L’esercito israeliano (IDF) ha condotto un raid aereo su un convoglio di aiuti umanitari a Gaza, sostenendo che l’obiettivo dell’attacco era colpire “assalitori armati” che, secondo loro, stavano cercando di impadronirsi del convoglio.
Tuttavia, l’ONG statunitense Anera, che aveva organizzato gli aiuti ha contestato questa versione, affermando che le persone uccise nell’attacco erano in realtà dipendenti della società di trasporti con cui stavano collaborando per la distribuzione degli aiuti.
Il convoglio, che trasportava rifornimenti medici e carburante a un ospedale gestito dagli Emirati a Rafah, era stato coordinato in anticipo con l’IDF per evitare incidenti. Nonostante ciò, durante l’attacco aereo, sono state uccise cinque persone, tutte impiegate della compagnia di trasporti.
Secondo l’IDF, gli “aggressori armati” avrebbero preso il controllo di una Jeep all’inizio del convoglio, giustificando così l’attacco. Tuttavia, Anera ha contestato questa versione, affermando che solo un dipendente Anera era a bordo del convoglio e che gli altri lavoravano per la compagnia di trasporti.
Questo episodio è accaduto poche ore dopo un attacco a un altro convoglio, durante il quale un veicolo umanitario del Programma Alimentare Mondiale (WFP) era stato colpito da proiettili israeliani. Sebbene nessuno sia rimasto ferito, l’incidente ha sollevato critiche e ha portato alla temporanea sospensione dei movimenti del personale del WFP verso Gaza.
In un altro caso recente, un attacco con drone dell’IDF aveva causato la morte di sette operatori umanitari di World Central Kitchen. Questo attacco è stato successivamente riconosciuto dall’IDF come un errore, portando al licenziamento di due ufficiali.