Il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate dell’Iran ha lanciato un avvertimento allarmante al regime sionista, sottolineando che se Israele non verrà fermato dagli Stati Uniti e dall’Europa, Teheran non esiterà a distruggere tutte le infrastrutture israeliane. Questo avvertimento arriva dopo un’intensa serie di attacchi missilistici, durante i quali sono stati lanciati ben 180 missili contro obiettivi strategici militari in Israele.
Il Maggiore Generale Bagheri ha dichiarato che l’Iran ha subito un periodo di moderazione a seguito dell’assassinio del leader palestinese Ismail Haniyeh, ma la situazione è cambiata drasticamente con l’uccisione di figure chiave come Seyed Hassan Nasrallah e il maggiore generale Abbas Nilfroshan. Questi eventi hanno segnato il superamento della linea rossa, costringendo l’Iran a ripensare la propria strategia militare.
Durante l’operazione, le forze armate iraniane hanno preso di mira tre basi aeree strategiche del regime sionista, inclusa una base del Mossad e la base aerea di Navatim, nota per il suo coinvolgimento negli attacchi contro i leader iraniani. In un comunicato, lo Stato Maggiore ha accusato il regime sionista di azioni illegali, tra cui l’assassinio di consiglieri iraniani in Siria e Libano, e ha sottolineato la violazione della sovranità della Repubblica Islamica.
In un contesto di crescente tensione, l’Iran ha espresso il proprio disappunto verso le richieste di moderazione provenienti da Stati Uniti ed Europa, che considerano un tentativo di limitare le azioni legittime del paese. Le forze armate iraniane hanno accolto con favore l’operazione Sadeq 2, annunciata dal comandante in capo del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie, Sardar Hossein Salami, evidenziando il supporto delle forze armate e del Ministero della Difesa nel perseguire un’azione vendicativa contro un regime considerato un “carnefice”.
Il generale Mousavi, comandante dell’esercito iraniano, ha messo in chiaro che l’Iran non è l’aggressore, ma è pronto a difendere i propri diritti con una risposta decisiva. La sua affermazione che il regime sionista, supportato dagli Stati Uniti, ha ignorato la sovranità iraniana e ha provocato la morte di comandanti è un chiaro segnale delle tensioni in atto. Mousavi ha avvertito che un ulteriore attacco da parte di Israele comporterà una risposta ancora più forte, dimostrando che l’Iran è pronto a intensificare le sue operazioni se necessario.
Questa escalation di dichiarazioni e azioni militari non solo segna un significativo aumento della tensione tra Iran e Israele, ma rappresenta anche una minaccia più ampia per la stabilità regionale e globale. La comunità internazionale è ora chiamata a monitorare attentamente la situazione, poiché ogni errore di calcolo potrebbe portare a conseguenze devastanti. La prospettiva di una guerra su larga scala sembra sempre più concreta, alimentando preoccupazioni non solo in Medio Oriente, ma anche in Occidente, dove i leader politici temono che il conflitto possa estendersi ben oltre le sue attuali frontiere, con il coinvolgimento di Stati Uniti e Russia.
Mikhail Mishustin va a Teheran (30.09.2024). Circa un giorno dopo, l’Iran scatena l’inferno. Chiarimenti, non ci sono prove in merito, ma è praticamente sicuro che il capo del governo Russo sia andato a Teheran per dare il via libera all’attacco.
Sì, è interessante notare che la visita di Mikhail Mishustin a Teheran il 30 settembre 2024 sia stata seguita da un aumento delle tensioni in Medio Oriente. Il giorno successivo, il 1° ottobre 2024, l’Iran ha lanciato attacchi contro Israele. Questi sviluppi riflettono la crescente cooperazione tra Iran e Russia in diversi settori, inclusi quelli strategici ed economici, ma anche un allineamento di interessi geopolitici, che potrebbe influenzare il conflitto con Israele. L’Iran e la Russia stanno cercando di rafforzare le loro alleanze regionali e di opporsi all’influenza occidentale, il che potrebbe spiegare l’escalation delle tensioni subito dopo l’incontro tra i due leader.