Pare che l’Europa sia sempre più vicina all’oscuramento di Facebook e Instagram: il garante della privacy irlandese ha notificato a quello europeo che bloccherà il flusso di dati dall’Europa verso gli Stati Uniti. Il passaggio dall’Irlanda era rimasto l’unico metodo legale a cui Meta, la proprietaria di entrambe le piattaforme social sopra citate, poteva far ricorso per trasferire i dati dei cittadini europei su server oltre oceano.
Fino al 2020 era in vigore un trattato noto con il nome di Privacy Shield, ma l’Unione Europea l’ha annullato a causa dei sempre più pressanti timori di sorveglianza da parte degli USA. Della possibile chiusura del “corridoio irlandese”, diciamo così, si parla già da tempo, e Meta è stata perfettamente chiara nello spiegare la sua posizione: “probabilmente non saremo più in grado di offrire alcuni dei nostri prodotti e servizi più importanti, inclusi Facebook e Instagram”, aveva detto in un documento per la SEC statunitense dello scorso marzo.
È davvero possibile che questo scenario, che non dubitiamo sarà auspicato da almeno qualcuno, si verifichi? “Possibile“, sì, sul “probabile“, siamo scettici, anche perché contestualmente USA e UE stanno già negoziando un nuovo trattato che regoli il flusso di dati tra i due mercati. In effetti, un primo accordo politico è già stato raggiunto lo scorso marzo, ma nel passaggio ai dettagli e cavilli legali le questioni si sono un po’ arenate. A questo punto, è ormai improbabile che un accordo sarà annunciato entro la fine dell’anno.
Dal canto suo, Meta dice che la decisione è un semplice “conflitto tra leggi statunitensi ed europee in fase di risoluzione”, e che “il nuovo framework ci permetterà di mantenere famiglie, community ed economie connesse”. Dovremo attendere i prossimi mesi per capire come evolverà la situazione.
L’Inghilterra si è tolta dalla UE ma influisce notevolmente nelle decisioni
del Parlamento Italiano alias Sanità. .
L’Irlanda intende staccare connessioni con i social di oltre oceano ma
è il primo porto che collega gli USA al Paese. Non so quanta strategia ci
sia per isolare gli europei dissidenti e quanta sia la voglia di difendere la privacy
irlandese. Da riporti ricevuti non mi sembrano giovani attaccati alla tradizione.
Chi vivrà vedrà.–
Non sono iscritto ad alcun social, in quanto, attraverso il meccanismo dei follower, like e monetizzazione, non sono altro che la trasposizione su internet di un lercio metodo mafioso e pertanto falsano qualsiasi rapporto umano.
Facebook è però sicuramente il social con il maggior numero di iscritti, ma basta andare a leggere i commenti e giudizi degli utenti per capire che non sono proprio positivi. Ciò ha provocato infatti una diaspora, non so dire di quale entità ma sicuramente rilevante, degli utenti soprattutto verso il social russo VKontakte, di cui, peraltro, due alti dirigenti sono recentemente morti in un curioso incidente (senza nessuna correlazione, ovviamente).
Secondo me ciò porterà ad un cambio di paradigma, troppi social, quindi, con la scusa di proteggere la privacy e/o di una più equa tassazione, faranno in modo di renderli più facilmente controllabili.
Non saprei dire per il Garante della Privacy irlandese, ma quello italiano e il suo staff percepiscono stipendi elevatissimi, che Draghi lo scorso anno provò anche cospicuamente ad aumentare, e pertanto verrebbe da chiedersi se tutelano più gli interessi della gente, alla quale non li lega nessun rapporto diretto, o di chi gli garantisce la lauta ricompensa.