Oggi si terranno i funerali di Danil Manighetti, un ragazzo di 13 anni di Verdellino che ha perso la vita dopo aver combattuto per sette giorni in seguito a un malore improvviso mentre si trovava in piscina.
Il drammatico episodio è avvenuto il 20 agosto, quando Danil si trovava al centro sportivo Stradivari di Cremona. Colpito da un malore improvviso, il ragazzo è finito in acqua, ma è stato subito soccorso e tirato fuori dalla piscina. Nonostante il massaggio cardiaco e l’uso del defibrillatore, il suo cuore non ha ripreso a battere autonomamente, e Danil è stato trasportato d’urgenza in elicottero a Bergamo.
Arrivato in ospedale il cuore e gli altri organi hanno ripreso a funzionare ma il giovane è stato dichiarato in morte cerebrale, una condizione che in Italia equivale alla morte definitiva.
“Dell’accaduto sappiamo solo che nostro figlio è stato tirato subito fuori dalla piscina, che gli è stato praticato il massaggio cardiaco e che non è uscita una sola goccia d’acqua né dalla bocca né dal naso” aveva spiegato la mamma Roberta.
Si è usato il defibrillatore, ma non sono riusciti a ritrovare l’impulso del cuore ed è stato trasportato in elisoccorso a Bergamo, il cuore e gli altri organi hanno ripreso a funzionare ma è sopraggiunta la morte celebrale e, in Italia, equivale alla morte“. I genitori hanno acconsentito al prelievo degli organi.
Gli organi devono essere prelevati prima che il cuore smetta di battere, poiché, una volta che il cuore si ferma, il deterioramento degli organi avviene molto rapidamente. Senza il cuore che pompa il sangue, gli organi non ricevono ossigeno e nutrienti, il che causa danni significativi. Per garantire che gli organi siano idonei per un trapianto, è cruciale che siano in buone condizioni e ben ossigenati al momento del prelievo. Per questo motivo, spesso gli organi vengono prelevati mentre il paziente è ancora supportato da macchine che mantengono il sangue in circolo e gli organi vitali freschi e funzionanti.
Alcuni medici critici sostengono che la morte cerebrale non dovrebbe essere considerata una morte definitiva, poiché, nonostante l’assenza di attività cerebrale, il corpo può continuare a mantenere alcune funzioni grazie al supporto medico, come la ventilazione meccanica. Questi critici ritengono che il corpo non possa essere considerato morto finché non si ferma anche il battito cardiaco.
Inoltre, i critici mettono in discussione l’accuratezza dei test utilizzati per diagnosticare la morte cerebrale, sostenendo che potrebbero esserci margini di errore o che tali test potrebbero non rilevare tutte le condizioni cliniche.
La salma di Danil è rientrata ieri a Verdellino, dove il ragazzo era conosciuto e amato per il suo carattere solare e curioso. Attualmente, il feretro si trova nelle sale del Commiato della Bergamasca, a Verdello. Questa sera, alle 20, il feretro sarà trasferito nella parrocchia di Sant’Ambrogio vescovo e dottore per un momento di preghiera comunitaria. I funerali si svolgeranno oggi alle 15 a Verdellino, con la partecipazione della comunità che si stringerà attorno alla famiglia Manighetti in questo momento di dolore. In segno di rispetto e vicinanza, l’Amministrazione comunale ha proclamato il lutto cittadino per la giornata di sabato 31 agosto, dalle 8 alle 17.30.
Danil lascia un vuoto profondo nei cuori di chi lo conosceva, in particolare nella sua famiglia.
Anche la squadra di rugby Quins Bergamo, a cui Danil era affiliato tramite l’Harlequins Verdello, ha voluto ricordarlo con affetto. Il club lo ha descritto come un ragazzo talentuoso e appassionato, noto per la sua grinta e il suo spirito combattivo sul campo. La sua scomparsa lascia un grande vuoto non solo nella sua famiglia, ma anche tra i compagni di squadra e nella comunità sportiva che continuerà a ricordarlo con affetto e ammirazione.