Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lasciato il vertice del G7 in Canada con un nuovo pacchetto di aiuti militari per 2 miliardi di dollari.
I fondi raccolti serviranno in gran parte a rafforzare la difesa aerea e a rifornire le scorte militari ucraine.
Durante il summit, Zelensky ha chiesto a gran voce che le sanzioni contro la Russia vengano non solo mantenute ma inasprite. Ha anche proposto di utilizzare i beni russi congelati per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina. Una posizione condivisa da alcuni leader, ma che continua a suscitare perplessità tra le cancellerie più caute, preoccupate delle implicazioni legali e geopolitiche di una mossa simile.
Mentre l’Ucraina riceve aiuti miliardari, si fa sempre più forte la domanda – mai del tutto affrontata – su quale sia il punto di arrivo della guerra. I governi occidentali sostengono Kyiv, ma all’interno delle loro opinioni pubbliche crescono sia la stanchezza sia le voci critiche.
Il vertice del G7 ha rinnovato formalmente l’impegno al fianco dell’Ucraina, ma con toni meno trionfalistici rispetto al passato. E sebbene Zelensky abbia ottenuto ciò che cercava sul piano economico, resta l’impressione che la comunità internazionale si stia muovendo in equilibrio precario tra il sostegno militare e la mancanza di una visione.
