È entrata nel vivo la mobilitazione di Coldiretti, Filiera Italia e Campagna Amica contro il cibo sintetico, con la raccolta firme per fermare una pericolosa deriva che mette a rischio il futuro dei nostri allevamenti e dell’intera filiera del cibo Made in Italy. La petizione può essere sottoscritta negli uffici Coldiretti di tutta l’Umbria, nei mercati contadini e negli agriturismi di Campagna Amica, così come in tutti gli eventi promossi dall’Organizzazione agricola.
L’obiettivo – spiega Coldiretti – è quello di promuovere una legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia, dalla carne prodotta in laboratorio al latte “senza mucche” fino al pesce senza mari, laghi e fiumi. Già ad inizio 2023 potrebbero essere infatti introdotte a livello Ue le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue, mentre per la prima volta negli Stati Uniti è stata autorizzata per il consumo umano la “carne” in provetta.
“Siamo pronti all’ennesima battaglia – afferma Albano Agabiti presidente regionale Coldiretti – poiché quello del cibo Frankenstein è un futuro da cui non ci faremo mangiare. L’Umbria è in prima linea per difendere agricoltori, allevatori e consumatori dalla deriva del cibo artificiale, un grande inganno che rischia di sconvolgere il sistema agroalimentare globale, imponendo l’omologazione dei cibi e spingendo i consumatori verso un modello di dieta artificiale. È questo il momento di scegliere da che parte stare se da quella di un cibo che sostiene la biodiversità e la valorizzazione delle risorse naturali, o da quella che mette a rischio anche la salute e spezza lo straordinario legame che unisce cibo e natura“.
Per Mario Rossi, direttore Coldiretti Umbria ha ribadio che la raccolta firme sta ottenendo un importante successo:
“In Umbria sta raccogliendo migliaia di adesioni, con tantissime firme raccolte tra i cittadini ma anche tra le istituzioni, a cominciare dai Sindaci del territorio. Dobbiamo immediatamente chiudere le porte al cibo sintetico – conclude Rossi – che rappresenta una minaccia letale per la nostra agricoltura, la salute dei consumatori e la biodiversità. Un gravissimo e intollerabile attacco per la nostra tradizione agroalimentare, fatta di storia, salute e qualità, ma anche per i posti di lavoro di tutta la filiera, dal campo alla tavola”.