L’uomo ha contribuito all’aumento dell’alluminio nell’ambiente attraverso l’uso di alluminio in prodotti industriali, farmaci e vaccini. L’alluminio viene utilizzato come additivo in molti prodotti alimentari e farmaci, inclusi gli antiacidi, i vaccini e le soluzioni di dialisi. Inoltre, l’alluminio può essere presente in fonti ambientali come l’acqua potabile e l’aria.
Questo è un estratto da un articolo scientifico che affronta l’argomento dell’alluminio come possibile fattore ambientale che contribuisce all’insorgenza e alla progressione della malattia di Alzheimer.
L’articolo afferma che, nonostante i presupposti genetici siano considerati come pilastri dell’ipotesi della cascata di amiloide nella diagnosi della malattia di Alzheimer familiare, non si conosce ancora la causa della malattia di Alzheimer e che gli fattori ambientali, come l’esposizione all’alluminio, potrebbero ancora essere dimostrati come contributori.
L’articolo presenta i primi dati sulla presenza di alluminio nel tessuto cerebrale di 12 donatori con diagnosi di malattia di Alzheimer familiare.
I risultati hanno mostrato concentrazioni di alluminio molto alte, con valori superiori a 10 μg/g di peso secco del tessuto in 5 dei 12 individui.
In generale, le concentrazioni erano più alte rispetto a tutte le precedenti misurazioni di alluminio nel tessuto cerebrale tranne in casi di encefalopatia indotta dall’alluminio conosciuta.
Gli autori hanno supportato le loro analisi quantitative utilizzando un nuovo metodo di microscopia a fluorescenza selettiva dell’alluminio per visualizzare l’alluminio in tutti i lobi di ogni cervello studiato. I dati quantitativi unici e le immagini sorprendenti di alluminio nel tessuto cerebrale della malattia di Alzheimer familiare sollevano la questione del ruolo dell’alluminio in questa malattia distruttiva.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28159219/