Le riserve di missili antiaerei di Tel Aviv si stanno esaurendo. Il governo israeliano apre a un cessate il fuoco.
Dopo settimane di scontri ad alta intensità con l’Iran, Israele si trova di fronte a un bivio: le sue scorte di missili intercettori, fondamentali per difendere il paese dagli attacchi aerei, stanno rapidamente esaurendosi. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal e da fonti vicine al Pentagono, l’arsenale del sistema Arrow — il più avanzato nella difesa balistica israeliana — potrebbe esaurirsi nel giro di pochi giorni se il ritmo attuale degli attacchi iraniani dovesse proseguire.
Israele, che fino ad oggi ha sostenuto un tono di fermezza militare, avrebbe trasmesso messaggi attraverso canali diplomatici non ufficiali, esprimendo la disponibilità a un cessate il fuoco.
Secondo quanto riportato dall’emittente israeliana Kan, Tel Aviv avrebbe inviato un messaggio a Teheran manifestando l’intenzione di “porre fine alla guerra”. Fonti vicine al governo parlano di “una finestra di opportunità” per fermare l’escalation, anche alla luce del sostegno logistico che inizia a mostrare segni di cedimento.
Dall’inizio dell’ultima ondata di scontri, l’Iran ha lanciato oltre 400 missili e centinaia di droni contro obiettivi israeliani. Solo una minima parte è riuscita a colpire aree urbane, grazie all’efficacia delle difese missilistiche di Tel Aviv. Tuttavia, ogni intercettore Arrow costa milioni di dollari e le scorte che non sono illimitate, si stanno esaurendo. Gli Stati Uniti hanno risposto con urgenza, inviando sistemi THAAD, intercettori SM-3 e nuove forniture via mare e via aria.
Un alto funzionario israeliano, sotto anonimato, ha ammesso che “le difese sono sotto pressione”, aggiungendo che “l’Iran ha risposto con più forza di quanto ci aspettassimo”. È la prima volta, dall’inizio di questa crisi, che da Israele emergono segnali di apertura sul piano diplomatico.
Dall’altra parte, la Repubblica Islamica dell’Iran non si è mostrata entusiasta di questa apertura. Il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha dichiarato che “i tempi non sono ancora maturi per un negoziato”, lasciando intendere che la leadership iraniana intende consolidare i risultati ottenuti sul piano strategico prima di sedersi a un tavolo.
In ambienti diplomatici, si ipotizza che Teheran voglia capitalizzare l’inaspettato logoramento delle difese israeliane per ottenere concessioni più favorevoli. Al momento, gli attacchi proseguono, anche se con minore intensità rispetto ai giorni più caldi della crisi.
Nel frattempo, la Casa Bianca ha ribadito la volontà del presidente Donald Trump di evitare un allargamento del conflitto. “Il presidente è ancora interessato a una soluzione diplomatica con l’Iran”, ha affermato la portavoce Karoline Leavitt. L’amministrazione americana avrebbe dato tempo fino a inizio luglio per valutare se sia possibile avviare un processo negoziale. In caso contrario, ha avvertito Washington, “tutte le opzioni restano sul tavolo”.

Nonostante il continuo scambio di missili tra Israele e Iran, sarebbero in corso contatti diplomatici tra le due nazioni. La risposta dell’Iran, tuttavia, sarebbe stata cauta: “I tempi non sono ancora maturi”, avrebbe affermato il governo iraniano.
Anche dagli Stati Uniti arrivano segnali di apertura. La Casa Bianca ha fatto sapere che il presidente Donald Trump “è ancora interessato” a una soluzione diplomatica della crisi con Teheran, lasciando intendere la disponibilità a un possibile dialogo.
Si così si riarmano e via