Il 5 febbraio 2025, il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha pronunciato una lectio magistralis presso l’Università di Marsiglia, in cui ha trattato vari aspetti della storia europea e delle dinamiche geopolitiche attuali. Durante il suo discorso, Mattarella ha fatto un paragone tra l’aggressione russa in Ucraina e il progetto del Terzo Reich in Europa. Il presidente italiano ha dichiarato che l’invasione russa dell’Ucraina può essere vista come una continuazione di fenomeni autoritari simili a quelli vissuti in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale. In particolare, ha sottolineato che il progetto del Terzo Reich cercava di espandere il suo dominio attraverso l’uso della violenza, e ha paragonato tale comportamento a quello che la Russia sta attuando con l’Ucraina, con implicazioni drammatiche per la sicurezza e la stabilità dell’Europa.
Questa affermazione ha suscitato una reazione immediata e forte da parte della Russia, che ha interpretato le parole di Mattarella come un affronto diretto alla sua politica e alla sua storia. Il 15 febbraio, Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha risposto in modo molto duro definendo le parole di Mattarella “blasfeme” e dichiarando che paragonare la Russia al regime nazista rappresenta una “invenzione” priva di fondamento storico.
La diplomatica ha sottolineato che le parole del presidente italiano erano un grave errore, accusando l’Italia di ignorare il ruolo della Russia nella lotta contro il nazismo durante la Seconda Guerra Mondiale. La portavoce ha enfatizzato che la Russia è stata una delle principali potenze che ha sconfitto il nazismo, e che associare l’attuale governo russo al regime di Hitler è un atto di ingiustizia storica.
Zakharova ha evidenziato che durante la Seconda Guerra Mondiale, l’Italia fascista era alleata della Germania nazista, e dunque la Russia ha subito anche le aggressioni da parte dell’Italia. Zakharova ha accusato Mattarella di non considerare questo aspetto fondamentale della storia, cioè il fatto che la Russia fosse anche una vittima della collaborazione tra l’Italia fascista e il regime nazista di Hitler. La Russia, quindi, non solo ha avuto un ruolo cruciale nel combattere il nazismo, ma ha anche subito gli attacchi diretti da parte delle forze italiane durante la guerra.
Il 17 febbraio, Zakharova è tornata a commentare le parole di Mattarella, ribadendo che l’accostamento tra la Russia e il Terzo Reich avrebbe avuto delle “conseguenze”.
“Durante una lezione in un’istituzione educativa, il capo dello Stato italiano ha dichiarato di ritenere che la Russia possa essere equiparata al Terzo Reich. Questo non può e non potrà mai rimanere senza conseguenze”.
“Questo ci viene detto da una persona che non può non sapere quanti soldati italiani hanno ucciso i nostri nonni e bisnonni sul nostro territorio durante la Seconda Guerra Mondiale sotto gli stendardi e gli slogan nazisti”, ha detto ancora Zakharova
La diplomatica ha insistito sul fatto che la Russia non avrebbe potuto ignorare una simile provocazione, ribadendo la sua posizione di difesa della storia russa e della lotta contro il nazismo.
Questa polemica non ha avuto solo implicazioni politiche, ma anche pratiche. Il gruppo hacker russo NoName057(16) ha rivendicato una serie di attacchi informatici contro infrastrutture italiane, colpendo settori vitali come i trasporti pubblici, la finanza e i sistemi di comunicazione. Questi attacchi sono stati interpretati da alcuni come una forma di ritorsione per le dichiarazioni di Mattarella.
Il Quirinale ha scelto di non commentare ulteriormente le dichiarazioni provenienti da Mosca riguardo le parole del presidente Sergio Mattarella. Fonti ufficiali del Quirinale hanno fatto sapere che il presidente è “sereno” riguardo alla situazione, confermando che le sue parole erano state espresse in un contesto di riflessione storica e politica. Il presidente italiano, infatti, aveva già fatto sapere venerdì scorso di non essere preoccupato per le reazioni e aveva invitato a riflettere nuovamente sul contenuto del suo intervento tenuto a Marsiglia il 5 febbraio.
In seguito alle dichiarazioni critiche provenienti da Mosca riguardo le parole del presidente Sergio Mattarella, il governo italiano ha scelto di mantenere un atteggiamento di silenzio ufficiale, limitandosi a esprimere solidarietà al presidente senza intraprendere ulteriori azioni concrete. Questa posizione ha suscitato reazioni contrastanti nel panorama politico italiano.
Le forze di opposizione hanno espresso preoccupazione per l’assenza di una risposta formale al Cremlino, ritenendo che la solidarietà non sia sufficiente a fronteggiare le provocazioni russe. Hanno quindi sollecitato il governo a intraprendere misure più incisive, come la convocazione dell’ambasciatore russo in Italia per chiarire la posizione italiana e chiedere una rettifica delle dichiarazioni offensive.
“Fate i sovranisti sul serio per una volta e convocate l’ambasciatore russo”, ha detto Carlo Calenda.
Alcuni esponenti dell’opposizione hanno anche proposto l’adozione di misure sanzionatorie o la pubblicazione di una dichiarazione di condanna nei confronti della Russia, al fine di difendere l’immagine e i principi del Paese.
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Se la storia si riscrive com’è comodo a chi ci governa, sarebbe corretto parlare a nome proprio senza coinvolgere tutti i cittadini che poi subiscono
le conseguenze. Magari aumentare il fosforo che fa tanto bene alla memoria.