Le formiche Camponotus amputano le zampe per combattere le infezioni
Le ferite aperte rappresentano una grave minaccia di infezione e possono aumentare la mortalità negli animali. Per mitigare questi rischi, molte specie animali hanno sviluppato strategie difensive che includono l’applicazione diretta di composti antimicrobici sulle ferite stesse.
È interessante notare che le formiche, esempio di avanzata organizzazione sociale nel regno animale, hanno sviluppato un metodo particolare per difendersi dai patogeni. Grazie alla ghiandola metapleurica, che produce secrezioni antimicrobiche, sono in grado di proteggersi dalle infezioni. Queste sostanze hanno dimostrato efficacia contro una vasta gamma di agenti patogeni, contribuendo alla sopravvivenza e alla salute della colonia. Tuttavia, in alcuni generi di formiche, come i Camponotus, questa ghiandola si è perduta nel corso dell’evoluzione.
Nonostante la perdita della ghiandola metapleurica, le formiche del genere Camponotus hanno sviluppato altre strategie di difesa e adattamenti comportamentali che consentono loro di mantenere un ambiente relativamente sterile all’interno della colonia.
Per comprendere come le formiche Camponotus gestiscano ferite infette senza l’uso delle secrezioni antimicrobiche della ghiandola metapleurica, sono stati condotti esperimenti comportamentali e microbiologici su Camponotus floridanus. Durante gli esperimenti, è stato osservato che se un’operaia subisce una ferita grave al femore, le compagne di nido rispondono con un comportamento sorprendente: amputano l’arto ferito mordendo la base della gamba fino a quando non viene reciso, aumentando così significativamente le probabilità di sopravvivenza dell’individuo.
Questa strategia di amputazione non è stata osservata quando la ferita sperimentale era più distante, ad esempio alla tibia, dove le compagne di nido hanno invece dedicato più tempo alla cura diretta della ferita stessa.
L’efficacia delle amputazioni dipende dal momento in cui vengono eseguite: le scansioni micro-TC hanno rivelato che i muscoli responsabili della circolazione dell’emolinfa sono prevalentemente concentrati nel femore. Pertanto, le ferite al femore, attenuando il flusso dell’emolinfa, forniscono alle operaie il tempo necessario per eseguire le amputazioni prima che il patogeno si diffonda nel corpo dell’insetto.
Questo studio rappresenta il primo esempio documentato dell’uso di amputazioni per trattare individui infetti in un animale non umano. Dimostra inoltre che le formiche Camponotus sono in grado di adattare il loro comportamento in base alla posizione e alla gravità delle ferite, utilizzando una combinazione di comportamenti sociali e meccanismi fisiologici per aumentare le probabilità di sopravvivenza all’interno delle loro colonie.
Gli scienziati hanno concluso che questi “trattamenti” non solo hanno contribuito alla guarigione, ma anche che le formiche hanno scelto metodi di cura adatti al tipo specifico di lesione che si presentava loro.
Salvare vite tramite la chirurgia non è più un’esclusiva degli esseri umani. Questi risultati aprono nuove prospettive sulla biologia delle formiche e potrebbero avere implicazioni anche per la comprensione dei meccanismi di difesa immunitaria sociale in altri organismi sociali.
Link all’articolo originale: Wound-dependent leg amputations to combat infections in an ant society