L’Italia ha formalmente abbandonato la “Via della Seta” cinese, come annunciato attraverso una nota della Farnesina consegnata a Pechino nei giorni scorsi. Questa decisione, attesa e senza annunci eclatanti, rappresenta un passaggio strategico nella politica estera del governo Meloni. La mossa è stata motivata da considerazioni economiche, poiché l’intesa non ha prodotto i benefici attesi, e politiche, al fine di superare l’anomalia di un legame così strutturato con la Cina, unica nel G7 e fonte di preoccupazione per Washington e Bruxelles.
Nonostante l’uscita ufficiale, l’Italia intende mantenere e sviluppare rapporti pragmati con la Cina, come evidenziato dai recenti incontri tra funzionari italiani e cinesi. La decisione di abbandonare la “Via della Seta” è stata preceduta da una missione in Cina del segretario generale della Farnesina, Riccardo Guariglia, e dalla visita del ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Nel comunicato ufficiale, si ribadisce l’intenzione di “sviluppare e rafforzare la collaborazione bilaterale”.
La “Via della Seta”, lanciata dal presidente cinese Xi Jinping nel 2013, è stata adottata inizialmente dal governo M5s-Lega guidato da Giuseppe Conte, ma con l’arrivo di Mario Draghi e la successiva ascesa di Giorgia Meloni, l’accordo è stato messo in discussione. La nuova strategia italiana mira a rafforzare l’ancoraggio euro-atlantico, specie in un contesto internazionale in cui la Cina si trova in contrasto con l’Occidente su diverse questioni globali.
L’Italia, mantenendo relazioni commerciali con la Cina, ha deciso di rilanciare il “partenariato strategico” con Pechino, in vigore dal 2004. La decisione di abbandonare la “Via della Seta” è stata influenzata anche dalla volontà di aderire a un progetto statunitense per un nuovo corridoio economico India-Medio Oriente-Europa, in alternativa alla rete cinese. La scelta italiana riflette una posizione più allineata con gli interessi euro-atlantici e ha ricevuto l’attenzione costante di Washington, che ha auspicato un ripensamento dell’Italia su questa delicata questione.
e brava Meloni , suddita perfetta dell’America . Badiamo agli interessi altrui e mai a quelli italiani.