A una donna che avrebbe dovuto subire un intervento urgente per un tumore al Gemelli di Roma le è stato negato l’imbarco perché in possesso solo della prima dose del vaccino
“Prima di andare al porto, per sicurezza avevamo fatto anche il tampone – ha aggiunto l’uomo, specificando che il problema si è verificato all’imbarco, dopo il primo controllo che, al contrario, era andato bene – Sotto la nave ci hanno chiesto il Green pass, sostenendo che tutto quello che avevamo non bastava. Ci hanno mandato alla biglietteria, da lì al comandante, e poi di nuovo alla biglietteria. Si sono fatte le 22, e a quel punto non ci hanno fatto partire”.
L’intervento è, dunque, saltato e la coppia è dovuta tornare a Cagliari. “Mia moglie ha fatto tutto il viaggio in lacrime. Siamo segregati, ai domiciliari. Da Roma a Milano posso andare in macchina, ma da Cagliari? Dalla Sardegna? Questa è discriminazione, siamo in un apartheid”, dichiara l’uomo che, proprio come sua moglie, per ripartire dovrà aspettare la seconda dose, fissata per il 4 febbraio. “Senza entrare nel merito delle polemiche vax-no vax, ci sembra assurda la condizione di intrappolamento in cui versano oggi i sardi a seguito delle norme del governo e che ancora una volta dimostrano quanto sia penalizzata la Sardegna rispetto all’Italia. È una condizione atavica che diventa ancora più drammatica in questo momento in cui si traduce, nei fatti, in cure negate”, ha dichiarato all’Adnkronos il presidente Anas Sardegna, l’Associazione Nazionale Azione Sociale, a cui la coppia si è rivolta.
Che vergogna!
Assassini