L’azione legale a riguardo è stata intentata tre settimane fa dall’associazione “Lega dei diritti umani”, i cui avvocati sostengono che il Belgio abbia applicato misure che violano le libertà fondamentali «in barba alle norme costituzionali e/o giuridiche». Secondo i legali del gruppo, inoltre, il decreto ministeriale che applica le misure «viola il principio di sussidiarietà del diritto penale, l’obbligo di consultare il Consiglio di Stato e il principio della certezza del diritto».
La Corte ha oggi dato ragione all’accusa. Secondo il tribunale, infatti, non c’è una base giuridica valida sui cui si basa l’ordinanza ministeriale del 28 ottobre 2020 e quelle successive. Il Governo ha basato le proprie decisioni sulla legge del 15 maggio 2007 sulla società civile, ma secondo i giudici la situazione del Covid-19 non rientra nei canoni di tale legge.