“Ho risposto in verità e trasparenza a tutte le domande che mi sono state poste. Abbiamo risposto a tutte le domande su cui non possiamo entrare per il rispetto del procedimento in corso”.
Queste le parole pronunciate da Danilo Toninelli ai giornalisti dopo essere stato sentito come teste nell’udienza sul caso Gregoretti. L’ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti non ha però saputo rispondere alla domanda sul divieto di ingresso, di transito e di sosta che poi venne annullato dal Tar. Si sono incrociati i casi Open Arms e Gregoretti anche nell’udienza di oggi a Catania, con l’avvocato Giulia Bongiorno che ha incalzato il grillino scontrandosi in parte con i suoi “non ricordo”. Ed è partita da Open Arms.
“C’è anche la sua firma su su questo episodio, la può riconoscere la sua firma?”,
ha chiesto la legale che assiste Matteo Salvini. La risposta del pentastellato è stata:
“Non ricordo, è passato tanto tempo…”.
Ma la Bongiorno – come viene fuori dalla piccola e temporanea finestra lasciata aperta ai giornalisti dal giudice – ha ricordato un post pubblicato da Toninelli su Facebook che, a giudizio delll’avvocato, è la conferma di una condivisione e compattezza nelle scelte da parte del governo gialloverde. La stampa è stata ammessa in aula dopo l’autorizzazione data dal gup Nunzio Sarpietro, che ha disposto l’ingresso in gruppi da 10 giornalisti per volta. Gli ex ministri Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta hanno chiesto di non essere ripresi dalle telecamere durante l’udienza preliminare dell’inchiesta.
“Non esiste alcuna mia dichiarazione su una fantomatica firma del decreto relativo alla nave Gregoretti. Non esiste alcun mio ‘non ricordo di aver firmato il decreto’ per il semplice fatto che non vi è mai stato un decreto per tale vicenda. Il mio ‘non ricordo’ si riferiva ai decreti di divieto di sbarco per la nave dell’ong Open Arms. Fatti, questi, intorno ai quali ho deposto in termini di verità e trasparenza”, è stata la precisazione di Toninelli.