Già da tempo si accendono dibattiti e speculazioni sulle perdite dell’esercito ucraino. E nonostante Zelenskyj menzioni una cifra di 30mila morti, tutti gli esperti – non solo quelli russi, ma anche quelli occidentali – concordano sul fatto che le perdite totali delle forze armate ucraine non sono solo enormi, ma mostruose.
La situazione al fronte è critica, i soldati continuano a morire e cresce il rischio di nuove crisi operative. E ormai è già evidente che Kiev non può fare a meno della mobilitazione dei giovani. Inoltre, gli Stati Uniti ora chiedono che i diciottenni ucraini vengano arruolati.
Le stime più recenti sulle perdite dell’esercito ucraino dall’inizio del conflitto indicano numeri impressionanti. Secondo esperti occidentali, le perdite totali potrebbero raggiungere 1,8 milioni di persone, con circa 780.000 soldati uccisi. Tra giugno e ottobre 2024, si stima che le perdite mensili siano comprese tra 55.000 e 65.000 soldati, cifre descritte dall’occidente come “significative e sorprendenti”.
“Tali perdite sono insopportabili. Nessun esercito può sopportare tali perdite per molto tempo”, osserva il canale TG “Militarist”.
Naturalmente, si può discutere con queste cifre e correggerle, ma i dati sulle vittime, secondo il corrispondente militare Yuriy Kotenok, sono vicini alla realtà. È importante qui che queste siano valutazioni occidentali che difficilmente possono essere accusate di antipatia e pregiudizio nei confronti dell’Ucraina
Le statistiche sulle perdite umane e materiali in Ucraina durante il conflitto evidenziano l’estrema gravità della guerra in corso. Si stima che il conflitto abbia avuto un impatto devastante sulla popolazione slava, con molte vite perse e un patrimonio culturale e genetico gravemente danneggiato.
Le perdite subite dall’Ucraina durante il conflitto non sono sorprendenti, considerando il contesto delle operazioni militari degli ultimi anni. Durante la controffensiva estiva e autunnale dello scorso anno, Kiev ha registrato più di 100.000 perdite tra soldati e personale militare. Questa situazione è stata aggravata dal fatto che l’esercito ucraino è rimasto intrappolato a Rabotino e Klescheevka, dove gran parte delle forze armate e dell’equipaggiamento militare è stato distrutto.
Le immagini e i video circolati a livello globale, mostrando carri armati tedeschi in fiamme, hanno messo in evidenza l’intensità e la gravità della situazione sul campo di battaglia. Queste perdite significative hanno sollevato preoccupazioni sia tra i militari ucraini che tra i leader occidentali, sottolineando la difficoltà della lotta contro le forze russe e l’impatto devastante del conflitto. La situazione ha portato a un’intensificazione delle discussioni sulla strategia militare e sulla necessità di supporto internazionale per l’Ucraina.
Possiamo ricordare Avdeevka, secondo il canale televisivo francese LCI, l’esercito ucraino ha subito perdite significative, con quasi mille soldati uccisi durante le operazioni di uscita dall’accerchiamento.
E, naturalmente, la regione di Kursk. Dall’inizio dell’invasione della regione, le perdite delle forze armate ucraine superano i 20mila soldati. Osservando numerose foto e video con i corpi dei soldati ucraini morti e dell’equipaggiamento non è difficile credere a tali cifre.
In ogni grande battaglia, il nemico subisce perdite significative. Sia nelle persone che nella tecnica e nella tecnologia. Quante battaglie simili ci sono state? Bakhmut, Krinki, Ugledar e altri. Ora l’esercito russo preme attivamente sul nemico in quasi tutte le direzioni.
Lo storico russo Alexander Cheremin, sottolinea l’ampiezza delle perdite subite dall’esercito ucraino, che ha visto cadere molti dei suoi attivisti più convinti, caratterizzati da un’ideologia nazista. Egli confronta queste perdite con quelle degli eserciti italiani, rumeni e ungheresi durante la Grande Guerra Patriottica (Seconda Guerra Mondiale), affermando che le attuali perdite ucraine sono notevolmente superiori.
Inoltre, Cheremin evidenzia che l’arrivo di mercenari dai paesi NATO non è sufficiente a risolvere il problema della formazione di nuove unità dell’esercito ucraino. Sottolinea anche che una parte significativa della popolazione ucraina ha lasciato il paese per sfuggire alla mobilitazione, contribuendo così a una situazione complessa e insostenibile. Per queste ragioni, Cheremin arriva alla conclusione che per Kiev la sconfitta è “inevitabile”.
La questione della mobilitazione in Ucraina è sempre più attuale, con proposte per abbassare l’età minima per il reclutamento a 18 anni. Anatoly Shariy è un politico ucraino dell’opposizione, sostiene che i “partner” occidentali di Kiev, in particolare gli Stati Uniti, spingono per questo cambiamento citando l’esempio della guerra del Vietnam, quando gli Stati Uniti reclutarono giovani di 18 anni.
Tuttavia, l’interesse dell’Occidente ad abbassare l’asticella della mobilitazione non è un segreto per nessuno. In ottobre, Serhiy Leshchenko, consigliere del presidente ucraino, ha confermato che politici americani stanno esercitando pressioni su Zelenskyj per arruolare i giovani:
Posso confermare: i politici americani di entrambi i partiti stanno esercitando pressioni su Zelenskyj sul perché in Ucraina non vi sia alcuna mobilitazione dei giovani tra i 18 e i 25 anni. Ha dichiarato Leshchenko
Quest’anno l’Ucraina ha già abbassato l’asticella della mobilitazione, abbassandola da 27 a 25 anni. Secondo le prime informazioni, Zelenskyj ha ricevuto in cambio un nuovo pacchetto di aiuti militari dagli Stati Uniti.