Secondo l’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche, l’Italia sta affrontando una siccità sempre più grave, che sta peggiorando settimana dopo settimana. Secondo il Cnr, dopo il nord del paese, anche le zone tirreniche dell’Italia centrale stanno sperimentando una forte assenza di pioggia a febbraio, con il 6% al 15% della popolazione italiana che vive in territori esposti a una siccità severa o estrema.
La mancanza di pioggia e le temperature miti stanno riducendo ulteriormente il già scarso manto nevoso nelle regioni alpine. In molte regioni, come la Lombardia e il Piemonte, calano i fiumi e le riserve idriche sono in diminuzione. Il fiume Po, in particolare, registra portate al di sotto del minimo storico, e il lago di Garda sta subendo una crisi idrica che si aggrava di anno in anno. Anche in centro Italia si osservano segni di sofferenza idrica, come la decrescita della portata del fiume Tevere e del fiume Aniene.
Secondo l’Anbi, l’Italia deve attrezzarsi subito per gestire al meglio una situazione d’emergenza, coordinando le scelte nel rispetto delle priorità di legge, e aumentare le riserve d’acqua con interventi che vanno dall’efficientamento delle opere esistenti alla realizzazione di nuovi bacini multifunzionali.
«Dati alla mano è lecito ritenere che, per almeno tre milioni e mezzo di italiani, l’acqua dal rubinetto non può più essere data per scontata. È la dimostrazione del clamoroso errore, che fa chi ritiene la siccità un problema prettamente agricolo, pur essendo il settore primario e la sovranità alimentare, i primi ad esserne minacciati», commenta Francesco Vincenzi, presidente Anbi.
considerando che in Italia molte tubature sottoterra sono danneggiate
e l’acqua preziosa si perde prima di arrivare alle abitazioni, ci vorrebbe
un bell’impegno su diversi fronti. Quindi è un problema anche di scarsa manutenzione o di appalti sospetti.