Una interessante scoperta è stata fatta dallo studioso di storia medica, Edward Shorter: in un’intervista la Divisione Vaccini della farmaceutica Merck ha ammesso di avere inoculato per anni il virus del cancro ( il virus SV40) per mezzo dei vaccini.
Il virus SV40, presente nelle cellule di rene di scimmia (cellule renali di scimmia impiegate per far crescere i virus della poliomielite da usare a scopo vaccinale), ha contaminato i vaccini antipolio (orale di Sabin e parenterale di Salk) e si è trasferito nella popolazione umana, rivelandosi un virus potenzialmente oncogeno.
E’ stato proprio il liquido di coltura di queste cellule di rene di scimmia (contenenti il virus) che, inoculato, ha consentito al virus oncogeno suddetto di infettare i vaccinati. Negli USA, dal 1955 al 1961, circa 98 milioni di americani ( sic!) sono stati vaccinati con il vaccino antipolio contenente il virus cancerogeno SV40.
Questo virus SV40 è stato individuato agli inizi degli anni ‘60 ma l’azienda ha continuato a commercializzare ceppi vaccinali (che sapeva essere realmente infetti ) anche dopo il 1961, per altri due anni ( in seguito il virus è stato evidenziato in bambini troppo giovani per aver ricevuto il vaccino contaminato, e alcuni studiosi -per questo motivo- ora sostengono che il virus SV40 potrebbe essere stato nel vaccino antipolio addirittura fino al 1999).
All’inizio degli anni ’90, Michele Carbone, della Loyola University di Chicago, ha evidenziato il virus SV40 in tumori ossei e mesoteliomi ( associato o meno all’amianto ). In Italia un team di ricercatori dell’Università di Ferrara ha trovato il virus SV40 in altri tumori: tumori cerebrali ( nel 83% dei papillomi dei plessi corioidei, nel 73% degli ependinomi, nel 47% degli astrocitomi, nel 50% dei glioblastomi e nel 14% dei meningiomi).
Studi successivi hanno associato questo virus all’insorgenza di alcuni linfomi e leucemie. Scoperta la contaminazione, si è visto che il virus SV40 causa il cancro nei criceti. Solo dopo diversi anni si è giunti ad attribuire un ruolo causale (o di concausa) del virus SV40 per il cancro negli esseri umani. Ovviamente “ufficialmente” tale ruolo viene negato con il solito ritornello: “ non è sufficientemente dimostrato che il virus SV40 provochi…”. Intanto le prove di un suo probabile ruolo aumentano.
La SV40 Cancer Foundation riporta che ci sono più di 3.400 articoli scientifici con “SV40” nel titolo e più di 15.000 articoli che menzionano o discutono dell’SV40. Nel 2002, tre ricercatori, Gazdar, Butel e Carbone, che hanno studiato il virus SV40 per diversi anni, hanno espresso la loro opinione che il virus SV40 dovrebbe essere classificato come una sostanza potenzialmente cancerogena di Gruppo 2A, cioè una sostanza probabile cancerogena per gli esseri umani.
Conclusione: milioni di persone hanno contratto negli scorsi decenni il virus SV40 e – per questo- sono “a rischio“. Alcuni ricercatori hanno rinvenuto il virus anche nel sangue e nello sperma: ciò renderebbe possibile la sua trasmissione attraverso trasfusioni di sangue e i rapporti sessuali. Non solo. Altri ricercatori hanno scoperto che i tumori con SV40 avrebbero meno probabilità di essere sensibili alla chemioterapia e alla terapia radiante.
I governi di mezzo mondo negli ultimi decenni, si sono ben guardati dal finanziare degli studi (studi che – non dimentichiamolo- li avrebbero senz’altro fatti apparire colpevoli) per informare gli ignari vaccinati sulle conseguenze della somministrazione del vaccino contaminato. Che tristezza!
Coinvolti in questa situazione ci sono ancora una volta le aziende farmaceutiche Merck e GlaxoSmithKline (GSK), che erano state menzionate in eventi simili in passato.
Ecco una spiegazione dei fatti:
Nel marzo del 2010, i media americani hanno riportato al pubblico una scoperta preoccupante. Alcuni ricercatori hanno segnalato che tre vaccini destinati ai bambini erano stati contaminati da virus e frammenti di DNA animale. Mentre questa notizia potrebbe non essere stata una sorpresa per gli esperti del settore, ha suscitato preoccupazione tra il pubblico non specializzato. Uno dei vaccini per il morbillo ha rivelato la presenza di piccole quantità di virus della leucosi aviaria, mentre gli altri due vaccini, utilizzati per prevenire la gastroenterite infantile, Rotarix (prodotto dalla Glaxo) e RotaTeq (prodotto dalla Merck), contenevano frammenti di DNA di virus suino.
I due vaccini, che contengono DNA di virus suino, vengono somministrati per via orale a bambini di pochi mesi con l’obiettivo di prevenire la gastroenterite infantile. Dato che si tratta di DNA animale, esiste sempre la possibilità che possa danneggiare il DNA umano. La preoccupazione maggiore riguarda il DNA suino di tipo PCV2 presente nel vaccino RotaTeq. A differenza del PCV1 presente nel vaccino Rotarix, il PCV2 sembra avere effetti dannosi sul sistema immunitario dei suini, tanto da causare malattie respiratorie e addirittura la morte in alcuni casi, come riportato da alcuni ricercatori.
C’è da notare che una segnalazione della FDA nel 2008 sollevò preoccupazioni sul virus PCV1, precedentemente considerato innocuo rispetto al PCV2. Questa segnalazione suggerì che il PCV1 potesse essere associato a un aumento significativo dei casi di polmonite, alcuni dei quali erano mortali. Nonostante queste preoccupazioni, il vaccino Rotarix, che contiene PCV1, era stato approvato dalla FDA nel 2008 ed era stato somministrato a 1 milione di bambini americani e a 30 milioni di bambini in tutto il mondo.
In seguito alla scoperta dei virus nei vaccini, la FDA ha deciso di sospendere il vaccino Rotarix. Tuttavia, è interessante notare che questa sospensione non ha coinvolto il vaccino RotaTeq prodotto dalla Merck. Successivamente, dopo una revisione ulteriore, la FDA ha permesso nuovamente la commercializzazione del vaccino Rotarix nel mese di maggio. Questa decisione è stata presa dopo che la Glaxo ha dichiarato l’impegno di rimuovere il virus PCV1 dal vaccino Rotarix. E la Merk? Nonostante la sospensione temporanea del Rotarix, il vaccino RotaTeq della Merck non è stato coinvolto e ha continuato a essere commercializzato.
Solite domande inquietanti. Come mai questo DNA di virus suini è finito nei due vaccini?
Come mai le aziende farmaceutiche non si sono accorte della presenza di DNA estraneo nei loro vaccini?
Se i ricercatori non avessero scoperto e segnalato la contaminazione, per quanto tempo avrebbero continuato a tenere del DNA animale nei vaccini?
Sarà vero -poi- che questo DNA verrà rimosso dalle preparazioni vaccinali?
Che fine faranno i vaccini contaminati?
Verranno inviati ai bambini del Terzo Mondo (come hanno fatto per i vaccini per l’influenza A/H1N1 inutilizzati)?
Quali effetti ci saranno in futuro per i bambini a cui è stato somministrato il vaccino contaminato? Saranno seguiti negli anni a venire o saranno abbandonati al loro destino?
Come mai in Italia i mass media non ci hanno ampiamente informato?
Che tristezza! Che tristezza!
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21093497/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/24104203/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/10472327/
come mai in Italia continuano a nascondere le pecche di alcuni vaccini ? la risposta è semplice, la Sanità ci tiene poco ai nostri figli e molto
all’immigrazione . E se i soldi non bastano entrerà nei nostri conti bancari. Togliete gli allarmi dai cellulari, esistono perfino per
combattere le allerte per allergie. Ma in previsione di terremoti-alluvioni-nucleare esisterà omertà assoluta.