Il governo guidato da Giorgia Meloni ha recentemente adottato un disegno di legge per reintrodurre l’energia nucleare in Italia, una decisione che rappresenta un clamoroso passo indietro e un’inaccettabile minaccia per l’ambiente, l’economia e la sicurezza del Paese.
Un governo che ignora la storia
L’Italia ha detto no al nucleare con due referendum, nel 1987 e nel 2011, dimostrando chiaramente che la volontà popolare è contraria a questa tecnologia obsoleta, costosa e pericolosa. Eppure, l’esecutivo Meloni ha deciso di ignorare il passato e imporre il ritorno dell’atomo, spacciandolo per una soluzione moderna alla crisi energetica.
Ma di moderno non c’è nulla: i reattori nucleari, anche quelli di ultima generazione, restano un disastro in termini di costi, tempi di realizzazione e rischi ambientali. In Francia e Finlandia, gli impianti più recenti hanno subito ritardi decennali e costi quintuplicati rispetto alle previsioni iniziali. L’Italia, con la sua burocrazia elefantiaca e la cronica incapacità di portare a termine grandi opere nei tempi stabiliti, rischia di trovarsi con cantieri infiniti e un debito pubblico ancora più insostenibile.
Il disastro economico del nucleare
Gli impianti nucleari richiedono investimenti miliardari che graveranno sulle tasche dei cittadini. Mentre le energie rinnovabili come il solare e l’eolico continuano a diventare sempre più economiche ed efficienti, il nucleare resta una delle fonti di energia più costose e meno competitive. Senza contare che, per almeno un decennio, l’Italia non vedrà un solo megawatt prodotto dai nuovi impianti, condannandoci a rimanere dipendenti dalle importazioni di gas e carbone per anni.
Il pericolo delle scorie e la minaccia per l’ambiente
Uno degli aspetti più irresponsabili di questa scelta è il problema irrisolto delle scorie radioattive. L’Italia non è mai riuscita a individuare un sito sicuro per lo smaltimento delle scorie già esistenti, e ora il governo pensa di aggiungere nuovi rifiuti radioattivi al problema. Le scorie nucleari restano pericolose per migliaia di anni, e nessun Paese al mondo ha trovato una soluzione definitiva. Dove verranno stoccati i rifiuti radioattivi prodotti dai nuovi impianti? Quale comunità sarà sacrificata per ospitare un deposito di scorie ad altissimo rischio?
Inoltre, il nucleare è tutt’altro che una tecnologia pulita. Le miniere di uranio devastano interi ecosistemi, e il processo di arricchimento dell’uranio consuma enormi quantità di energia. Aggiungere nuovi reattori in Italia significa anche aumentare il rischio di incidenti nucleari, una minaccia concreta in un Paese sismico e con un’infrastruttura energetica già precaria.
Una scelta ideologica e priva di visione
Dietro questa decisione non c’è alcuna logica economica o ambientale, ma solo una cieca ideologia. Il governo Meloni ha bisogno di costruire un’immagine di forza e autonomia, anche a costo di mettere in pericolo il futuro energetico dell’Italia. Ma il nucleare non ci renderà più indipendenti: l’uranio è una risorsa limitata e in gran parte importata dall’estero, rendendoci comunque dipendenti da altri Paesi.
L’unica vera strada per l’indipendenza energetica è investire massicciamente nelle energie rinnovabili, nello stoccaggio energetico e nell’efficienza energetica. Invece di puntare su un modello del passato, l’Italia dovrebbe guardare avanti, abbracciando le tecnologie che garantiscono un futuro sostenibile.
Una scelta che paga il popolo
La reintroduzione del nucleare in Italia è un azzardo irresponsabile che peserà per decenni su cittadini e imprese. Mentre il resto del mondo accelera verso un mondo più ecologico, il governo Meloni si ostina a riportarci nel passato, ignorando i rischi e i costi di questa tecnologia fallimentare.
A pagare saranno, come sempre, gli italiani: con bollette più alte, tasse più pesanti e un ambiente più insicuro. Un governo che non ascolta la volontà popolare e che si ostina a promuovere scelte sbagliate merita solo una cosa: di essere mandato a casa !

Draghi – Meloni hanno famiglia eppure prendono impegni a lunga distanza danneggiando la salute degli italiani. Si direbbe che nel loro futuro vedano gli USA come scelta di dimora e quindi sia indifferente che succederà a questo paese. Non ho altre spiegazioni logiche.
Ciao Lauretta, ti leggo sempre anche se non commento mai, ma in questo caso faccio un eccezione. Giorgia Meloni fa parte dell’Aspen Institute, e se da un lato si presenta come una leader sovranista vicina agli interessi del popolo, dall’altro lato fa parte di un’élite internazionale che spesso agisce in funzione di agende globaliste. Questo crea un conflitto di interessi che genera grossi dubbi sul reale grado di autonomia nelle sue decisioni.
Basti pensare che l’Aspen Institute è un think tank internazionale finanziato da grandi fondazioni come la Rockefeller Brothers Fund e la Gates Foundation, oltre che da colossi aziendali come BlackRock, Johnson & Johnson e Mastercard. Il suo consiglio di amministrazione è composto da esponenti di spicco della politica, dell’economia e del mondo accademico, il che lo rende un centro di influenza strategica su scala globale.
Seguono un metodo ben collaudato per condizionare l’opinione pubblica e indirizzare le decisioni politiche ed economiche. Lo schema è sempre lo stesso: creare o amplificare un problema, generare allarme sociale, per poi proporre una soluzione già pianificata, che avvantaggia determinati interessi. Un esempio è l’aumento delle bollette energetiche, che rende più accettabile l’adozione del nucleare come unica via d’uscita. Questo approccio non si limita solo all’energia, ma si estende ad altri ambiti come la sanità, la finanza o le politiche sociali. Buona serata
ciao Robin , mi fa piacere che te legga le mie “pillole di saggezza” scritte fra il serio e faceto. Ovviamente sono d’accordo su quanto hai scritto
che concede in qualche modo delle attenuanti alla Meloni equilibrista
eccezionale nel panorama politico italiano.
Buona serata anche a te .