Sembra uno scherzo, ma non lo è. La società di gestione collettiva dei diritti d’autore Buma/Stemra, committente del celebre spot anti-pirateria che ha fatto letteralmente il giro del mondo, non ha mai pagato i relativi diritti a Melchior Reitveld, autore della musica utilizzata nel loro spot.
Ma andiamo con ordine. E partiamo da una doverosa premesse. Tutto questo ha avuto inizio nel 2006, quando il corrispettivo olandese della nostra SIAE commissionò a Reitveld la colonna sonora per il celebre spot, da utilizzare, a loro dire, esclusivamente per un Festival del Cinema.
Il musicista pensava che il suo spot anti-pirateria non avrebbe mai valicato i confini dell’evento live per cui era stato contattato e accettò il compenso pattuito per il suo lavoro. Fino a quando, un anno dopo, mentre guardava un DVD appena comprato, si stupì di vedere il suo stesso spot dell’inizio del film.
Il musicista capì quindi che la sua musica era stata distribuita in tutto il mondo, sia in sala sia attraverso supporti digitali, senza che lui ricevesse il giusto compenso. A questo punto si rivolse alla Buma/Stemra, che cercò di mettere una toppa alla situazione offrendo un rimborso di 15 mila euro, che Reitveld ritenette inadeguato.
Jochem Gerrits, un dirigente della società propose anche all’autore un accordo commerciale a patto che Reitveld cedesse il 33% dei diritti sulla melodia. Inutile dire che la cosa non si concretizzò, anzi, causò uno scandalo che portò all’allontanamento di Gerrits dalla società e dalla casa discografica di cui era titolare.
La vicenda finì inevitabilmente di fronte alla legge. E dopo anni di udienze e processi, nel 2012 arrivò la sentenza da parte del Tribunale di Amsterdam.
La Buma/Stemra fu riconosciuta colpevole di aver utilizzato illegalmente la musica composta da Reitveld e che nel frattempo era stata inserita nelle edizioni home video di 71 film (per una tiratura complessiva di milioni di copie), senza contare le centinaia di migliaia di riproduzioni nelle sale cinematografiche di tutto il mondo.
Secondo il tribunale, infatti, l’autore aveva consentito l’uso della sua musica solo in relazione ad un singolo evento live e non era al corrente della successiva diffusione della melodia attraverso altri supporti e canali di distribuzione.
La Buma/Stemra è stata quindi condannata a versare all’autore un indennizzo di 20 mila euro, oltre che al pagamento delle spese legali.
Ha rifiutato 15 mila euro per fare una causa legale e prenderne 20 mila?