Tra i tanti progetti segretissimi risalenti all’epoca nazista, questa del “Die Glocke” o “campana” risulta il più interessante, il più affascinante, in quanto il più enigmatico, il più all’avanguardia e, proprio per questo, il meno comprensibile. L’argomento si andrebbe a posizionare nell’ambito delle famose wunderwaffen di cui ho parlato in recenti articoli e grazie alla declassificazione di alcuni dossier, fino ad ora riservatissimi, negli archivi segreti dell’ ex Unione Sovietica. Dossier che trattano di un “qualcosa”, noto con il nome di “campana”, in tedesco “Die Glocke” o “Die Lanternentraeger”, in inglese “The SS-Bell”.
“La Campana” è il nome dato a una serie di presunti esperimenti scientifici segreti portati avanti dai nazisti per lo sviluppo di un’arma a tecnologia, legata all’antigravità o all’energia nucleare. Alcuni eminenti scienziati del Terzo Reich avrebbero lavorato per conto delle SS nei laboratori del complesso Riese (il gigante), nelle miniere Wenceslaus, vicino a Kluzica.
Essenzialmente si tratterebbe di un velivolo segreto tecnologicamente molto avanzato, con diametro di 3,10m e un’ altezza di 4,95m, composto da due cilindri contro-rotanti, con all’interno uno strano liquido “metallico” avente un color porpora e denominato ”Xerum 525”, il quale ruotava all’interno della “campana” ad alta velocità. Lo Xerum 525 era radioattivo e per questo era contenuto in recipienti in piombo aventi 3 cm di spessore perché molto tossico. Era, con molta probabilità, un miscuglio di metalli liquidi, come il berillio, il torio e il mercurio, che formavano un liquido denominato “mercurio rosso”. L’ossido di mercurio e l’antimonio avevano la caratteristica di emettere una grande quantità di neutroni, se sottoposti ad uno stress esplosivo. Il funzionamento abbisognava di una grande quantità di energia elettrica.
Il progetto nacque sotto il comando del misterioso generale delle SS Hans Kammler, un tecnico scientifico che era stato anche coinvolto nello sviluppo delle V-2, di alcuni missili, aerei a reazione, deltaplani, UFO nazisti, e costruzioni sotterranee come il centro Riese e con i suoi due reparti con compiti speciali: l’ SS-E-IV o “Entwicklungs-stelle IV”( il “Centro sviluppo IV del Schwarze Sonne) e l’ SS-U-13.
A rivelare per primo il tutto fu il giornalista polacco Igor Witkowski, ma divenne molto popolare quando ne scrisse l’esperto in tecnologie militari Nick Cook.
Nelle duemila pagine del suo libro “Die Wahrheit über die Wunderwaffe” (La verità sulle armi segrete), Witkowski rivela come durante la seconda guerra mondiale l’esercito nazista avesse in dotazione un’arma segreta non convenzionale, la cui esistenza fu rivelata nel corso di un interrogatorio all’ufficiale polacco Jakob Sporrenberg che mostrò dei documenti classificati agli inquirenti nell’agosto del 1997, affermando di avere accesso alla documentazione segreta del governo polacco sulle armi segrete di Hitler. Raccontò che il dispositivo poteva ruotare solo per un paio di minuti in quanto emetteva una grande quantità di radiazioni, generando allo stesso tempo un campo magnetico. Questi effetti collaterali provocarono la morte di diversi lavoratori e animali presenti nel sito al momento dell’attivazione dell’arma. Secondo l’autore americano Joseph P. Farrell, morirono 60 lavoratori, nonostante le poderose protezioni in cemento armato del sito, decomponendosi e lasciando come residui una sostanza gelatinosa o cristallina. Altri decessi si registrarono tra gli inservienti addetti alle pulizie nei laboratori, ancora, dopo gli esperimenti e alcune ore più tardi, tra lo stupore generale.
Ci sono quindi prove accertate che i nazisti andarono ben oltre la fase teorica, di studio, arrivando alla sperimentazione. Nei dossier è riportato che l’apparecchio sviluppava grandi campi elettromagnetici e di energia elettrostatica, diffondendo tutt’intorno una radiazione di colore bluastro.
Si presume che lo scopo di questi esperimenti fosse quello di ottenere:
– un “propulsore senza propellente” ossia un “motore antigravitazionale”,
– una “macchina del tempo” che poteva aprire qualche porta dimensionale e forse poter usare un “wormhole”;
– oppure per utilizzare tale congegno come arma che avrebbe avuto la capacità di emettere un impulso generatore di gravità in grado di sviluppare un’energia tale da spostare un oggetto con un’accelerazione pari a 1..000 g.
Quindi si ottenne che un campo torsionale di sufficiente intensità poteva alterare lo spazio intorno al generatore. Maggiori campi torsionali venivano generate, maggiore spazio veniva alterato. E quando veniva alterato lo spazio, veniva alterato anche il tempo.
Il progetto globale fu chiamato in codice “operazione Chronos” ed alla fine della guerra, tutti coloro che, a qualsiasi titolo, ne furono coinvolti, furono eliminati dalle SS.
Witkowski ha ipotizzato che al termine della seconda guerra mondiale, quando molti reduci nazionalsocialisti fuggirono per i paesi sudamericani sotto copertura, l’arma possa essere finita delle mani di uno dei tanti governi latinoamericani filonazisti dell’epoca.
In merito, non mi esprimo… chiedete comunque a Fra’ Martino che in fatto di campane, da quello che si dice, la sapeva lunga…