cui l’Alleanza potrebbe utilizzare queste armi nucleari sono “estremamente remote” secondo la Nato stessa. Tuttavia, qualora la sicurezza di uno qualunque dei Paesi del patto atlantico fosse minacciata, “la Nato ha la capacità e la risolutezza di imporre costi sull’avversario che sarebbero insopportabili e supererebbero di molto i benefici che qualunque nemico possa sperare di ottenere”.
chissà se i giovani italiani hanno una vaga idea di rischiare oggi
di finire in un campo di addestramento militare dirottati dalle discoteche.
Draghi prosegue con i suoi disegni ed al suo seguito chi lo sostiene.
Infatti. Basti vedere la simulazione “Plan A” dell’università di Princeton del settembre 2019…
Si l’analisi costi benefici…. Che dementi nucleari se ci fosse una probabile guerra non farebbero in tempo nemmeno a decollare i ” Tornado ” I missili russi colpirebbero in pochi minuti tutte le basi italiane