Il Sole è la stella che da miliardi di anni illumina la Terra, alimentando la vita e regolando i ritmi del nostro pianeta. Eppure, di fronte a fenomeni inspiegabili osservati nelle profondità del cosmo, ci rendiamo conto di quanto poco realmente conosciamo. Stelle lontane, a miliardi di anni luce, sono state viste scomparire in tempi brevissimi, senza preavviso, in eventi che la scienza fatica a spiegare. E se qualcosa di simile potesse accadere al Sole?

Negli ultimi decenni, progetti come VASCO (Vanishing & Appearing Sources during a Century of Observations), un’iniziativa scientifica che ha l’obiettivo di studiare e catalogare le stelle scomparse nel corso degli ultimi decenni, hanno documentato casi di stelle che scompaiono in tempi brevissimi nelle osservazioni ottiche. In alcuni casi, la stella scompare senza alcun preavviso, ma continua a emettere radiazione infrarossa.
Il progetto ha preso il via nel 2019 grazie al lavoro di un team di ricercatori guidato da Beatriz Villarroel, associata all’Istituto nordico di fisica teorica in Svezia e all’Istituto di astrofisica delle Isole Canarie. VASCO si basa sul confronto tra vecchi e nuovi cataloghi stellari per identificare stelle che, pur essendo visibili in osservazioni passate, risultano scomparse in quelle più recenti. Nel 2019, utilizzando immagini dell’Osservatorio Navale degli Stati Uniti a partire dal 1949 e dell’indagine del cielo Pan-STARRS tra il 2010 e il 2014, il team ha individuato circa 150.000 potenziali fonti di luce scomparse. Dopo un’analisi approfondita, sono stati identificati circa 100 candidati promettenti per vere stelle scomparse senza una spiegazione apparente.
Cosa significa questo? Nessuno lo sa con certezza. Gli astronomi hanno avanzato ipotesi di polvere circumstellare, occultazioni, collassi diretti o fenomeni binari, ma finora nessuna spiegazione è stata confermata. E questo è inquietante: stiamo parlando di stelle che si “spengono” letteralmente davanti ai nostri telescopi, e la scienza ufficiale ammette candidamente di non saperne spiegare il fenomeno.
Quando proviamo a ragionare sul Sole, le cose diventano ancora più complesse. È vero che il Sole è una stella e che lo osserviamo costantemente, ma essere osservati non significa essere compresi. Non sappiamo cosa potrebbe accadere in circostanze estreme mai osservate. Alcuni scienziati affermano che fenomeni come il collasso diretto si applicano solo a stelle molto più massicce, ma la verità è che non sappiamo davvero perché certe stelle spariscono in un tempo così breve e senza passare per l’esplosione di una supernova come ci si aspetterebbe secondo i modelli classici. Tutto ciò che possiamo fare è formulare ipotesi.
E allora la domanda torna: il Sole potrebbe spegnersi in meno di un’ora? La scienza attuale non può escluderlo completamente, anche se la probabilità percepita appare bassissima. Finora non ci sono state osservazioni di eventi simili, ma “non esserci osservazioni” non equivale a “impossibile”. L’universo ci ricorda costantemente quanto poco lo conosciamo.
Mentre la scienza ci rassicura parlando dei processi che fanno brillare le stelle, delle fasi della loro vita e delle previsioni sulla loro durata di miliardi di anni, la realtà ci mette davanti a un paradosso: stelle che spariscono senza spiegazione ci mostrano che non abbiamo ancora tutte le risposte. Applicare lo stesso ragionamento al Sole non significa affermare un rischio concreto, ma riconoscere che la nostra conoscenza è incompleta e, forse, più fragile di quanto ci piaccia credere.
Questa incertezza dovrebbe insegnarci una lezione fondamentale: la scienza non sempre offre risposte definitive, e il mistero non è un difetto della conoscenza, ma parte integrante della ricerca. Il fenomeno delle stelle che spariscono rapidamente è documentato, reale e inspiegabile; il Sole è anch’esso una stella, e questo fatto da solo ci impone prudenza, umiltà e curiosità. Ammettere che non sappiamo tutto non significa diffondere paura, ma riconoscere che l’universo, con le sue leggi e i suoi enigmi, è molto più complesso e sorprendente di quanto possiamo immaginare. Nonostante tutti gli strumenti, i satelliti, i telescopi e i modelli scientifici a nostra disposizione, molte delle sue dinamiche rimangono ancora sfuggenti e inaspettate.
Nel video qui sotto Simon Steel, direttore dell’Education and Public Outreach al SETI Institute, discute delle stelle che sono state viste scomparire misteriosamente. Steel sottolinea che, nonostante i progressi nella nostra comprensione dell’universo, fenomeni come questo rimangono enigmi irrisolti, indicando la necessità di ulteriori ricerche e osservazioni.
Nel 2017, un team internazionale di astronomi ha annunciato una scoperta straordinaria: una stella massiccia nella galassia a spirale NGC 6946, distante circa 22 milioni di anni luce dalla Terra, è scomparsa senza esplodere come supernova. Questo evento ha fornito la prima evidenza osservativa di una “supernova fallita”, in cui una stella massiccia collassa direttamente in un buco nero senza passare attraverso la fase esplosiva tradizionale.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

