Nel regno animale esistono creature talmente straordinarie che sembrano uscite da un racconto di fantascienza. Una di queste è il tardigrado, un minuscolo invertebrato spesso chiamato anche “orso d’acqua” per via del suo aspetto rotondo e goffo. Ma non lasciatevi ingannare dalle dimensioni: i tardigradi sono tra gli organismi più resistenti della Terra.
I tardigradi sono animali microscopici, lunghi in media tra 0,1 e 0,5 millimetri, visibili solo al microscopio. Appartengono al phylum Tardigrada e si trovano quasi ovunque sul pianeta: tra i granelli di muschio, nei fondali oceanici, sotto la neve dell’Himalaya e perfino nei deserti. Ovunque ci sia un minimo di umidità, un tardigrado può sopravvivere.
Il loro corpo è segmentato, con quattro paia di zampe dotate di artigli, e non hanno un sistema circolatorio o respiratorio complesso.
La superpotenza del tardigrado: la criptobiosi
La caratteristica più affascinante dei tardigradi è la loro capacità di entrare in uno stato chiamato criptobiosi. In questa condizione, il tardigrado disidrata completamente il proprio corpo, rallenta il metabolismo a livelli impercettibili e si trasforma in una sorta di “bozzolo” detto tun. In questo stato, può sopportare:
- Sopportano temperature da -272°C (vicino allo zero assoluto) fino a +150°C.
- Resistenti a radiazioni ionizzanti (fino a 5.000–6.000 Gy, una dose letale per l’uomo è ~5 Gy).
- Sopravvivono al vuoto spaziale (dimostrato nell’esperimento FOTON-M3 del 2007).
- Possono restare disidratati per decenni e poi “riattivarsi” con l’acqua.
Quando le condizioni tornano favorevoli, il tardigrado si reidrata e torna attivo come se nulla fosse.
Nel 2007, un gruppo di tardigradi è stato lanciato nello spazio dalla missione europea FOTON-M3. Gli scienziati volevano testare la loro resistenza al vuoto cosmico e alle radiazioni solari. Risultato? Alcuni di loro sono sopravvissuti e si sono riprodotti al ritorno sulla Terra.
Questo esperimento ha fatto dei tardigradi i primi animali conosciuti a sopravvivere nello spazio aperto, e ha acceso l’interesse dell’astrobiologia: se qualcosa può sopravvivere nello spazio, può forse anche viaggiare tra pianeti?
Importanza scientifica
Oltre alla loro incredibile resistenza, i tardigradi stanno aiutando la scienza in vari modi:
- Proteine protettive: I tardigradi producono proteine come la Dsup (Damage Suppressor), che protegge il loro DNA da radiazioni e stress ossidativo.
- Medicina: Studi su queste proteine potrebbero aiutare nella conservazione di organi o nella protezione dalle radiazioni in ambito medico.
- Astrobiologia: La loro resistenza supporta l’ipotesi della panspermia (viaggio di vita tra pianeti tramite meteoriti).
- Alcuni tardigradi sopravvivono a pressioni 6 volte superiori a quelle della Fossa delle Marianne.
- Fossili di tardigradi risalgono a 500 milioni di anni fa, suggerendo una lunga storia evolutiva di adattamento.
I tardigradi dimostrano che, anche tra le forme di vita più piccole, si nascondono capacità straordinarie. Resistenti, adattabili e quasi indistruttibili, questi minuscoli “orsi d’acqua” ci ricordano quanto ancora ci sia da scoprire della vita sulla Terra e forse, un giorno, anche oltre.