Olivia Maurel è una sostenitrice nota per la sua lotta contro la maternità surrogata, basata sulla sua esperienza personale di figlia nata tramite questa pratica. Attualmente residente in Francia, Olivia ha condiviso la sua storia attraverso vari media internazionali, evidenziando gli aspetti critici della maternità surrogata, soprattutto quelli che riguardano i diritti e il benessere dei bambini e delle madri surrogate.
La maternità surrogata, anche conosciuta come “gestazione per altri” (GPA), è una pratica in cui una donna (la madre surrogata) porta avanti una gravidanza per conto di un’altra persona o coppia (i genitori committenti), che non possono avere figli per vari motivi medici, personali o perché sono una coppia omosessuale. Al termine della gravidanza, la madre surrogata consegna il bambino ai genitori committenti.
Ci sono due principali tipi di maternità surrogata:
Maternità surrogata tradizionale:
- Descrizione: La madre surrogata è anche la madre genetica del bambino. Il suo ovulo viene fecondato con il seme del padre committente o di un donatore tramite inseminazione artificiale.
- Legame genetico: La madre surrogata ha un legame genetico con il bambino.
- Tecnica: Inseminazione artificiale.
Maternità surrogata gestazionale:
- Descrizione: La madre surrogata non ha alcun legame genetico con il bambino. Un ovulo e uno spermatozoo, provenienti dai genitori committenti o da donatori, vengono fecondati in vitro (FIV) per creare un embrione che viene poi impiantato nell’utero della madre surrogata.
- Legame genetico: La madre surrogata non ha alcun legame genetico con il bambino.
- Tecnica: Fecondazione in vitro (FIV).
Olivia è nata tramite maternità surrogata tradizionale a Louisville, Kentucky, negli Stati Uniti. Questo tipo di maternità surrogata implica che la madre surrogata sia anche la madre biologica del bambino, creando una connessione genetica che, secondo Olivia, rende l’abbandono ancora più traumatico.
Olivia Maurel è cresciuta con un persistente senso di disagio e alienazione, nonostante il benessere materiale. Fin dall’infanzia, ha avvertito che c’era qualcosa di “sbagliato” nella sua vita, sviluppando un profondo trauma di abbandono che ha influenzato negativamente la sua crescita e le sue relazioni interpersonali. Solo da adulta ha scoperto di essere nata tramite maternità surrogata, una rivelazione che ha scosso profondamente la sua identità e il suo senso di sé. Questo ha amplificato i sentimenti di estraneità che aveva sempre provato, chiarendo il motivo per cui sentiva una mancanza di connessione con i suoi genitori e il suo ambiente.
(…) Appena nata non sono stata messo tra le braccia della mia madre biologica, la madre che mi aveva portato in grembo per quasi 9 mesi, colei che mi ha nutrito, colei che mi ha parlato, colei in cui ho potuto sentire ogni emozione che la invadeva, colei che, alla fine, era l’unica persona che conoscevo. (…) Da bambina mostravo già i segni del trauma dell’abbandono. Stavo già attraversando una battaglia interiore: come potevo costruire me stessa senza sapere da dove venivo? Come potevo sapere chi diventare se non sapevo chi ero veramente? Durante la mia vita da giovane adulta, sono sprofondata nell’alcol, nelle dipendenze e sono stata violentata perché mi mettevo costantemente al limite. Ho fatto diversi tentativi di suicidio.
Non sono mai riuscita ad avere amicizie normali, poiché soffocavo le persone che cercavano di essere mie amiche, temendo che mi abbandonassero, spingendole così alla fine a rifiutarmi, e queste situazioni ovviamente mi portavano alla depressione. Ero sola, instabile. Inoltre non sono mai riuscita a trovare un buon lavoro e nemmeno a finire gli studi a causa delle gravi fasi di depressione che ho dovuto attraversare. Ora, lasciate che vi racconti la storia di quando sono arrivata ai risultati del DNA che mi avrebbero mostrato la prova tangibile che sono nata tramite maternità surrogata. (…)
Ero un prodotto della maternità surrogata e l’ho sempre sentito dentro di me, un bambino fatto su ordinazione, una merce in cambio di soldi. Come si può guarire da questa pratica disumana? Come guarire da questo abbandono programmato, come accettarlo? Come possiamo comprare e vendere bambini sotto il glorioso nome della maternità surrogata, senza chiederci cosa diventeranno questi bambini in età adulta? Questi sono i pensieri, i sentimenti e le domande con cui combatto da quando avevo circa 17 anni e con cui combatto ancora oggi. Voglio che le persone capiscano che i bambini nati dalla maternità surrogata possono sviluppare traumi, che i bambini che nasceranno vengono troppo spesso dimenticati quando le coppie vogliono ricorrere alla maternità surrogata e che la maternità surrogata deve essere abolita in tutte le sue forme.»
FONTE https://youtu.be/b0gJi0WQRDA
Olivia fa una critica feroce della maternità surrogata, che descrive come un’industria multimiliardaria che sfrutta donne vulnerabili e tratta i bambini come merci. Ha sottolineato che molte agenzie di maternità surrogata non effettuano adeguati controlli psicologici e sociali sulle donne che diventano surrogate, il che può portare a situazioni di abuso e sfruttamento. Olivia ha evidenziato come, nel suo caso, l’agenzia abbia selezionato la madre surrogata principalmente per motivi economici, ignorando le sue condizioni di vita e le sue necessità psicologiche.
Le conseguenze psicologiche sono un tema centrale nei discorsi di Olivia. Ha raccontato di aver sofferto di depressione, dipendenze, e di aver fatto diversi tentativi di suicidio a causa del trauma dell’abbandono e della mancanza di un’identità chiara. La sua vita adulta è stata segnata da instabilità emotiva e difficoltà nelle relazioni personali, in gran parte attribuite al suo essere stata “prodotta” tramite maternità surrogata. Olivia sostiene che il trauma dell’abbandono possa portare a problemi di salute mentale a lungo termine, come disturbi dell’attaccamento e depressione.
Olivia è attivamente impegnata nella lotta contro la maternità surrogata. Ha parlato di fronte a parlamenti, come quello ceco, e ha scritto lettere a leader religiosi, incluso Papa Francesco, chiedendo una condanna globale della maternità surrogata. Il suo obiettivo è promuovere un divieto internazionale di questa pratica, che considera intrinsecamente disumana. Olivia ha anche criticato apertamente la rappresentazione positiva che viene fatta della maternità surrogata dei media, sostenendo che questa distorce la realtà e ignora i danni causati ai bambini e alle madri surrogate.
La storia di Olivia Maurel è un forte richiamo alle implicazioni etiche della maternità surrogata. Le sue esperienze personali mettono in luce le potenziali conseguenze negative di questa pratica sia per i bambini che per le madri surrogate, suggerendo che il desiderio di avere un figlio non dovrebbe prevalere sui diritti umani fondamentali.
La sua posizione è chiara: la maternità surrogata deve essere abolita per proteggere i più vulnerabili da sfruttamento e abusi.