Subito dopo la diffusione mondiale del Sars Cov2, la cui trasmissione ebbe origine nella città di Wuhan, nella Cina orientale, ci si sarebbe aspettati che le testate più prestigiose del mondo sguinzagliassero i propri giornalisti per indagare sull’Istituto di virologia di Wuhan, il famigerato laboratorio che si trova al centro della città capoluogo della provincia di Hubei. Eppure, i media si sono affrettati nell’escludere qualsiasi relazione tra il laboratorio e il virus, senza tuttavia fornire spiegazioni particolarmente approfondite. Il vuoto lasciato dalla grande stampa, in questi mesi è stato colmato da giornalisti indipendenti come Franco Fracassi che ha indagato su questo tema insieme alla coautrice Federica Ipsaro Passione, dando alle stampe il libro “I misteri di Wuhan”.
“Il laboratorio di Wuhan rappresenta quello che sembra essere il futuro della ricerca sui virus, attraverso gli esperimenti di guadagno di funzione (Gof), che però sono avversati da fior di scienziati in tutto il mondo secondo i quali quel tipo di ricerca è pericolosissima. Quel laboratorio è stato costruito su input dei francesi, ma subito dopo la sua costruzione questi ultimi sono stati scalzati dagli americani. Bisogna subito dire che si tratta di un laboratorio in parte civile e in parte militare, quindi è già molto strano che ci siano degli americani che lavorano in quel laboratorio. Inoltre, le ricerche che si svolgono all’interno del laboratorio sono in buona parte finanziate dal governo americano, il che inizia a far sconfinare la questione nell’ambito del surreale”.