TikTok, Facebook, Instagram, YouTube e Snapchat sono stati accusati di aver peggiorato la salute mentale di minori e adolescenti, usando tecniche manipolatorie per renderli dipendenti dalle piattaforme.
Nella querela, si afferma che le aziende, tra cui Meta, Snap, ByteDance e Google, abbiano intenzionalmente progettato e promosso le proprie piattaforme per attirare, intrappolare e creare dipendenza tra i giovani.
La città di New York ha intentato una causa contro TikTok, Facebook, Instagram, YouTube e Snapchat, accusandoli di contribuire al peggioramento della salute mentale dei minori e degli adolescenti. Gli effetti avversi segnalati includono depressione, ansia e disturbi dell’apprendimento, attribuiti alla dipendenza generata dai social media. L’accusa sostiene che gli algoritmi delle piattaforme siano progettati intenzionalmente per manipolare e creare dipendenza tra i giovani.
La denuncia evidenzia l’uso di algoritmi che generano contenuti per trattenere gli utenti sulle piattaforme e incoraggiarne l’uso compulsivo, con meccaniche paragonate al gioco d’azzardo. Si menziona anche l’utilizzo della “reciprocità”, sfruttando la tendenza delle persone a rispondere positivamente a un’azione positiva, inducendo così gli utenti a tornare ripetutamente sulle piattaforme.
L’accusa afferma che i giovani, non avendo ancora completato lo sviluppo del cervello, sono particolarmente suscettibili a questi meccanismi. Nonostante un terzo degli adolescenti riferisca di utilizzare i social quasi costantemente, più della metà di loro dichiara di avere difficoltà nel ridurre l’uso dei social.
L’azione legale richiede che il comportamento delle aziende dietro le piattaforme sociali sia dichiarato un problema collettivo e chiede un risarcimento in denaro non specificato. La città di New York, che spende oltre 100 milioni di dollari all’anno per programmi di salute mentale per i giovani, vuole che queste aziende paghino per affrontare la minaccia alla salute pubblica.