“Con decreto del Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale, n. 221 del 1° agosto 2003 , sono stati approvati il capitolato d’oneri e gli schemi del bando di gara e della lettera d’invito per procedere all’appalto del servizio di stimolazione artificiale della pioggia nella Regione Puglia. La formalizzazione degli schemi di gara e della lettera d’invito, propedeutici all’indizione della gara, è stata demandata al Responsabile unico del Procedimento, individuato nella persona dell’ing. Giuseppe Corti, collaboratore della struttura Commissariale. Il provvedimento è stato pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 92 del 14 agosto 2003. (i.m.)”
lo riportava il sito web della Regione Puglia (link). In gergo anglosassone, la particolare tecnica è nota con il nome di “Cloud seeding“, da anni ufficialmente riconosciuta in tutto il mondo e ben nota in Cina, dove viene particolarmente praticata in svariate località.
Grazie ad un articolo diffuso da La Gazzetta Del Mezzogiorno datato 2005 (disponibile online a questo link), sappiamo che l’appalto fu aggiudicato ad un’azienda con sede legale a Lugano. Il progetto prevedeva l’utilizzo di ioduro d’argento per “indurre la formazione di particelle di acqua o di cristalli di ghiaccio “pesanti” e tali da addensare l’acqua sospesa così da generare la precipitazione”. Attraverso la lettura di un’interrogazione parlamentare (riportata per iscritto sul sito ufficiale del Senato della Repubblica) il Senatore Dario Stefano (già assessore regionale), riportò quanto segue:
“nel 2005 l’allora Giunta regionale pugliese Fitto stanziò la somma di 3.615.000 euro, rivenienti dai fondi del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, per dar corso al progetto di stimolazione artificiale delle nuvole denominato “progetto pioggia“. Dal progetto si attendeva l’aumento della piovosità del 30-40 per cento nelle aree oggetto della stimolazione artificiale;”
aggiungendo che
“il progetto fu sviluppato in collaborazione con l’Aeronautica militare e la III regione aerea dell’aeroporto militare di Bari “Palese”; e concludendo con “
“…se non ritengano opportuno verificare se la stimolazione artificiale delle nuvole si sia rivelata un boomerang nell’ambito della mitigazione dei fenomeni di scarsità idrica, visti gli ultimi eventi calamitosi che hanno interessato diverse zone d’Italia, dal Gargano fino alla recentissima alluvione di Genova, mettendo in stretta correlazione l’attività di inibizione della portata e della durata delle piogge con quella dell’induzione artificiale a fronte di un’alterazione delle caratteristiche pedoclimatiche del territorio nazionale” – concludeva il senatore.
Un’attività, già applicata con esperimenti persino dal 1988, così come riportato in un articolo dal sito americano dell’American Meteorological Society. In quei casi si parlava di esperimento tra Bari, Manfredonia e Canosa di Puglia. A distanza di anni sappiamo soltanto che la Regione ha finanziato la particolare tecnica aerea, ma, di fatto, non ne conosciamo gli effetti sulla nostra regione.