Un presentatore televisivo israeliano ha festeggiato in diretta gli attacchi compiuti martedì in Qatar, aprendo una bottiglia di champagne e distribuendo dolci, prima che emergesse la notizia che i leader di Hamas presi di mira nell’operazione sarebbero sopravvissuti all’attacco.
Yinon Magal, conduttore del programma di punta di Channel 14, The Patriots, ha stappato una bottiglia di champagne e distribuito dessert agli ospiti mentre Israele sganciava circa dieci bombe su Doha.
«Grazie mille per essere venuto in studio… Dammi la musica, maestro», ha detto ballando sulle note di sottofondo. «Ragazzi, battete le mani a ritmo», ha aggiunto, mentre suonava una canzone dal ritornello: «Dio regnerà per sempre».
Gli attacchi aerei hanno suscitato una condanna globale contro Israele per la violazione della sovranità del Qatar e del diritto internazionale, con prese di posizione da parte di paesi arabi, Nazioni Unite e altri leader mondiali.
Non è la prima volta che Magal esulta per azioni simili: in passato aveva già celebrato l’uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, avvenuta l’anno precedente. Channel 14, inoltre, è da tempo accusato di amplificare una retorica di stampo genocida.
Secondo Haaretz, l’emittente avrebbe trasmesso tra ottobre 2023 e settembre 2024 oltre 50 dichiarazioni di sostegno o incitamento al genocidio dei palestinesi, come rilevato da una ricerca di tre gruppi israeliani per i diritti umani: Zulat per l’uguaglianza e i diritti umani, Hatzlacha – Movimento per la promozione di una società equa e Blocco Democratico.
Lo stesso studio ha documentato più di 150 dichiarazioni che incoraggiavano crimini di guerra e crimini contro l’umanità, tra cui il sostegno a espulsioni di massa forzate, l’uso della fame come arma a Gaza e l’incitamento al razzismo contro i palestinesi.
I tre gruppi hanno inviato lettere al procuratore generale Gali Baharav-Miara e alla Seconda autorità per la televisione e la radio, l’ente regolatore israeliano, chiedendo un’indagine penale su Channel 14, oltre a sanzioni e multe severe per violazione dell’etica della radiodiffusione.
Appelli per la distruzione di Gaza
All’inizio del genocidio israeliano a Gaza, i commentatori di Channel 14 criticarono i colloqui tra il primo ministro Benjamin Netanyahu e l’allora presidente statunitense Joe Biden, sostenendo che l’obiettivo dovesse essere la completa «demolizione ed eliminazione» dell’enclave, fino a ridurla a «sabbia».
Un commentatore arrivò ad affermare che Israele avrebbe dovuto uccidere «150.000 [abitanti di Gaza] entro il primo giorno».
Quelle dichiarazioni giungevano dopo più di 80 giorni di bombardamenti, che avevano già causato oltre 20.000 morti palestinesi. Da allora, il bilancio è salito a più di 64.600 vittime, con almeno 163.300 feriti e oltre 11.000 dispersi.
In un’intervista a Channel 14 di fine aprile, il parlamentare del Likud Moshe Saada invocò la completa riduzione di Gaza alla fame e l’espulsione della sua popolazione verso altri paesi. Secondo Saada, i palestinesi rimasti sarebbero stati confinati in «zone umanitarie» sotto controllo militare israeliano, ignorando le critiche e le pressioni internazionali.
Queste affermazioni arrivarono mentre il Programma alimentare mondiale (WFP) delle Nazioni Unite annunciava l’esaurimento delle scorte a Gaza a causa del blocco imposto da Israele, in vigore da due mesi. Da allora, in tutta la Striscia assediata è stata dichiarata la carestia, che ha già provocato oltre 400 morti per malnutrizione.
israele ormai è alla frutta in fatto di umanità e rispetto per le vite altrui.