Perché sui social si sta scatenando una rivolta contro Balenciaga? Borse, vestiti e accessori gettati nell’immondizia, o addirittura rovinati a favor di telecamera.
Cosa sta succedendo al brand fondato dallo stilista spagnolo Cristóbal Balenciaga – oggi di proprietà di Kering, il conglomerato francese del lusso che possiede anche marchi come Gucci e Saint Laurent – diventato un riferimento culturale per la moda?
Tutto parte da una campagna pubblicitaria, che voleva evidentemente far discutere (in positivo) e invece ha sortito l’effetto opposto. Ma andiamo con ordine.
La ricostruzione
Le polemiche e le critiche degli ultimi giorni sono legate a due campagne del brand.
In una i modelli erano dei bambini che stringevano borse che ricordavano degli orsacchiotti con accessori da bondage.
Nell’altra invece gli scatti mostravano dei documenti sulle leggi che riguardano la pornografia infantile.
Tutto è iniziato il 16 novembre: Balenciaga ha pubblicato (e velocemente cancellato) la campagna Balenciaga Gift Shop, firmata dal fotografo italiano Gabriele Galimberti. Gli scatti mostravano sei bambini con delle borsette fatte di orsacchiotti distrutti, già viste nella sfilata della primavera 2023 a Parigi. Cos’avevano di particolare queste borse? Gli occhi degli orsi erano neri e il corpo era accessoriato con top a rete e rifiniture di cuoio.
In breve tempo gli utenti hanno iniziato a collegare queste borsette ad accessori dallo stile bondage, criticando la scelta di abbinare dei bambini a una visione del genere.
Il 21 novembre poi il brand spagnolo ha lanciato una nuova campagna, Garde-Robe 2023. Qualcuno – probabilmente già infastidito dalla precedente campagna – ha ingrandito le fotografie per leggere i documenti che erano presenti sulla scena: decisioni della Corte Suprema sulle leggi sulla pornografia infantile.
Come ha risposto Balenciaga
Balenciaga non ha immediatamente risposto alle critiche e alle polemiche online: risale al 24 novembre il comunicato del brand in cui si scusava per la campagna Gift Shop, promettendo di rimuoverla dai social.
«Ci scusiamo sinceramente per qualsiasi offesa che la nostra campagna per le vacanze possa aver causato. Le nostre borse di peluche non avrebbero dovuto essere presenti con i bambini in questa campagna. Abbiamo immediatamente rimosso la campagna da tutte le piattaforme», si legge in una dichiarazione pubblicata su Instagram.
E poi nuove scuse sono arrivate per la campagna Garde-Robe:
«Ci scusiamo per aver mostrato documenti inquietanti nella nostra campagna».
E ancora:
«Prendiamo molto sul serio la questione e stiamo intraprendendo un’azione legale contro le parti responsabili della creazione del set e dell’inclusione di articoli non approvati per il nostro servizio fotografico della campagna Primavera 23. Condanniamo fermamente qualsiasi forma di abuso sui bambini. Sosteniamo la sicurezza e il benessere dei bambini».
Il giorno seguente, il 25 novembre, Balenciaga ha presentato dei documenti al tribunale di New York per avviare una causa da 25 milioni di dollari contro la società di produzione North Six e lo scenografo Nicholas Des Jardins, responsabili del progetto del set per la campagna Garde-Robe. Nei fogli, come riportato dal New York Times, si affermava che la società di produzione e lo scenografo si erano impegnati in «atti e omissioni inspiegabili» che erano «malevoli o, per lo meno, straordinariamente sconsiderati».
In un post successivo pubblicato il 28 novembre sempre su Instagram Balenciaga scrive infatti che i documenti sono stati inseriti nelle fotografie della campagna a sua insaputa:
«Tutti gli elementi inclusi nello shooting sono stati portati da terze parti che hanno confermato per iscritto che si trattava di falsi documenti da ufficio. Si sono poi rivelati essere veri documenti legali, probabilmente derivanti dal set di una serie tv. L’inserimento di questi documenti non approvati è stato il risultato di una negligenza sconsiderata per cui Balenciaga ha sporto denuncia. Prendiamo piena responsabilità per la nostra mancanza di controllo e avremmo potuto fare le cose diversamente».
Sempre in questa dichiarazione però il brand spagnolo si assume la responsabilità per la prima campagna, quella con i bambini e le borse-orsetto in stile bondage (già visti sulle sfilate nei mesi scorsi).
«Le nostre borse di peluche e la collezione Gift non avrebbero dovuto essere presentate con i bambini. Questa è stata una scelta sbagliata da parte di Balenciaga, unita al nostro fallimento nel valutare e convalidare le immagini. La responsabilità di questo è solo di Balenciaga».
Quindi se per la seconda campagna è partita una denuncia, per la prima no.
Il fotografo Galimberti inoltre aveva pubblicato delle dichiarazioni subito dopo il montare delle critiche online:
«Non sono nella posizione di commentare le scelte di Balenciaga, ma devo sottolineare che non avevo alcun diritto di scegliere né i prodotti, né i modelli, né la combinazione degli stessi. Come fotografo, mi è stato solo ed unicamente chiesto di accendere la scena data, e scattare gli scatti secondo il mio stile di firma. Come al solito per uno shooting pubblicitario, la direzione della campagna e la scelta degli oggetti esposti non sono nelle mani del fotografo».
Al termine del suo comunicato Balenciaga chiede nuovamente scusa per quanto accaduto, ma questo non è servito a fermare l’onda che ormai era partita. Sempre il 28 novembre infatti The Business of Fashion ha annunciato la revoca del premio Global Voices 2022 al direttore creativo di Balenciaga Demna, proprio per il suo coinvolgimento nella controversa campagna. BoF ha spiegato la scelta descrivendo le immagini come «del tutto incoerenti con i nostri valori». Il sito ha riferito che il suo invito a Balenciaga a partecipare e offrire una spiegazione è stato rifiutato.
Il 2 dicembre arrivano due nuovi comunicati: uno di Demna e poi uno direttamente da Balenciaga.
«Per quanto a volte vorrei provocare con il mio lavoro, non avrei MAI intenzione di farlo con un soggetto così terribile come l’abuso sui minori che condanno. Devo imparare da questo, ascoltare e impegnarmi con le organizzazioni per la protezione dei minori per sapere come posso contribuire e aiutare su questo terribile argomento», ha scritto il direttore creativo del brand.
A parlare nel comunicato di Balenciaga invece è Cédric Charbit, ceo e Presidente, che ha illustrato come la casa di moda si muoverà nei prossimi giorni per risolvere il problema. Innanzitutto, non ci sarà nessuna causa legale. Poi una riorganizzazione del dipartimento Immagine per «assicurare un pieno allineamento con le nostre linee guida aziendali» e delle donazioni per organizzazioni che si occupano della protezione dei bambini.
«Voglio personalmente presentare ancora una volta le mie più sincere scuse per le offese causate e prendermi la mia responsabilità», si legge nel comunicato.
Le reazioni
Sul web, specialmente sui social, sono fioccati video, post e commenti contro il brand spagnolo. Basta cercare Balenciaga su TikTok per trovare filmati di persone che distruggono le loro borse, le gettano nel cestino dell’immondizia o le restituiscono.
«Nessuna pietà per i pedofili», si legge a corredo di un video. L’hashtag #balenciagacancelled ha totalizzato quasi 22 milioni di visualizzazioni su TikTok.
Anche Kim Kardashian, che con il brand ha collaborato a lungo, specialmente dopo il divorzio da Kanye West, ha parlato dello scandalo: il 27 novembre ha affermato di stare «rivalutando la sua relazione» con il marchio dopo essere stata criticata per non aver fatto un commento prima.
«Come madre di quattro figli, sono stata scossa dalle immagini inquietanti», ha scritto la signora Kardashian su Twitter.
«La sicurezza dei bambini deve essere tenuta con la massima considerazione e qualsiasi tentativo di normalizzare gli abusi sui minori di qualsiasi tipo non dovrebbe avere posto nella nostra società, punto».
«Apprezzo la rimozione delle campagne e le scuse da parte di Balenciaga. Parlando con loro, credo che comprendano la gravità del problema e prenderanno le misure necessarie affinché ciò non accada mai più», ha aggiunto.
dietro questo paravento di intenzioni travisate da parte della Balenciaga,
ci sono genitori che amano cedere i propri figli per metterli in mostra,
costi quel che costi. Intascano i soldi senza farsi delle domande sul
presente e futuro dei piccoli modelli. Una visibilità discutibile.