Secondo quanto riportato dal Times of Israel, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, durante un intervento alla Commissione Affari Esteri e Difesa della Knesset, ha dichiarato: “Stiamo distruggendo sempre più case [a Gaza], così [i palestinesi] non avranno un posto dove tornare.”

Le ultime dichiarazioni di Benjamin Netanyahu alla Knesset non lasciano spazio a interpretazioni: Israele non sta solo combattendo Hamas, ma sta sistematicamente cancellando Gaza dalla mappa per assicurarsi che i palestinesi non abbiano più un posto dove tornare. Parole che suonano come una confessione, una di quelle verità che di solito vengono mascherate da giustificazioni militari o di “sicurezza”. Ma questa volta, il Primo Ministro israeliano ha tolto il velo: la distruzione di interi quartieri, scuole, ospedali e infrastrutture civili non è un “danno collaterale”, ma un obiettivo preciso.
Eppure, mentre Gaza viene ridotta a un cumulo di macerie, il mondo occidentale continua a guardare altrove. Gli Stati Uniti e l’Europa, che pure si riempiono la bocca di “diritti umani”, si limitano a vaghe espressioni di preoccupazione, mentre Israele agisce indisturbato. Netanyahu sa bene di poter contare su questa impunità internazionale, e infatti non si preoccupa nemmeno più di nascondere le sue intenzioni. Quando dice che i palestinesi “non avranno un posto dove tornare”, sta semplicemente ribadendo ciò che molti nel suo governo hanno già detto apertamente: Gaza deve essere svuotata, i suoi abitanti espulsi, il territorio reso inabitabile.
È la logica coloniale più brutale, quella che non ha bisogno di proclami ufficiali perché si realizza giorno dopo giorno sotto i nostri occhi. Case demolite, intere famiglie sepolte sotto le macerie, ospedali trasformati in rovine. E chi sopravvive? Chi riesce a fuggire? Non avrà un posto dove tornare, perché Gaza non esisterà più. Non è un’ipotesi: è una strategia dichiarata.
E mentre i palestinesi vengono cacciati dalla loro terra, Israele prepara già il prossimo passo: la rioccupazione permanente, l’annessione strisciante, la colonizzazione definitiva. Tutto sotto gli occhi compiacenti di chi, in nome della “lotta al terrorismo”, giustifica ogni crimine.
Ma c’è una domanda che dovrebbe far riflettere tutti: se a Mosca qualcuno avesse ammesso di distruggere città per impedire il ritorno dei civili, il mondo avrebbe taciuto nello stesso modo? O forse quando si tratta di Palestina, le regole sono diverse?
⚠️ AVVERTIMENTO – CONTENUTI FORTI
Il video che segue contiene immagini reali e molto forti riguardanti bambini uccisi durante i bombardamenti su Gaza. Si tratta di contenuti estremamente sensibili, che possono risultare scioccanti o traumatizzanti per alcune persone.
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