La ricerca dell’ateneo bolognese in collaborazione con l’università di Ferrara e l’Asl di Pescara, pubblicato sulla rivista Vaccines, dichiara:
“I vaccini Covid non hanno aumentato le malattie del cuore”.
Ma dai numeri risulterebbe l’opposto: infarto al miocardio 2.1 volte superiore nei vaccinati con tre o più dosi, l’insufficienza cardiaca acuta 2.3 volte superiore
Desta attenzione il dato che emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Vaccines e coordinato da Lamberto Manzoli dell’Università di Bologna. La ricerca ha seguito per 18 mesi l’intera popolazione della provincia di Pescara, raccogliendo i dati sanitari. “Nessuna patologia”, secondo lo studio, “è risultata più frequente tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati”. Eppure, analizzando i numeri, sembra che i problemi cardiovascolari e polmonari nei vaccinati con tre o più dosi siano più del doppio rispetto agli stessi problemi nei non vaccinati.
Il totale delle reazioni avverse nei vaccinati con tre o più dosi corrispondere infatti al 4.5%. Nei non vaccinati, gli stessi problemi sarebbero fermi al 2.6%, come riportato nella tabella di pagina 5 del report pubblicato su Vaccines. In particolare gli infarti al miocardio sono 2.1 volte superiori nei vaccinati con tre o più dosi rispetto ai non vaccinati (1.7 vs 0.8), l’insufficienza cardiaca acuta è invece 2.3 volte superiore (0.03 vs 0.07).
Manzoli: “I risultati mostrano che tra i vaccinati non c’è stato un rischio di malattie gravi”. Tuttavia dai dati emerge l’opposto
La ricerca, condotta dal Dipartimento di scienze mediche e chirurgiche dell’ateneo bolognese in collaborazione con l’Università di Ferrara e l’Asl di Pescara, ha raccolto i dati sanitari dei residenti nella provincia abruzzese e ha analizzato la frequenza di alcune malattie gravi cardiovascolari e polmonari, tenendo in considerazione numerosi fattori come l’età, il sesso e il rischio clinico dei partecipanti.
“I risultati che abbiamo ottenuto”, ha spiegato Manzoli, “mostrano in modo netto che tra i vaccinati non c’è stato un aumento di rischio di malattie gravi. Vi sono stati casi isolati negativi, ma il profilo di sicurezza dei vaccini utilizzati durante la pandemia è stato confermato: sarà ora importante continuare il follow-up su un periodo più lungo”.
L’analisi, inoltre, confermerebbe che le persone vaccinate che hanno contratto il Covid sono più protette contro il coronavirus rispetto a chi è guarito senza essersi vaccinato. Una maggiore incidenza delle patologie considerate sarebbe invece emersa tra chi non ha contratto il Covid e ha solo una o due dosi di vaccino rispetto a chi ne ha tre o più.
Tuttavia le tabelle riportate nello stesso studio, pubblicato sulla rivista Vaccines, mostrano dati decisamente diversi. Alcune patologie cardiovascolari raddoppiano infatti nei vaccinati con tre o più dosi.
Nei vaccinati con tre o più dosi i problemi cardiovascolari e polmonari raddoppiano: i dati dello studio
Dai dati pubblicati a pagina 5 del report pubblicato su Vaccines e riportato in allegato emergerebbe che le reazioni avverse al vaccino anti-Covid nei vaccinati siano circa il doppio rispetto agli stessi problemi nei non vaccinati.
Come si nota dalla tabella, il totale PVR-SAE nei non vaccinati è 2.6, nei vaccinati con tre o più dosi cresce a 4.5. In particolare, l’infarto al miocardio è 2.1 volte superiore nei vaccinati con tre o più dosi rispetto ai non vaccinati (1.7 vs 0.8), l’insufficienza cardiaca acuta è invece 2.3 volte superiore (0.03 vs 0.07).
Ad aumentare non sono solo questi problemi, ma anche altri, come si può notare dai dati relativi ad ischemie, ictus emorragico, aneurisma aortico, aneurisma periferico, pericarditi, etc.
Abbiamo chiesto spiegazioni in merito al professor Manzoli. Contiamo di avere un riscontro a breve affinché si possano chiarire meglio i dati analizzati.
Nella tabella a pagina 6, i dati relativi alle reazioni avverse post vaccino anti-Covid sembrano apparentemente ridursi con la terza o quarta dose. Tuttavia in questo caso vengono conteggiati solo coloro i quali hanno avuto effetti avversi dopo la terza o quarta dose e non quelli che si sono presentati dopo la prima e la seconda dose, quindi si tratta di un dato parziale.
Sembrerebbe dunque cambiare anche il periodo di osservazione: mentre nei non vaccinati vengono considerati 19 mesi, nei vaccinati lo studio parte iniziando da una delle tre dosi, dunque sarebbe inferiore. Nel report inoltre non viene effettuata l’analisi singola delle reazioni avverse dopo la quarta dose, che vengono invece conteggiate nelle terze dosi.
Inoltre, la tabella potrebbe trarre in inganno i lettori, come accaduto inizialmente anche a noi, facendo pensare che il 41% dei vaccinati con quarta dose sia deceduto, in quanto dove indicato I significa prima dose, II significa seconda dose, III significa terza dose, ma IV non significa quarta dose, ma indica la somma delle prime tre dosi. In ogni caso, come riporta la tabella del report Vaccines, i problemi cardiovascolari e polmonari nei vaccinati con tre o più dosi sono doppi rispetto agli stessi problemi nei non vaccinati.
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L’analisi è relativa ai 316.315 residenti a Pescara. “Da Gennaio 2021 a Luglio 2022 (19 mesi)), abbiamo estratto tutti i decessi e i ricoveri dovuti a diversi problemi cardiovascolari, embolie polmonari e trombosi venose profonde dai dati del Sistema Sanitario Nazionale. Durante il follow-up, 5743 persone sono decedute e 2097 sono state ricoverate per PVR-SAE, ovvero Potentially Vaccine Related-Serious Adverse Events (eventi avversi gravi potenzialmente correlati al vaccino).
“I soggetti non positivi al Covid che hanno ricevuto una o due dosi hanno mostrato un valore significativamente più alto di incidenza di gravi effetti avversi e morti nella maggior parte dei risultati”
Per poi aggiungere: “probabilmente a causa dalla restrizione italiana verso soggetti non infetti che hanno ricevuto meno di tre dosi”. “Dobbiamo poi valutare la sicurezza a lungo termine dei vaccini COVID-19”.
“Probabilmente è stata introdotta una selezione, nel senso che gli individui che hanno ricevuto tre dosi potrebbero essere diversi da quelli che hanno ricevuto solo una o due dosi, poiché quest’ultimo gruppo è stato scoraggiato dal riceverne altre vaccinazioni a causa dell’insorgenza di una malattia o perché sono deceduti prima di ricevere la terza dose”.
Lo studio continua:
“Per tutti i soggetti il follow-up si è concluso il giorno dell’esito, o il 31 luglio 2022 se non si è verificato alcun esito. L’inizio del follow-up variava a seconda del confronto:
a. Quando si confrontano soggetti non vaccinati con quelli che hanno ricevuto una o più dosi di vaccino o quelle che hanno ricevuto una sola dose, il follow-up iniziato il giorno della prima (o singola) dose di vaccino per i soggetti vaccinati e il 2 gennaio 2021 per i non vaccinati.
b. Quando si confrontano soggetti non vaccinati con soggetti che hanno ricevuto solo due dosi di vaccino, il follow-up è iniziato il giorno della seconda dose di vaccino per i vaccinati soggetti e il 14 gennaio 2022 (primo giorno della somministrazione della seconda dose) per i non vaccinati.
c. Quando si confrontano soggetti non vaccinati con quelli che hanno ricevuto tre o più dosi di vaccino, il follow-up è iniziato il giorno della terza dose di vaccino per individui vaccinati e il 1° luglio 2021 (primo giorno della somministrazione della terza dose) per soggetti non vaccinati.
Il campione variava per le ultime due analisi, e i soggetti deceduti prima dell’inizio del follow-up sono stati esclusi”.
Ne deriva che il periodo di osservazione e confronto tra non vaccinati e vaccinati è disomogeneo in quanto si dà per scontato che tutti coloro che si sono vaccinati lo abbiano fatto il gorno di autorizzazione della prima, seconda e terza dose, e da tale giorno è partita l’osservazione anche dei non vaccinati (i cui dati in realtà sono relativi ad un periodo più lungo).
Inoltre non è precisato se i decessi relativi a soggetti non vaccinati siano accaduti in presenza di infezione da Covid.
L’analisi non riporta alcun cenno relativamente a chi ha ricevuto la 4 dose, e la tabella che segue, che riporta i numeri progressivi I, II, III e IV non corrisponde sequenzialmente al numero di dosi, come avevamo ipotizzato, ma i primi 3 al numero di dosi di vaccino ricevuto, mentre il dato “IV” alla somma dei tre dati, non riportando quindi i dati relativi alla quarta dose, non ne abbiamo compreso la motivazione.
se c’è una cosa che infastidisce è non ammettere le proprie responsabilità ed
attaccarsi agli specchi. Ora che la Corte Costituzionale in Italia , ha stabilito lecito l’obbligo vaccinale, non volendo prendere in considerazione elementi
che stabilivano il contrario, per favorire Draghi e Co. , abbiamo mezze
ammissioni , che lasciano il tempo che trovano. Questo durerà fino a giugno
e poi si inventeranno altre versioni addomesticate per evitare un processo
vero a carico dei vaccinatori .Qui la salute era opzional.