A partire da martedì 7 maggio, Milano Linate offre ai viaggiatori un nuovo servizio denominato “Faceboarding“, che introduce il riconoscimento facciale come opzione per i controlli di sicurezza e di imbarco. Questo sistema, gestito da Sea, società che amministra lo scalo meneghino, è disponibile per tutte le compagnie aeree interessate ad integrare i propri sistemi di check-in e imbarco.
I passeggeri che si sono registrati in anticipo tramite i chioschi presenti in aeroporto o tramite l’app dedicata possono utilizzare il Faceboarding per ridurre i tempi di controllo dei documenti.
Il procedimento è semplice: i viaggiatori devono caricare il proprio documento ai chioschi in aeroporto o sull’app e registrare il proprio volto. Successivamente, senza necessità di esibire documenti o biglietti, possono accedere all’aereo.
Sea sottolinea che questa tecnologia, sviluppata in collaborazione con l’ENAC e la Polizia di Stato, offre un sistema sicuro e rapido per l’imbarco, garantendo nel contempo la tutela della privacy e dei dati dei passeggeri. Tuttavia l’implementazione del riconoscimento facciale potrebbe confermare i timori dei cosiddetti “complottisti” riguardo la sicurezza, specialmente considerando la natura particolarmente sensibile dei dati biometrici.
Fino a poco tempo fa, coloro che sollevavano dubbi riguardo all’impiego di questa tecnologia venivano spesso bollati come teorici del complotto, mentre oggi il discorso si è spostato verso una considerazione più critica e ponderata dei suoi rischi.
Il principale motivo di preoccupazione riguarda il potenziale abuso del riconoscimento facciale come strumento di sorveglianza e controllo sociale. Si teme che questa tecnologia possa essere impiegata per fini discriminatori o oppressivi, ad esempio attraverso il targeting mirato di gruppi minoritari o di dissidenti politici. L’uso indiscriminato del riconoscimento facciale potrebbe alimentare la discriminazione sistematica, amplificando le disuguaglianze già presenti nella società.
Inoltre, c’è una fondata preoccupazione che il riconoscimento facciale possa essere utilizzato per identificare e punire coloro che osano sfidare l’autorità costituita. Questo potrebbe comportare una limitazione delle libertà civili e dei diritti fondamentali, minando la democrazia stessa. La possibilità di essere costantemente monitorati e identificati potrebbe spingere gli individui a auto-censurarsi per paura di ritorsioni da parte delle autorità.
È essenziale affrontare questi rischi in modo proattivo e regolamentare l’uso di questa tecnologia per garantire che non venga abusata a scapito della società e dei suoi cittadini.
qualsiasi cosa dovesse succedere che lede la privacy del cittadino, sarà
colpa del milanese medio che pensa solo a fare soldi e mai alla libertà
di espressione ed ordine pubblico.
Tant’è che il sindaco Sala è stato rinominato per meriti
ignoti, buche sulle strade, malvivenza incontrollata, piste ciclabili
che usano in pochi. Uno spreco di denaro pubblico.