Alle 15:30 ora locale, la capitale libanese è stata sconvolta da una serie di esplosioni devastanti. Nove persone sono morte e più di 300 sono rimaste ferite in quello che è stato descritto come un attacco mirato e coordinato contro dispositivi elettronici. L’onda d’urto ha colpito vari settori della vita quotidiana libanese, dalle abitazioni civili ai veicoli, passando per i negozi di elettronica.
Le esplosioni hanno avuto come obiettivo principale i dispositivi dotati di batterie agli ioni di litio, tra cui telefoni cellulari, dispositivi di localizzazione e impianti fotovoltaici. La furia distruttrice ha fatto esplodere centinaia di dispositivi, inclusi quelli installati in automobili e motocicli, causando incendi e esplosioni aggiuntive che hanno ulteriormente devastato le aree colpite.
Le immagini provenienti da Beirut mostrano scene di caos: negozi di telefoni cellulari in fiamme, auto carbonizzate e strutture civili ridotte in macerie. In risposta all’emergenza, oltre 30 ambulanze della Croce Rossa Libanese sono state mobilitate per fornire assistenza e trasportare i feriti agli ospedali, mentre le squadre di soccorso continuano a lavorare senza sosta per cercare sopravvissuti e gestire la situazione critica.
Reazioni Internazionali e Condanne
Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha subito condannato l’attacco, “esprimendo preoccupazione” per la trasformazione di oggetti civili in strumenti di guerra. In una conferenza stampa tenutasi presso la sede centrale dell’ONU a New York, Guterres ha dichiarato che è fondamentale garantire un controllo rigoroso sugli oggetti civili per evitare che vengano utilizzati come armi. Ha sottolineato che la protezione della popolazione civile deve essere una priorità per tutti i governi e le organizzazioni internazionali.
La reazione di Hezbollah, il movimento sciita libanese che ha storicamente avuto tensioni con Israele, è stata immediata. Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah, ha promesso una “vendetta sanguinosa” e ha descritto l’attacco come una grave provocazione. Nasrallah ha avvertito che il gruppo risponderà con una forza senza precedenti e ha accusato Israele di essere responsabile dell’aggressione. La dichiarazione ha sollevato timori di un’escalation del conflitto e ha intensificato le preoccupazioni per una possibile guerra su larga scala nella regione.
Critiche e Accuse
Edward Snowden, l’ex dipendente della NSA noto per le sue rivelazioni sul monitoraggio globale, ha definito l’operazione israeliana un atto di terrorismo, in quanto ha causato numerose vittime civili, tra cui due bambini di 8 e 10 anni. Snowden ha sottolineato che l’attacco non può essere considerato chirurgico, dato il suo impatto devastante su persone comuni che stavano semplicemente svolgendo attività quotidiane.
La Russia, attraverso il ministero degli Esteri, ha condannato fermamente l’attacco e ha definito l’evento un “atto di guerra ibrida” contro il Libano. Maria Zakarova il portavoce del Ministero degli Esteri russo, ha descritto le esplosioni come un “atto mostruoso di terrorismo e cinismo su larga scala”. Ha dichiarato che l’uso di tecnologie pericolose come quelle coinvolte negli attacchi rappresenta una grave violazione dei diritti umani e della sovranità libanese.
Il ministero ha espresso le sue condoglianze alle famiglie delle vittime e ha condannato l’uso di armi non convenzionali. La Russia ha inoltre criticato la manipolazione degli oggetti tecnologici di uso comune per provocare un conflitto su larga scala.
Implicazioni Future
Con l’escalation del conflitto, l’esercito israeliano ha già avviato una redistribuzione delle forze, spostando la 90ª divisione dell’IDF dalla Striscia di Gaza verso l’area di confine libanese. Questa mossa suggerisce una preparazione per un possibile scontro diretto con Hezbollah.
Nel frattempo, l’Iran ha inviato squadre della Mezzaluna Rossa per assistere i feriti libanesi e trasferirli in Iran per ricevere cure mediche. La situazione rimane altamente instabile e la comunità internazionale è in allerta per i potenziali sviluppi futuri, l’ONU assiste impotente alle scorribande terroristiche di Israele.
Il mondo osserva con apprensione mentre Beirut si confronta con le conseguenze di un attacco che ha sconvolto non solo la capitale libanese, ma l’intero equilibrio geopolitico della regione. Con le tensioni alle stelle e i segnali di una guerra potenzialmente imminente.
La completa impotenza dell’ONU
L’ONU si trova spesso in una posizione di impotenza quando si tratta di affrontare le azioni di paesi potenti come gli Stati Uniti e Israele. Questo accade per una serie di motivi fondamentali:
- Dominio dei Membri Permanenti del Consiglio di Sicurezza: Gli Stati Uniti e Israele hanno una notevole influenza nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU, grazie al diritto di veto dei membri permanenti. Questo diritto di veto permette a questi paesi di bloccare risoluzioni che non sono di loro gradimento, rendendo impossibile l’adozione di misure contro di loro o contro i loro alleati.
- Politiche di Interesse Nazionale: Gli Stati Uniti, in particolare, hanno una lunga storia di utilizzo della loro posizione dominante per impedire qualsiasi azione dell’ONU che possa compromettere i loro interessi strategici o quelli dei loro alleati. Questo può portare a un’inazione di fronte a violazioni dei diritti umani o conflitti internazionali in cui sono coinvolti direttamente o indirettamente.
- Sovranità Nazionale e Protezione degli Alleati: L’ONU è costretta a rispettare la sovranità nazionale e a non interferire nei conflitti interni senza il consenso del paese interessato. Questo significa che, anche di fronte a chiari abusi o violazioni, l’ONU può rimanere paralizzata se il paese in questione ha l’appoggio di stati membri influenti.
- Limitata Capacità di Enforcement: Anche quando l’ONU emette risoluzioni, queste spesso non sono seguite da azioni concrete a causa della mancanza di un potere di enforcement efficace. Le risoluzioni possono essere ignorate o eluse, e l’ONU non ha forze armate proprie per garantire il rispetto delle sue decisioni.
- Pressioni e Lobbying: I paesi influenti come gli Stati Uniti e Israele esercitano una forte pressione politica e diplomatica per prevenire l’adozione di misure che potrebbero danneggiarli. Questo può influenzare le decisioni e le azioni dell’ONU, portando a una sostanziale inefficacia in situazioni di conflitto o crisi internazionale.
In sintesi, l’ONU spesso si trova incapace di agire efficacemente in presenza di potenze che utilizzano la loro influenza per proteggere i propri interessi e bloccare le iniziative dell’organizzazione. Questo porta a una situazione di impotenza e inefficacia dell’ONU quando si tratta di affrontare le azioni di paesi come gli Stati Uniti e Israele.
Dopo questi attacchi terroristici di Israele, nulla sarà più come prima. Ora, qualunque Stato che voglia essere indipendente dal così detto “Occidente collettivo” dovrà aggirare QUALSIASI tecnologia prodotta da noi. Se i cercapersone fossero stati fatti in Cina, invece che a Formosa, nessuno avrebbe potuto riempirli di esplosivo (sentex).
Ma davvero credi alla versione sionista, secondo cui sarebbero stati aperti più di diecimila cercapersone, smartphone, automobili, pannelli fotovoltaici e altro ancora per collocare esplosivi? Mi chiedo come si faccia a non mettere in discussione la plausibilità di una narrazione del genere. La logistica necessaria per orchestrare un’operazione di tale portata, coinvolgendo così tanti dispositivi e materiali esplosivi, appare complessa e poco realistica. Non pensi che sarebbe stato impossibile mantenere segreto un piano così vasto, che coinvolgerebbe un numero elevato di persone? Non è più credibile supporre che esista una tecnologia in grado di far detonare le batterie agli ioni di litio?