L’Italia ha deciso di alzare la voce e protestare ufficialmente con Israele, (non è noto se prima sia stato chiesto il permesso di protestare), per aver preso di mira la Forza interinale delle Nazioni Unite (UNIFIL) nel sud del Libano, un luogo che, a quanto pare, non ha preso nota del manuale di buone maniere in tempo di guerra.
Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha contattato il suo omologo israeliano, Yoav Gallant, per esprimere la sua indignazione, definendo gli eventi “inaccettabili per il governo italiano”. Crosetto ha comunque mostrato un certo ottimismo, sottolineando che fortunatamente, nessuno dei 1.068 soldati italiani schierati nella missione è rimasto ferito.
Secondo l’UNIFIL, giovedì mattina le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno deciso di esercitare un po’ di fuoco libero sulle posizioni delle Nazioni Unite, ferendo due peacekeeper, 1 proprio al quartier generale a Naqoura.
I soldati israeliani hanno avuto anche la brillante idea di aprire il fuoco su una seconda posizione delle Nazioni Unite nel Libano meridionale, colpendo il bunker dove le forze di peacekeeping si erano rifugiate e danneggiando un sistema di comunicazione. Sembra che la “Blue Line”,2 che segna la separazione tra Israele e Libano, non sia così “blu” come ci si aspetterebbe.
In un gesto di solidarietà, il Primo Ministro italiano Giorgia Meloni ha chiamato il generale italiano Stefano Messina, comandante del Settore Occidentale dell’UNIFIL, per esprimere il suo sostegno, mentre Crosetto ha convocato l’ambasciatore israeliano per una protesta formale.
Crosetto ha affermato che quanto accaduto al contingente UNIFIL “contraddice chiaramente il diritto internazionale ed è in aperta violazione della Risoluzione 1701”3. E qui arriva il colpo di scena: la Risoluzione 1701, approvata all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, aveva messo fine a una guerra tra Israele e Hezbollah nel 2006, ma pare che il suo significato sia stato dimenticato nel frastuono degli spari.
Questi eventi si inseriscono in un contesto di crescente tensione lungo la “Blue Line”, con l’esercito israeliano che ha lanciato attacchi aerei intensi in tutto il Libano e ha anche avviato un’operazione terrestre “limitata”.
Secondo le autorità libanesi, il numero delle vittime ha superato le 2.100, mentre i feriti hanno superato quota 10.000.
La situazione umanitaria è critica, con 100 bambini morti negli ultimi 11 giorni e oltre 690 feriti nelle ultime sei settimane.
Note
- Il termine “peacekeeper” si riferisce a un soldato o membro di una forza militare che partecipa a missioni di mantenimento della pace sotto l’egida delle Nazioni Unite o di altre organizzazioni internazionali. Il loro compito principale è quello di prevenire conflitti armati o monitorare accordi di pace in aree instabili. Nel contesto delle operazioni UNIFIL, i peacekeeper sono inviati per assicurare che ci sia stabilità lungo la “Linea Blu” tra Israele e Libano, cercando di evitare escalation di violenze e garantendo l’applicazione di risoluzioni ONU come la 1701. ↩︎
- La “Blue Line” è una linea di demarcazione tracciata dalle Nazioni Unite nel 2000 per confermare il ritiro delle forze israeliane dal Libano meridionale, dopo quasi 22 anni di occupazione. Questa linea segna il confine non ufficiale tra Israele e Libano, ed è il riferimento principale per la missione di peacekeeping UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon), che monitora la situazione nella regione per prevenire conflitti armati. ↩︎
- La Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, approvata nel 2006 fu adottata per porre fine al conflitto tra Israele e il gruppo libanese Hezbollah, che aveva causato devastazione nel sud del Libano e nel nord di Israele. I principali obiettivi della risoluzione includevano il cessate il fuoco, il ritiro delle forze israeliane dal Libano meridionale e l’espansione della missione di peacekeeping UNIFIL per garantire il rispetto della tregua. Il 28 agosto 2024, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato all’unanimità la risoluzione 2749, rinnovando il mandato della missione UNIFIL fino al 31 agosto 2025. Questo rinnovo ribadisce l’importanza di attuare pienamente la risoluzione 1701 del 2006, che ha lo scopo di mantenere la pace e prevenire le ostilità tra Libano e Israele lungo la Linea Blu. ↩︎
Cara Meloni, chi è artefice dei suoi mali pianga se stesso.
Se armiamo chi viola sempre le leggi internazionali
non possiamo certo aspettarci qualcosa di diverso.